- La Uil Scuola Rua ha richiesto la sospensione del decreto per l’anno scolastico 2023-24 in attesa della cancellazione del provvedimento: “Mancano risorse aggiuntive per finanziare la formazione e l’insegnamento deve restare libero e laico”.
Si è svolta presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito l’informativa relativa alla formazione incentivata per il personale docente prevista dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 che, all’articolo 16-ter dispone: “a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, nell’ambito dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è introdotto un sistema di formazione e aggiornamento permanente, articolato in percorsi di durata almeno triennale con riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali.
Il Ministero ha presentato alla Federazione UIL Scuola Rua la bozza di Decreto Ministeriale che prevede, per l’a.s. 2023/24, il percorso iniziale del primo ciclo triennale di formazione continua destinato ai docenti.
In base al decreto:
• la formazione, in prima applicazione, è rivolta a coloro che svolgono funzioni di supporto e di coordinamento didattico e organizzativo delle attività previste dal Piano triennale dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche.
• la partecipazione ai percorsi formativi è su base volontaria.
• le attività formative si svolgono al di fuori dell’orario di insegnamento.
• il percorso è erogato online e in modalità asincrona per l’intera durata, da un soggetto attuatore incaricato mediante convenzione
• Il percorso formativo ha la durata di 30 ore sia per i docenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, che per i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado
• nell’ambito delle 30 ore rientrano 10 ore di attività di progettazione svolte autonomamente dai partecipanti alla formazione
• la partecipazione alle attività formative del percorso formativo può essere retribuita con emolumenti a carico del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. A tal fine, la contrattazione d’istituto può prevedere compensi in misura forfetaria. e, ove ne ricorrano le condizioni, le scuole possono avviare una apposita sequenza contrattuale per remunerare la partecipazione dei propri insegnanti al percorso di formazione in servizio incentivata relativa al corrente anno scolastico.
• in alternativa alla remunerazione a carico del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, ai docenti è riconosciuta la fruizione dei cinque giorni per la partecipazione a iniziative di formazione con esonero dal servizio di cui all’articolo 36, comma 8, del CCNL 2019/21.
Formazione incentivata per il personale docente, la posizione della Federazione UIL Scuola Rua
La bozza di decreto sulla formazione incentivata per il personale docente, per l’a.s. 2023/24, arriva con un forte ritardo e a scuola quasi terminata.
È un provvedimento che, oltre ad essere fuori tempo e fuori luogo, non risulta neanche chiaro nei suoi intenti, con il reale rischio di aumentare le incombenze di dirigenti scolastici e docenti che, come noto, sono già alle prese con gli adempimenti di fine anno (scrutini, esami ecc.).
Intanto non è chiaro, ai fini della individuazione dei docenti da far partecipare alla formazione, cosa l’Amministrazione intenda con la locuzione… “incarichi di collaborazione e supporto”.
Inoltre, le risorse per la remunerazione delle attività vanno a gravare interamente sul fondo di istituto, a contrattazione di istituto ormai terminata e con le risorse economiche interamente finalizzate.
Irragionevole appare il fatto che, in alternativa alla eventuale remunerazione dal fondo di istituto, i docenti, per poter partecipare alle attività formative, possano utilizzare i 5 giorni dedicati alla formazione (articolo 36, comma 8, del CCNL 2019/21), considerando che questi potrebbero essere già stati fruiti nel corso dell’anno scolastico in corso. Ancora più paradossale appare l’utilizzo di questi giorni in un periodo in cui il docente non è in servizio dal momento che, con molta probabilità, le attività di formazione si svolgeranno a lezioni ormai terminate.
Come più volte ribadito dalla UIL, quella del “docente incentivato “resta una pseudo riforma, gestita dalla Scuola di Alta formazione, nella quale saranno coinvolti Indire, Invalsi e Università Italiane e straniere, che limita di fatto l’autonomia delle scuole e, come ormai di prassi, esautora il contratto nelle sue funzioni.
Un tipo di formazione di tipo verticistico finanziata con risorse recuperate dai tagli di organico e dalla carta docente, che misura e premia le performance dei propri fedeli funzionari in base alle valutazioni operate dal “Comitato di valutazione”, annullando di fatto la libertà di insegnamento con inevitabili ricadute sulla qualità dello stesso, che invece deve essere laico e libero. Non si può insegnare ad insegnare e la libertà di insegnamento deve essere salvaguardata.
Per tali motivi abbiamo espresso la nostra contrarietà che ribadiremo in tutte le sedi, amministrative e politiche, nonché in fase di rinnovo del prossimo CCNL istruzione e ricerca.