DAD / Di contratto non c’è proprio niente. Cronaca di una trattativa di 48 ore con termine finale alle ore 18.00 di domenica.


Servono, e non ci sono, programmazione e un tavolo permanente di confronto per affrontare le emergenze. 
Sono gli aspetti fondamentali per mettere le scuole in sicurezza. Non svolgiamo la nostra azione a comando.
Siamo contrari a trattative strozzate, sottratte alla consultazione dei lavoratori, non firmiamo contratti per adesione ma per convinzione. Sono mesi che gli appelli all’urgenza del confronto, sulla Dad e su tanto altro, sono rimasti lettera morta.
Di un contratto integrativo sulla DaD, ovvero sulla DID, non se ne era accorto nessuno in quanto la felice ‘idea’ al Ministero è venuta nel corso di una riunione giovedì sera.
In quella riunione si portava a conoscenza delle organizzazioni sindacali, una circolare di attuazione del lavoro agile del decreto della Funzione Pubblica. Al ministero, nella riunione, si erano resi improvvisamente conto che per il personale docente non esiste giuridicamente il lavoro agile. Tac! Si è pensato al contratto integrativo sulla didattica a distanza, e venerdì sera, nel giro di poche ore – probabilmente per inseguire il nuovo Dpcm che sulla scuola parla proprio di didattica a distanza – si è chiesto di realizzare un contratto integrativo.
Proprio quel contratto che era stato rivendicato per mesi  da tutte le organizzazioni sindacali.
Un’esigenza per la verità avvertita da tutti, anche da noi della Uil Scuola, che ora ci troviamo a spiegare le ragioni di una non-firma di quella che nei fatti appare (o è) più una circolare camuffata, che un contratto in cui si stabiliscono diritti e doveri lavoratovi.

  • Un contratto è un gesto di responsabilità, conoscenza dei dettagli, programmazione, previsione. Offre diritti e tutele ma e richiede rispetto e adempimenti corretti sul fronte degli obblighi lavorativi.
    La rapidità con cui si è cercato di mettere a punto un contratto, sbarazzandosi delle conseguenze, è nel segno di un ministro che non è stato eccelso quanto ad affidabilità. Noi ricordiamo bene le diatribe sulla mobilità, sul vincolo quinquennale, sulle Gps, sul concorso straordinario.
    Eppure, a voler stare sul piano degli accordi, uno lo abbiamo firmato, anzi due.
    Uno per gli esami di Stato in presenza e l’altro per l’apertura delle scuole in presenza e in sicurezza.
    Il secondo sostanzialmente disatteso. Sono stati costituiti i tavoli in progressione da quello nazionale a quelli regionali fino a quelli provinciali, in cui si sarebbero dovute prendere decisioni condivise anche trasversali nelle competenze dei trasporti e sanità.
    L’accordo è stato sottoscritto il 6 agosto. Una convocazione per il 2 settembre è stata rinviata. Il tavolo nazionale non è stato più convocato. Su nostra richiesta la riunione si terrà tra il 28 e il 30 di questo mese.
    Ecco allora il bilancio delle ultime 72 ore di pressing ministeriale per un contratto frettoloso e mal gestito che dovrà  riguardare il lavoro di migliaia di persone:
    1. Affidabilità zero: si prosegue con il sistema del decidiamo-noi – voi fate così -subito-subito. Poi bisogna rifare tutto.
    2. Mancanza di uno scambio corretto e condiviso dai lavoratori.
    3. Responsabilità senza risorse, anzi scaricando sui lavoratori costi impropri.
    4. Nessuna programmazione, nessun progetto da condividere.

