ILLUSTRATE dal segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, le macro criticità da cui è interessata la scuola, non superate, anzi accentuate dall’ipotesi di CCNL 2019/21, che amplificano le scelte politiche regressive condotte a danno del sistema di istruzione statale e nazionale, che si possono così sintetizzare:
la mobilità del personale trattata in subordine alla legge;
le relazioni sindacali che rendono impossibile associare i nominativi ai compensi ricevuti dal FMOF;
il nuovo Ordinamento del personale ATA che, nella sostanza, estromette i funzionari/DSGA dalla Comunità educante, limitando sia i diritti sindacali che professionali specifici, propri dell’autonomia scolastica;
la responsabilità disciplinare del personale docente viene nuovamente rinvita a sequenza come già accaduto con il CCNL 2019/18;
l’eliminazione per contratto, di tutta la parte normativa del personale delle scuole italiane all’estero, nonostante la materia fosse stata ricondotta nuovamente in ambito contrattuale con il CCNL 2016/18, posizione questa confortata dal pronunciamento della Consulta;
le figure dell’tutor e dell’orientatore, introdotte per legge, vengono legittimate dalla contrattazione nazionale con un ruolo residuale limitato alla trattazione dei finanziamenti specifici;
- l’introduzione, addirittura per contratto, delle prove INVALSI quale parametro di misurazione individuale dei docenti ( “valutazioni oggettive operate dal sistema nazionale di valutazione)” vengono ora prese a riferimento anche per definire modalità e criteri per l’utilizzazione delle risorse aggiuntive, azzerando il ruolo della valutazione operata dagli insegnanti;
l’esiguità delle risorse finanziarie messe a disposizione per il rinnovo del contratto che si sostanziano in un aumento medio delle retribuzioni del personale della scuola inferiore al 4%, determinando uno scarto ancor più rilevante nei confronti dei colleghi degli altri Settori (Università, Ricerca e AFAM), ampliando ancor più le distanze con quelli europei;