Il punto della giornata
La Scuola vera ha bisogno delle persone
DA IL CORRIERE DEL TRENTINO – 5 maggio 20202 – Di Pietro Di Fiore
La Scuola della competenza digitale non sostituirà mai quella fatta dalle persone.
Una scuola da vivere, questo è l’obiettivo da perseguire.
Continuano le esternazioni, tanto legittime quanto stravaganti e curiose, di chi vuole indicare la via per la ripartenza della Scuola; opinioni in libertà probabilmente elaborate sulla scorta dei ricordi di quando la frequentavano. Vi è chi propone aumenti di orario e di giornate di lavoro per tutto il personale scolastico, senza tener conto che il lavoro delle persone è regolato da norme fissate nei contratti collettivi. Vi è chi chiede di imboccare strade talmente autonomistiche da far impallidire financo i secessionisti della prima ora. Vi è chi invoca analisi, ricerche e formazione per il potenziamento dell’istruzione a distanza, senza riflettere o soffermarsi su alcuni principi cardini della Pedagogia. Gli allievi necessitano di presenza, di vicinanza, di relazione, di apprendimento insieme. Molti esternano, ma pochi riflettono sull’insegnamento di questa epidemia: nessuno può farcela da solo. Bisogna far passare la buriana ancora in atto del covid19, raffreddare gli animi e poi decidere sul futuro, ma senza dimenticare gli insegnamenti della pandemia. Un noto Professore, componente del Senato della SIPED – Società Italiana di Pedagogia, scriveva che “nel nostro Paese vivono 60 milioni di allenatori di calcio ed altrettanti Ministri dell’Istruzione”. Ed in effetti qualcuno è riuscito a diventare inquilino, pro tempore, del Palazzo di viale Trastevere e se ne vedono le conseguenze. E pur tuttavia il Paese, e la nostra Provincia ne è importante tassello, non si può permettere di affidarsi ad apprendisti stregoni. Alla Scuola vera – quella che conosciamo tutto e che amiamo, quella che ha raggiunto il quarto posto nella graduatoria della fiducia degli Italiani (“Gli Italiani e lo Stato” – Rapporto Demos 2019) dopo le Forze dell’ordine – il Presidente della Repubblica ed il Papa – non servono approcci dilettantistici ed improvvisati.