Non sono queste le premesse per fare o non fare un buon contratto:
• Un accordo che non affronta i nodi cruciali delle tutele ai lavoratori. I fragili ostinatamente ignorati.
• I quarantenati, che seppur non contagiati, vivono condizioni familiari e personali psicologicamente pesanti, affatto considerate.
• I precari per i quali non si prevedono facilitazioni per i costi di connessione e l’acquisto di device. I dirigenti scolastici che si vedono consegnare una gestione sempre più esplosiva, complicata da nuovi problemi e da nessuna soluzione e che ne rispondono direttamente della sicurezza dei luoghi e dei lavoratori (chissà se il domicilio del docente è un luogo di lavoro, e come si garantisce la sicurezza?).
• I docenti per i quali, nella didattica a distanza, si mantengono gli stessi identici orari della normale attività di insegnamento senza le pause previste per i lavoratori che svolgono lavoro al videoterminale pone enormi conseguenze anche sulla salute, delle quali qualcuno dovrà rispondere; non si considera nemmeno che l’utilizzo di numerose piattaforme informatiche li espone alla violazione della privacy di piattaforme, con sedi legali all’estero che rispondono a legislazioni straniere.
• Un testo puntuale nel richiamare norme, articoli commi e lettere, ma evanescente sui doveri e sugli obblighi non fa che aumentare la confusione già al limite del collasso.
• Il contratto deve dire con chiarezza quali sono gli obblighi e quali i doveri, non deve avere appendici di sorta e magari attuato in ‘interpretazioni’ burocratiche che aumentano confusione e contenziosi.

il report:Report DaD 261020

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Comunicazione ufficio legale: istanza richiesta prova suppletiva concorso straordinario

Pillole di consulenza. La Uil Scuola in prima linea per la difesa e la tutela dei lavoratori della scuola.

Qui di seguito, in allegato, il fac simile di diffida, per coloro i quali rientrano nella fattispecie…cioè  per tutti i docenti precari che, per come ha dichiarato candidamente il Ministro Azzolina, non ci sarebbe nulla da fare. No  prove suppletive. Qualcuno avrà chiosato così e che il ministero ha fatto proprio.

fac. simile modello diffida: DIFFIDA PARTECIPAZIONE PROVE SUPPLETIVE

IL GOVERNO FRENA L’ITALIA MA LASCIA APERTI I CONCORSI.

Turi: se settemila persone sembrano poche…
Sono gli insegnanti che non potranno sostenere le prove di un concorso impossibile da gestire.
Anche un solo precario che non è in condizione di partecipare dovrebbe fare riflettere. Si tratta di un danno che va come gli altri ristorato.
Il nuovo Dpcm, per contrastare la pandemia in atto, prevede stringenti misure in relazione all’aggravarsi della situazione. Fulcro del provvedimento è la raccomandazione – con il rafforzativo “fortemente” – rivolta a tutte le persone fisiche, a non spostarsi con mezzi di trasporto pubblici e privati, in comuni diversi da quelli di residenza o domicilio. Si desume che sia pericoloso per sé e per gli altri, ma non al punto di sospendere anche i concorsi pubblici e privati che vengono mantenuti in deroga alle prescrizioni generali. Questo concorso s’ha da fare: è il mantra del ministro Azzolina che, in maniera viscerale, lo porta avanti contro ogni buon senso e fuori dal contesto reale in atto – osserva con grande preoccupazione il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

A questo punto sorgono legittime almeno due domande:
1) sono ancora valide le procedure di sicurezza del CTS, fatte in una situazione di media gravità, ora che è aumentato l’indice di contagio al punto da richiedere una nuova stretta sulla mobilità?
2) Si può ammettere una tale contraddizione?  O dobbiamo continuare a credere alla narrazione che la scuola è il luogo più sicuro, che comunque bisogna raggiungerla, con mezzi pubblici e privati, gli stessi inibiti ai più?

Le cifre offerte dal ministero parlano da sole: il concorso per 1.645 docenti è già partito, 187 docenti non si sono presentati (11,4 %). Sono precari pentiti o docenti impossibilitati a partecipare?
Rimangono 62.300 docenti che si dovranno avventurare in un clima molto peggiorato.
Se consideriamo stabile il dato di partecipazione offerto dal ministero (80,6%) sulla platea totale degli insegnanti del concorso, ci saranno almeno 7 mila persone che non potranno partecipare.

Un concorso riservato che non permette a migliaia di persone a cui è destinato di poter accedere è fatto che indigna ed è inaccettabile. Un danno che subiscono senza alcuna colpa o responsabilità.
Non merita, come negli altri casi, un ristoro? Appare vergognoso avere nei confronti di questi lavoratori, l’insensibilità e il livore ideologico che si sta evidenziando.

