Su questo versante la Uil scuola negli ultimi mesi si è confrontata con migliaia di precari e ha presentato proposte serie e credibili, ci aspettiamo risposte altrettanto serie e credibili.
Abbiamo apprezzato le scelte del governo rispetto alla cancellazione del FIT, ora ci aspettiamo che si diano risposte concrete a tutte le migliaia di docenti precari che negli ultimi anni hanno fatto funzionare la scuola italiana.
La Uil non chiede sanatorie ma un percorso che, riconoscendo la professionalità maturata in servizio, porti a rendere stabile il lavoro.
Il prossimo anno scolastico le persone con contratto precario potrebbero essere quasi 200 mila, con una crescente precarizzazione di tutta la scuola.
Una cosa è certa, se non si assumono con urgenza misure di contrasto al precariato, ampliato dalla mancata copertura di 32.000 posti non assegnati lo scorso anno e dalle conseguenze della quota 100, a settembre prossimo i posti in organico di diritto saranno coperti da supplenti, con l’unico effetto di incrementare a dismisura il precariato
Ciò vale per tutti i lavoratori, compreso gli insegnati di religione cattolica.
In questo settore si attendono decisioni che diano risposte alle migliaia di docenti vincitori dell’ultimo concorso (2004) e con molti anni di servizio che negli anni hanno garantito l’attività di insegnamento.
Dall’ultimo sono passati 15 anni, prima di un nuovo concorso vanno trovate soluzioni per questo personale, 2.500 unità, tutti con ricostruzione di carriera e con oltre 20 anni di anzianità, quindi senza oneri finanziari aggiuntivi.
Abbiamo notizia di un provvedimento di iniziativa parlamentare del Sen. Pittoni che, attraverso un disegno di legge, ha trovato una buona ed opportuna soluzione che, tenendo distinta l’esigenza giusta ed urgente di sistemazione dei precari da quella, pure necessaria, offre una soluzione che vede la UIL Scuola d’accordo.
Tuttavia, non è soltanto con provvedimenti parlamentari che si danno le risposte che il mondo della scuola e i precari chiedono. C’è un urgenza alla quale il Governo deve rispondere. Serve un provvedimento che assuma il precariato da eliminare e la continuità didattica da perseguire, con un disegno organico che comprende tutti i precari, qualunque materia insegnino.
Non è accettabile che ci siano disegni di legge, sia pure apprezzabili, che non siano funzionali ad un disegno complessivo del mondo scolastico che solo il Governo può garantire.
Come non è accettabile che in parlamento si parli di docenti di religione cattolica dimenticando analoghi lavoratori di terza fascia che da anni sono impegnati a fare funzionare la Scuola.
E’ uno degli argomenti che ci porta vicino allo sciopero generale se il Governo e le forze di maggioranza continuano ad ignorare il problema complessivo del precariato nella scuola, lasciando all’iniziativa parlamentare il compito di risolvere i problemi di sistema, invece di cedere alle pressioni lobbistiche che accentuano l’insoddisfazione e la rabbia dei lavoratori.