Un contratto senza soldi e una formazione obbligatoria a premi
(e forse anche gratis): il ministro tira giù le carte del Governo
. Turi: la forza della scuola fa impallidire le proposte della politica.
I lavoratori della scuola chiedono di superare la mistica dei concorsi e rinnovare il contratto già scaduto.
Partiamo da un dato certo: quello della scuola è un contratto che va assolutamente rinnovato ma i fondi per aprire il negoziato sono quelli contenuti nella legge di Bilancio e coprono a malapena l’inflazione, senza arrivare minimamente agli aumenti a tre cifre del contratto sottoscritto dagli statali.
Andiamo ad un’altra certezza: la scuola ha fatto il possibile e l’impossibile durante la pandemia e lo fa anche ora in emergenza. Proprio in questi giorni è la scuola a testimoniare la più grande prova di accoglienza e contemporaneamente a realizzare un momento fondamentale di partecipazione democratica con la conclusione delle elezioni delle rappresentanze sindacali in ottomila istituti scolastici del Paese.
E il Governo che cosa fa? Dopo la consultazione con i partiti, nelle stanze di Palazzo, tira fuori l’uovo di Colombo: se i soldi per il contratto non ci sono gli diamo quelli della formazione ( ma ci sono?).
Andiamo ancora per ordine: la retribuzione non è materia legislativa, ma contrattuale. E, invece. materia di discussione parlamentare il reclutamento e la formazione iniziale e la relativa copertura finanziari.
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