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C.V.D. – Cabina di regia M.I. inappropriata. CIFRE INSUFFICIENTI E PREVISIONI SBAGLIATE. Si mettono pezze ma non coprono buchi. Speranze, opportunità di lavoro disilluse. Caos totale. Rettifiche di contratti a raffica. persone trattate come birilli. E il covid incalza.


Stop all’organico Covid: calcoli errati, risorse che non bastano e i contratti si bloccano
Turi: sottovalutazione delle condizioni reali e autoreferenzialità stanno spostando sulle scuole ogni responsabilità.
 Va riconosciuta la professionalità del personale chiamato, garantita la sicurezza e le risorse previste e promesse.

Alcuni Uffici scolastici Regionali (Toscana, Abruzzo, Friuli, Molise) con note scritte hanno fermato l’operazione di utilizzo dell’organico Covid. Il motivo dello stop sarebbe da ricondurre ad errori e omissioni nel calcolo dei fabbisogni in relazione alle 70 mila supplenze annunciate, realizzabili con i fondi stanziati.
Cifre insufficienti e previsioni di spesa sbagliate – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – perché per attivare l’organico Covid occorrono risorse economiche che vanno trasformate concretamente in contratti di lavoro temporaneo.
Errori grossolani, come ad esempio l’aver calcolato le somme da assegnare prevedendo 3 mesi di assunzione, da settembre a dicembre, per cui non è stato coperto tutto il periodo dal 14 settembre al 31 dicembre.
Nelle previsioni manca la copertura di eventuali sostituzioni per lunghi periodi come maternità e congedi parentali, in quanto il budget assegnato per le sostituzioni è molto limitato e non consente sforamenti.
E ancora, per dare misura dell’inadeguatezza delle cifre, nei contratti non è previsto il pagamento dell’assegno nucleo familiare. Voce dello stipendio che per un collaboratore scolastico con due figli e moglie a carico incide per 253.00 euro mensili. Lapalissiano, non occorreva l’esperto contabile e la task force pagata profumatamente, capeggiata dalla Ministra: tace.

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Scuola: Turi (Uil), concorso? Ideologia ha ucciso buon senso  =


(AGI) – Roma, 22 ott. – “Nelle cronache di oggi c’e’ anche il racconto di una insegnante di matematica da cinque anni, residente a Pantelleria, che ha dovuto rinunciare al concorso straordinario per le difficolta’ connesse ai collegamenti legati al viaggio per raggiungere la sede d’esame in Campania.Ci sembra inaccettabile che – per ragioni contingenti – non sia stata messa in condizione di svolgere un concorso per consolidare il proprio status giuridico. Il danno lo riceve la collettivita’, gli studenti”. E’ quanto ha dichiarato all’AGI il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi, a commento della prima giornata del maxi concorso nella scuola per il reclutamento di 32mila insegnanti nella secondaria di primo e secondo grado. “Cinque anni  – ha sottolineato Turi – in cui l’esperienza ha forgiato un docente sono un valore aggiunto che questo tipo di concorso non puo’ accertare. La situazione pandemica butta a mare l’esperienza professionale di quella che, invece, dovrebbe essere la docente che il sistema dovrebbe ricercare. Il concorso non e’ un fine ma un mezzo e va calibrato sugli obiettivi”.  “Nella nostra proposta – ha proseguito il segretario generale della Uil – quella messa a punto nei mesi passati, condivisa da due governi e due ministri dell’istruzione, avevamo immaginato un concorso per

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Scuola, concorso straordinario in Sicilia “Popolazione a rischio, va rinviato”

