LA UIL SCUOLA CONFERMA NETTA CONTRARIETA’ AL SISTEMA DEGLI AMBITI TERRITORIALI

PROSEGUE IL CONFRONTO SULLA MOBILITÀ

Il Miur in nome di una legge sbagliata offre soluzioni che alimenteranno un’altra lotteria                                                                                  

La Uil conferma la netta contrarietà al sistema degli ambiti territoriali.                                   

Prosegue il confronto per la definizione del contratto nazionale integrativo per la mobilità del personale. I rappresentanti del MIUR in relazione alle problematiche poste con il documento unitario hanno confermato la volontà di istituire gli ambiti territoriali. Sulle altre questioni non hanno fornito risposte se non quella relativa alla cadenza annuale del contratto sula mobilità. La Uil Scuola – alla riunione ha partecipato Antonello Lacchei ha fermamente ribadito la propria contrarietà al sistema degli ambiti: sbagliati concettualmente e irrealizzabili, frutto di scelte ideologiche che non coincidono con la realtà, divisivi nei confronti del personale e lesivi del principio costituzionale della libertà di insegnamento. Per la Uil il piano straordinario della mobilità deve consentire a tutto il personale già di ruolo e a quello di nuova nomina, di poter scegliere oltre che una nuova provincia anche una nuova scuola di titolarità, su tutti i posti disponibili e vacanti per ritrovare quella serenità indispensabile ad un proficuo lavoro nelle scuole. Gli incontri proseguiranno con l’informativa sulle linee guida per la definizione dei nuovi ambiti alla quale seguirà una nuova convocazione del tavolo contrattuale.

PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO OCSE “EDUCATION AT A GLANCE 2015”        

Si è svolta oggi presso il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca la presentazione del rapporto annuale dell’OCSE, “Education at a glance 2015”, che fotografa lo stato dei sistemi educativi dei 34 Paesi aderenti e di altri 12 Paesi al di fuori dell’organizzazione. L’illustrazione dei dati per l’Italia è stata effettuata da due funzionari dell’OCSE, il dott. Avvisati e il dott. Marconi. Ha partecipato in rappresentanza del ministro, il sottosegretario Toccafondi. Per la UILScuola ha preso parte all’incontro Rossella Benedetti.

Il quadro presentato dagli analisti dell’OCSE, sulla base di dati prevalentemente raccolti tra il 2011 ed il 2014 con le varie indagini PISA, TALIS, PIAAC e con le informazioni fornite dal MIUR E dall’ISTAT per l’Italia, mostra un Paese che, rispetto alla media OCSE, ancora ha un numero basso di laureati; dove i giovani fino ai 34 anni, pur con laurea, non riescono a trovare lavoro, al contrario di quello che accade negli altri Paesi; dove, infine, la valutazione non è ancora quello stimolo al miglioramento registrato in altre realtà. E’ stata evidenziata, inoltre, l’età media particolarmente alta dei docenti italiani, sottolineando come il loro futuro pensionamento, in un periodo valutato intorno ai dieci anni, potrebbe permettere un rinnovamento (sic!) della scuola italiana. Il sottosegretario Toccafondi ha commentato la presentazione con favore giacché, a suo dire, supporterebbe le azioni intraprese dal governo con la legge 107 e con la prossima legge di stabilità. Ha affermato che il sistema di valutazione introdotto, bonus compreso, contribuirà al processo di miglioramento, dando un chiaro segnale ai docenti e che i 3 miliardi in più spesi per la scuola dimostrano l’importanza che il presente governo attribuisce all’istruzione. Ha sostenuto, inoltre, che il problema dell’età verrà risolto con i nuovi concorsi. In generale, la legge 107 dovrebbe ridare maggiore autonomia alle scuole, ai docenti e alle università. Nel dibattito che è seguito, la UILScuola, tra le altre cose ha evidenziato come anche quest’anno resti confermato il dato che gli insegnanti italiani guadagnano meno non solo della media dei loro colleghi degli altri Paesi industrializzati, ma anche di quanti – sempre in Italia – hanno qualifiche analoghe; ha contestato l’efficacia delle misure di valutazione introdotte e l’imprecisione di alcuni dati delle indagini OCSE: a tal proposito ha chiesto che venga data regolare informativa alle parti sociali sulle scuole ed il personale coinvolto dal MIUR in tali occasioni e sulla natura dei questionari, cosa che fin qui non è accaduta. La dott.ssa Bono si è detta disponibile a garantire questo flusso di informazioni in futuro.

Rapporto Ocse | E’ emergenza retribuzioni per la scuola italiana

Turi: Non è così che funzionerà la scuola del futuro

E’ una fotografia a tinte ancora in bianco e nero quella che ci consegna, ancora una volta,  il rapporto Ocse: le retribuzioni dei docenti sono le più basse dell’area UE, l’investimento in istruzione dell’Italia (comprese le private) è di 1,3 % in meno della media UE, rispetto ai lavoratori con  qualifiche equivalenti gli stipendi dei docenti italiani sono il 33% in meno, il rapporto alunni docenti è  più alto della media europea.

Il ministro dell’istruzione – commenta Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola –  vede nel rapporto solo il ritardo dell’Italia nella valutazione degli insegnati e dei dirigenti a cui la legge avrebbe posto rimedio. Come dire che il prestigio sociale che è venuto meno nei confronti dei docenti italiani possa derivare dal fatto che non sono stati valutati. E’ un bel modo di rispondere ad una situazione che è una vera emergenza stipendiale che viste le esigue risorse per il rinnovo del contratto (circa 8 euro lorde medie pro capite) è destinata a permanere ancora.La continua propaganda del Miur sulla legge di riforma della scuola, nasconde i problemi vecchi e nuovi , di questi giorni l’ulteriore pasticcio dei docenti assunti nella scuola di secondo grado e dirottati nelle scuole medie. Si continuano a mettere pezze che sono peggio del buco di una legge rigidamente ideologica e praticamente irrealizzabile. Ed ancora proprio in questi giorni, i docenti neo immessi in ruolo della fase C della scuola secondaria di secondo grado, sono stati retrocessi nella scuola di primo grado; un vero e proprio abuso che  fa capire come funzionerà la scuola del futuro, quella degli ambiti da cui scegliere i docenti da utilizzare per tappare buchi ed inefficienze senza alcuna coerenza con la propria abilitazione. Docenti che saranno poi  valutati, ma sulla disponibilità ad accettare ogni sorta di impiego, piuttosto che sulle competenze e le performance che non si capisce chi e come dovrà valutare.