XIV Congresso Uil Scuola: nella seconda giornata di lavori, la relazione del segretario generale Turi: realizzare una legge di una sola riga:  «E’ soppresso l’organico di fatto».

Serve una scuola per il Paese, una sorta di area di libertà, alla quale si affida, attraverso la comunità educante, dirigenti, docenti, personale ATA, alunni e genitori, il futuro del Paese.

Realizzare una legge di una sola riga:  «E’ soppresso l’organico di fatto».
E’ questa la richiesta contenuta nella relazione  del segretario generale della Uil Scuola al XIV Congresso nazionale svoltosi  a Montesilvano.
Nessuna nuova riforma per la scuola – ha detto Turi – guardando alla fase politica attuale e al Governo in fase di definizione.
Serve una scuola per il Paese – ha  ribadito il segretario Uil Scuola – non per la maggioranza che lo guida,  una sorta di area di libertà alla quale si affida, attraverso la partecipazione delle diverse componenti  della comunità educante, dirigenti, docenti, personale ATA alunni e genitori, il futuro del Paese. Un’area a burocrazia zero è quella che auspica Turi, un modello di scuola come comunità che si autogoverna, lontana dalle suggestioni regionalistiche che ciclicamente ricompaiono.

L’autogoverno, l’autonomia e la contrattazione consentono alla scuola di adeguarsi ad un mondo in continua evoluzione con una rapidità che i sistemi burocratici, nazionali piuttosto che regionali, da soli, non sono in grado di garantire.
Non si può pensare che ogni Governo faccia la sua riforma, incentrata sulle esigenze del momento che, nel sistema maggioritario, come abbiamo visto, rispondono ad una logica di parte e sono destinate a cambiare rapidamente.
Quando smetteremo – ha sottolineato – di emulare i sistemi degli altri Paesi? E’ così difficile capire che i sistemi sono esportabili nella misura in cui sono simili le situazioni sociali e politiche che li governano? E’ come prendere un vestito senza considerare la taglia di chi lo indossa.
Negli ultimi anni le cose sono andate nella direzione sbagliata: la disintermediazione ha prodotto divisioni e situazioni di stallo. Per rimediare ai danni prodotti dalla Buona scuola abbiamo impiegato anni, per trovarci punto e daccapo, come al gioco dell’oca.
Alla politica di oggi, forti delle esperienze del passato, ci permettiamo di suggerire: ricerchiamo, prima, il consenso sulle cose da fare.  Resistete, meglio, astenetevi dal fare le cose senza averne discusso con chi quel mondo conosce. Vale per la scuola, come per le politiche industriali, vale per gli strumenti previdenziali come per quelle fiscali.  Il sindacato vuole porsi come  punto di riferimento serio e affidabile.  Dalla sua capacità di essere quanto più possibile coeso – ha sottolineato Turi –  dipenderà la possibilità di interagire positivamente con i governi che si candideranno ad assumere la leadership della nazione.