SEGRETERIE REGIONALI SICILIA
“Il concorso deve essere sospeso e riprogrammato nelle province di appartenenza. A tutela della salute dei siciliani, chiediamo un intervento delle istituzioni”.
Le prove concorsuali previste dal 22 ottobre al 16 novembre potrebbero alimentare la diffusione del virus COVID – 19. Per il concorso straordinario, migliaia di docenti precari si sposteranno da una regione all’altra. Il Ministero della Pubblica istruzione ha previsto lo svolgimento delle prove con la formula delle aggregazioni territoriali, criterio basato solo sui posti messi a bando e non sul reale numero dei partecipanti.
E così, sulla base dei numeri forniti dal Ministero, 1.111 docenti siciliani saranno costretti a spostarsi per raggiungere altre regioni. Allo stesso modo, 1.316 candidati provenienti da altre regioni entreranno in Sicilia e 2.547 candidati siciliani, pur restando nell’isola, raggiungeranno la sede del concorso in altre province.
Tra l’altro, registriamo con stupore la presa di posizione della Ministra Azzolina che, in un’intervista, ha annunciato il divieto di proroga della prova per i docenti posti in quarantena alla data del concorso. Un’affermazione che il nostro sindacato ritiene pericolosa, perché qualche candidato disperato potrebbe violare la misura restrittiva.
Le OO.SS. visto l’evolversi della situazione ritengono opportuno il rinvio del concorso, da effettuare in una fase meno acuta.

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Comunicazione ufficio legale: esito ricorso concorso straordinario

Il TAR respinge il ricorso presentato al fine di ottenere il rinvio delle
prove di esame del concorso straordinario.

Nella motivazione il Presidente della 3 sez. Bis del Tar Lazio di Roma
ritiene  che non sussistono i presupposti atteso che il calendario della
prove di esame è stato previsto sulla base di accurate indagini della
situazione sanitaria esistente e tenuto conto delle necessarie misure
finalizzate a garantire la sicurezza dei partecipanti.

Vigileremo che non vi siano conseguenze per la salute dei candidati ma, allo
stesso tempo, ricordiamo che le accurate indagini della situazione sanitaria
sono riferite a circa 20 giorni fa quando la situazione pandemica non aveva
ancora raggiunto l’attuale fase di contagi e la necessità di un nuovo
intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Ognuno si assumerà le conseguenti responsabilità delle decisioni prese.

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Con specifico ricorso depositato presso il Tar Lazio di Roma la UIL Scuola ha chiesto al Tribunale di sospendere con provvedimento cautelare monocratico il calendario delle prove di esame del concorso straordinario indetto con decreto 510/2020.

Nelle motivazioni è stata evidenziata la:  
Nullità ed illegittimità del calendario delle prove pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 29.09.2020. Violazione e falsa applicazione di legge: Art. 32 della Costituzione.  Eccesso di potere, irragionevolezza, inadeguatezza.

Abbiamo evidenziato come sia notevole il disagio per i candidati i quali, nonostante il contesto sanitario patito in tutta Italia, sarebbero costretti a spostarsi da una Regione all’altra al fine di presentarsi per lo svolgimento della prova scritta che, si ricorda, è prevista in una Regione diversa da quella oggetto di aggregazione.
Ne deriva che, nel caso di specie, la Regione Lazio ospiterà i candidati per varie classi di concorso delle Regioni Abruzzo, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, dove tra l’altro si stanno al momento discutendo ulteriori chiusure e limitazioni, in considerazione sia del recente decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, che dal quotidiano e preoccupante aumento del numero di contagi da Covid-19.
Lo svolgimento di una siffatta procedura rischia di creare una vera e propria “esplosione” di contagi che, anziché consentire la tranquilla prosecuzione dell’anno scolastico, comporterebbe l’annullamento di tutte quelle misure di contenimento che finora sono state messe in pratica, se pur con estrema difficoltà.
L’Amministrazione, continua ad ignorare le numerose istanze di tutti i candidati che si troverebbero dinanzi alla scelta tra mettere a serio rischio la propria salute da un lato e tentare di superare il precariato partecipando alla procedura dall’altro.                                                                                          

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UIL: SALE LA PROTESTA PER UN CONCORSO INUTILE E DANNOSO. Visto che non ci sono azioni di buon senso e le relazioni sindacali sono al minimo, nell’assenza della politica stiamo rimettendo la questione in mano alla magistratura.


