rassegna stampa. intervista di Pino Turi pubblicata su ITALIA OGGI – 13 febbraio 2018

ITALIA OGGI – 13 febbraio 2018
Uil: salvaguardate le fasce più deboli
 Di Pino Turi

La firma del contratto, bloccato per scelta politica da dieci anni, ribalta la logica politica che voleva l’eliminazione dell’ intermediazione sindacale e il superamento della contrattazione.
Le scelte di fondo operate sono tutte orientate al modello di scuola democratico e partecipato della Costituzione: ciò restituisce al personale la dignità del proprio lavoro, agli organi collegiali la centralità che meritano, alla funzione docente il ruolo di specificità che si riflette anche sulle altre professionalità della scuola.

Ancora prima del riconoscimento economico e normativo, che è stato coerente con ciò che governo e sindacati avevano concordato il 30 novembre 2016, il ruolo del sindacato diviene centrale per la gestione e le scelte politiche che, prima ancora che sindacali, sono culturali: i diritti universali che erano stati messi in discussione, con questo contratto ridiventano patrimonio politico dei lavoratori.
Gli aumenti salariali – da un minimo di 80,40 per un collaboratore neo assunto ad un massimo di 110,70 euro per un docente della scuola secondaria a fine carriera – salvaguardano le fasce retributive più basse che continueranno a percepire gli 80 euro del bonus di Renzi.
La conferma dei diritti e delle prerogative coerenti con l’autogoverno e con l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, sono ben presenti nel contratto. Non c’è nessun aumento dei carichi e degli orari di lavoro; sono confermate tutele e diritti, sia in termini di ferie e permessi che di prerogative professionali , il diritto-dovere della formazione rimane inalterato.
Le risorse destinate alla valorizzazione dei docenti, per la parte residua che non è stata spostata nel cedolino, sono riportati alla contrattazione.
Sono rafforzati tutti i livelli di contrattazione nei luoghi di lavoro, riconoscendo il ruolo delle Rsu che contratteranno, ora, anche i tempi e i modi per regolamentare il diritto alla disconnessione, una nuova tutela che in questi anni senza regole, ha messo a dura prova, i lavoratori vessati dall’uso improprio delle nuove forme di comunicazione.
Sarà poi rinviata a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare con l’obiettivo di una piena garanzia di tutela della libertà di insegnamento.
Di questo esito contrattuale, il governo che uscirà dalle urne, dovrà prendere atto.Rassegna sta