Il 16 giugno, dopo la sospensione dovuta alla quarantena è ripreso il confronto tra le organizzazioni sindacali confederali e del comparto istruzione e ricerca con l’Aran per un nuovo accordo sui servizi essenziali in caso di sciopero sollecitato dalla Commissione nazionale di garanzia. Le organizzazioni sindacali Flc- Cgil, Cisl scuola, Federazione UIL SCUOLA RUA, con il supporto delle rispettive confederazioni, insieme alla federazione Gilda Unams e SNALS Confsal hanno presentato in sintesi una proposta unitaria di mediazione dell’esigenza di comporre il diritto di sciopero previsto dall’articolo 40 della Costituzione e il diritto all’istruzione previsto dall’articolo 33. Pur esprimendo una disponibilità alla prosecuzione del confronto tutte le organizzazioni si sono dette contrarie ad ogni soluzione che consideri gli insegnanti come personale coinvolto nelle attività di vigilanza e assistenza, perché non rispondente al profilo professionale, configurabile come un vero demansionamento.
Inoltre ogni proposta che per equilibrare i diversi diritti subordini il diritto di sciopero di ognuno ai condizionamenti delle scelte effettuate dai colleghi, a causa di un calcolo basato sul monte ore delle classi e non sull’orario di servizio del lavoratore non può essere oggetto di scambio.
In premessa l’esito del covid sui tempi della elaborazione del nuovo accordo e sulle ricadute che questo potrebbe avere sulle scuole e sul senso di incertezza ed instabilità dei laboratori al momento del ritorno a scuola e’ stato oggetto di articolati approfondimenti.
Per la uil, ogni elemento nuovo amplifica le difficoltà che direttamente o indirettamente avranno effetto sulla attività principale delle scuole, il processo di insegnamento apprendimento, e perciò evitata in questa fase, per favorire il più rapido possibile ritorno alla normalità.
Non sussistevano e non sussistono motivazioni di urgenza, anche in considerazione degli esiti degli ultimi scioperi proclamati.
Buon senso vorrebbe che non solo i soggetti presenti al tavolo si facciano carico della complessità della situazione, ma anche coloro che per primi hanno avviato il processo.
Tempi più distesi, anche in considerazione della serietà con cui i sindacati hanno fatto fronte all’impegno non sottraendosi a nessuna delle difficoltà che la sfida propone, sono utili al sistema ,anche per la definizione di nuove e diverse modalità di mobilitazione di cui la pandemia ci ha mostrato l’esigenza.