TURI: SALE LA PROTESTA PER UN CONCORSO INUTILE E DANNOSO
Una pandemia, due regioni (Lombardia e Campania) in lockdown,
non bastano a fermare il concorso straordinario deciso dal ministro Azzolina.
Le scuole sono alle prese con le disposizioni del nuovo Dpcm, e si arginano in ogni modo possibile quarantene incrociate e disposizioni di sicurezza, le commissioni non sono ancora complete, eppure nessun cenno viene fatto al danno e alla inutilità di un concorso che non darà alcun risultato immediato.
Ci saranno 66 mila precari, in giro per le scuole del paese, in piena recrudescenza pandemica, che – fa notare Turi – resteranno in ogni caso ai loro posti.  Precari che si sposteranno dalle loro classi per sostenere le prove. Da docenti a candidati. E poi, appena finito, saranno nuovamente docenti supplenti nelle loro classi.
Resta senza risposta la condizione di quanti non potranno partecipare perché malati o in quarantena.
Per loro nessuna prova d’appello. Sarà inevitabile la previsione di una lunga coda di contenziosi giurisdizionali che chiederanno conto di interessi legittimi negati.
Alla rabbia di questi docenti precari si aggiunge l’indignazione del mondo della scuola, solidale. Sono in tanti a chiedersi a chi giova questa inutile dimostrazione di forza che sfiora il disinteresse verso queste persone. Un disinteresse anche politico perché a credere che un’altra strada era percorribile c’erano forze di maggioranza e di opposizione. A chi giova dunque?
Neanche il ministro Azzolina può pensare di procedere al concorso ordinario, in queste condizioni, con 500 mila domande di partecipazione. Ci vorranno anni prima di una sua conclusione. Servono regole di reclutamento diverse.

Dpcm e nota alle scuole / Turi: bypassato il tavolo nazionale sulla sicurezza, passa a quelli regionali.


LA NOTA ALLE SCUOLE E’ Il RISULTATO DI URGENZE SANITARIE E DIVISIONI ISTITUZIONALI
Turi: bypassato il tavolo nazionale sulla sicurezza, passa a quelli regionali
Avvertiti solo un quarto d’ora prima. Momento difficile che richiederebbe invece maggiore coesione e concertazione. 
E’ l’assunzione di decisioni e responsabilità condivise che sta venendo drammaticamente meno.
La nota inviata alle scuole dal ministero dell’Istruzione mostra chiaramente l’esistenza di un contrasto tra ministri e una spaccatura tra governo, Regioni e Comuni.  Tra le misure contenute c’è lo spostamento diretto alle regioni, saltando le competenze e i confronti propri del Tavolo nazionale sulla sicurezza, quello deciso ad agosto, che doveva operare un monitoraggio costante sull’andamento della pandemia nelle scuole.
La delega passa ai tavoli regionali. Il tavolo nazionale è assorbito dal ministro, che non lo ha più convocato, e che dietro pressanti richieste lo annuncia con tutto comodo per il prossimo 30 ottobre.
Ancora una volta è la scuola che si deve adeguare alle disposizioni e dovrà farlo, come al solito con le proprie risorse, da sola – osserva con grande preoccupazione Pino Turi, segretario generale Uil scuola.
La comunità educante è chiamata a risolvere anche le diatribe tra istituzioni, vaso di coccio tra vasi di ferro.
Distanze che aumentano la confusione e prestano il fianco alla diffusione della pandemia proprio quando si avrebbe maggior bisogno di coesione e concertazione ovvero l’assunzione di decisioni e responsabilità condivise, che sta venendo drammaticamente meno.

On line la scheda di dettaglio sul provvedimento:

Turi: bypassato il tavolo nazionale sulla sicurezza, passa a quelli regionali 


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APPLICAZIONE DPCM. La nota alle scuole scende dall’alto. A scatola chiusa.

 

Giuseppe D’Aprile. segretario nazione Uil Scuola.

I sindacati informati un quarto d’ora prima. Nessuna possibilità di tutelare lavoro e persone.
Questo è un modello di relazioni sindacali inaccettabile

“Una convocazione ad horas, su argomenti così importanti, che ci lascia sconcertati” – è quanto dichiarato dalla UIL Scuola durante la riunione pomeridiana convocata presso il MIUR. La UIL Scuola ha preso atto dell’informativa da parte dell’Amministrazione che ha illustrato la nota, in fase di pubblicazione, su quanto previsto nel DPCM del 18 ottobre 2020 che riguarda, in particolare, la possibilità da parte delle scuole di secondo grado, in caso di criticità, di posticipare l’orario di ingresso delle classi alle ore 9:00. Un modo di procedere assolutamente non condiviso – afferma Giuseppe D’Aprile – su problematiche che non rappresentano una novità ma che ormai, invece, si protraggono da molto tempo. Al contrario di ciò che afferma l’Amministrazione, non esiste alcun raccordo tra il MIUR e le scuole sulle quali si sta scaricando, ancora una volta, tutta la responsabilità per il funzionamento delle stesse, nonostante le evidenti criticità. Il MIUR fa finta di non vedere, opera con miopia senza una visone politica dei problemi che coinvolgono tutta la comunità educante. Una mare magnum di norme che si susseguono e che vedono il sindacato, non per propria scelta, spettatore e non copartecipe di decisioni che, forse, attraverso un sano modello di relazioni sindacali, avrebbero contribuito alla gestione della scuola in questo momento particolare legato all’emergenza epidemiologica. Socializzare con i sindacati e non concertare – continua D’Aprile – rappresenta un modus operandi di cui la UIL Scuola prende atto ma, dal quale, nello stesso tempo si dissocia

 

LA SCUOLA DI NUOVO ALLA SFIDA DEL COVID


La scuola è un vaso di creta tra vasi di ferro
Paga il costo di politiche autoreferenziali e a tratti autoritarie

Gli avvenimenti che si stanno generando in queste ore raccontano di una pandemia tutt’altro che sotto controllo.
Il Coronavirus impone un corso di recupero. La lezione di primavera non è stata appresa perché la politica continua a fare scelte come prima della pandemia. Se non si recupera il ruolo della politica sarà difficile traguardare l’emergenza. L’obiettivo è entrare nel futuro non nella normalità del passato.

Il Coronavirus ha messo alla prova sistemi e paesi, misure e decisioni, non solo di oggi. Prima ci rediamo conto di ciò, prima superiamo la crisi.
La decisone di De Luca scarica sulla scuola le conseguenze di scelte e non-scelte che andavano fatte.
Su questo siamo convinti che una interlocuzione con i corpi intermedi, quelli che fanno funzionare lo Stato, poteva tornare utile.
Magari qualche buona idea da prendere c’era.
Le decisioni di Azzolina, del pari, prese in uguale, assoluta, solitudine, senza il conforto e il dialogo con le forze sociali, seguono lo stesso modo di agire.  Due figure allo specchio. Due sguardi con lo stesso difetto. Decidono da soli.
Ora assisteremo al derby tra De Luca e Azzolina. Poi il confronto politico, gli schieramenti, i dibattiti faranno venir meno il problema ed entreremo nella solita dimensione virtuale.  La realtà diventerà altro e si allontanerà dalle scelte che vanno fatte, che servono a tutti. C’è una buona notizia: la qualità della nostra scuola, il suo essere centrale, indispensabile quasi, ora è pienamente avvertito da tutti.

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Precisazione eventuale licenziamento per emergenza epidemiologica collaboratore scolastico assunto su posto Covid.

 

Pervengono alle scriventi segreterie segnalazioni in merito alla preannunciata volontà, da parte di alcuni DS, di licenziare i collaboratori scolastici assunti su posto COVID in caso di chiusura della scuola per emergenza epidemiologica. Premesso che il licenziamento, secondo il precedente decreto, si sarebbe configurato solo in caso di lockdown nazionale e giammai nei casi di chiusura di singola scuola, come già ribadito nella scheda riassuntiva inviata nei giorni scorsi, il decreto agosto e la successiva nota ministeriale di chiarimenti escludono la possibilità di licenziare il personale assunto su posto Covid e non fanno distinzione TRA I DIVERSI PROFILI DEL PERSONALE ATA. Nel caso in cui ciò dovesse avvenire in deroga a quanto previsto nel “Decreto agosto” (rescissione contratto collaboratore scolastico assunto su posto Covid) è necessario “vigilare” affinchè nel decreto che prevede la rescissione del contratto venga indicata la norma alla quale il Dirigente Scolastico fa riferimento. Il tutto al fine di tutelare legalmente eventuali licenziamenti illegittimi. 

Giuseppe D’Aprile – segretario nazionale Uil Scuola Rua.                                                                              salvo mavica – segretario organizzativo Uil Scuola Sicilia

Turi: concorso della discordia. Si può ancora evitare.

Per il ministro è diventata una sfida personale. Serve atto di responsabilità utile alla scuola.

OGGI POMERIGGIO LA PROTESTA DEL MONDO DELLA SCUOLA IN CENTO PIAZZE– Tantissime persone hanno deciso di partecipare, oggi pomeriggio, alle iniziative di protesta organizzate a supporto dei precari della scuola. Arrivano mail preoccupate e immagini che non sono quelle della movida notturna ma dei precari in coda per le Gps – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

Le scuole sono in una situazione di difficoltà: questo è chiaro a tutti. C’è ampia condivisione anche tra le famiglie che vedono il quadro delle presenze in classe degli insegnanti, supplenti.

Il Governo sta chiedendo responsabilità a tutti i cittadini – osserva Turi. Ci aspetteremmo analoga responsabilità da parte del ministro dell’istruzione che appare più interessata a portare avanti una battaglia personale che guardare ad un interesse superiore.
Evidentemente ritiene che le due cose coincidano. Se provasse per una volta ad ascoltare chi la pensa diversamente, almeno le sorgerebbe il dubbio.

Un vasto schieramento di scienziati e forze politiche sta chiedendo, anche con atti formali, di ripensare la scelta del concorso straordinario targato Azzolina.

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Turi: ministro la scuola non chiude, protesta

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Mentre nelle piazze italiane sale la protesta il ministro continua a ribadire che la scuola non chiude.
Lo sappiamo bene – sottolinea Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, alla vigilia delle manifestazioni del pomeriggio.
Noi non vogliamo la chiusura delle scuole. Vogliamo che funzionino al meglio. Così come lo vogliono insegnanti, studenti e famiglie.

Siamo stati i primi – aggiunge Turi – a mostrare tutti i limiti dell’insegnamento a distanza (la Dad della scorsa primavera) e non siamo tra i ‘pentiti’. Anche in seguito, alla ripresa, ci siamo schierati a favore della scuola, sicura e in presenza, quando tutti osannavano le tecnologie digitali, compreso il ministro e le sue avanguardie dell’innovazione.

Noi vogliamo e rivendichiamo la scuola in presenza e in sicurezza. Per questo abbiamo sottoscritto un accordo. Un accordo che prevede una gestione coordinata dell’emergenza attraverso un tavolo nazionale in cui confrontarsi per trovare le migliori soluzioni.
Un tavolo che pare essersi dissolto nelle nebbie della confusione in atto. E” evidente che era un paravento per nascondere scelte unilaterali.

Oggi nelle nostre manifestazioni rivendichiamo spazi negoziali e di partecipazione a partire dagli impegni politici che erano compresi in quel protocollo:
– iniziare a ridurre gli alunni per classe a partire dalle classi iniziali;
– contrattualizzare la DaD
– garantire i lavoratori fragili.

Tutti punti sospesi – sottolinea Turi – rimasti senza soluzione. Il tavolo si è interrotto e non sappiamo perché.
Intanto tempo e risorse vanno verso un concorso straordinario inutile per la scuola.

Scuola: domani pomeriggio le iniziative di protesta nelle città italiane per rendere stabile il lavoro e sicure le scuole

Saranno un centinaio le iniziative sparse sul territorio nazionale, domani pomeriggio, per chiedere stabilità al lavoro e sicurezza nelle scuole.
Un insieme di manifestazioni e sit-in davanti alle Prefetture e agli uffici scolastici regionali per una scuola in presenza, con tutte le garanzie necessarie: a partire dagli organici, e poi gli spazi e le misure di sicurezza.

“Le scuole hanno riaperto – osservano i segretari generali dei sindacati scuola promotori delle iniziative nelle città – ma la didattica non decolla perché mancano i docenti. Inutile dire che le misure da prendere dovevano essere di altro tipo, prova ne sono i buchi di organico e le mancanze strutturali. Ora bisogna intervenire rapidamente”.
 
“Lo svolgimento in presenza delle prove concorsuali in piena emergenza pandemica esclude dalla possibilità di partecipazione tutti i precari in situazione di quarantena in concomitanza della prova e nello stesso tempo contribuisce ad aumentare i rischi di contagio” ribadiscono i leader dei sindacati scuola.
 
Queste le proposte al centro della giornata di mobilitazione:
• stabilizzare tramite prova orale e valutazione di titoli i docenti con tre anni di servizio: l’unico modo per garantire in tempi brevi e certi la copertura delle cattedre e la continuità didattica.
• stabilizzare su sostegno tramite prova orale i docenti specializzati: personale già selezionato per garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità
• avvio dei percorsi abilitanti a regime per tutti e in particolare per i docenti con 3 anni di servizio
Le iniziative avverranno nel rigoroso rispetto delle misure prescritte nell’ultimo Dpcm.
 
#RENDIAMOSTABILEILLAVORO
#RENDIAMOSICURELESCUOLE
 
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Queste alcune delle piazze coinvolte:
A Roma, appuntamento davanti all’Ufficio scolastico regionale di Via Frangipane, dalle 16.00
A Napoli manifestazione in Pazza del Plebiscito a partire dalle 16.00.
In Puglia iniziative davanti alle prefetture di Bari, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto – con orario a partire dalle 14.30 fino alle 17.00
In Calabria presidi e manifestazioni a partire dalle 15.00 nelle cinque province capoluogo.
In Piemonte Appuntamento a partire dalle 14,30 davanti alle prefetture di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Vercelli.
Assembea on line a Biella.
In Veneto, sit-in nelle piazze antistanti le prefetture dalle 15.30 alle 16.30.
A Trento, appuntamento di fronte al Commissario del Governo regionale.
Flash-mob davanti alla prefettura dalle 15.00 ad Ancona.
A Terni, manifestazione in Via della Stazione, davanti alla Prefettura.
A Bologna, sit – in davanti alla Prefettura in Piazza Roosevelt.
A Genova, presidio in Largo Eros Lanfranco.
A Savona, in piazza Saffi a partire dalle 16.30 e in in Via Veneto a La Spezia.
In Molise, presidio a Campobasso.
In Sicilia le manifestazioni si terranno davanti alle prefetture e in assemblee on line.

#RENDIAMOSTABILEILLAVORO #RENDIAMOSICURELESCUOLE INSIEME PER E CON I PRECARI.

#RENDIAMOSTABILEILLAVORO #RENDIAMOSICURELESCUOLE
INSIEME PER E CON I PRECARI
Mercoledì 14 ottobre 2020
Ore 15.30

Come in tutta Italia, anche a Catania la giornata di mercoledì 14 ottobre 2020 sarà dedicata alla mobilitazione per la gravissima emergenza del precariato scuola, prima con un intervento dei rappresentanti sindacali di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Rua, Snals-Confsal e Gilda in diretta su Radio Antenna1 dalle h. 7.00 alle 8.00, poi, dovendo ovviamente tenere in debito conto la situazione attuale dell’emergenza Corona virus, prevedendo un incontro con il Prefetto di Catania di una delegazione in rappresentanza dei Precari della scuola e delle OO.SS., per esprimergli le ragioni della protesta e consegnarli un documento espositivo:

stabilizzare tramite prova orale e valutazione di titoli i docenti con tre anni di servizio: l’unico modo per garantire in tempi brevi e certi la copertura delle cattedre e la continuità didattica;
stabilizzare su sostegno tramite prova orale i docenti specializzati: personale già selezionato per garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità;
lo svolgimento in presenza delle prove in piena epidemia esclude tutti i precari in situazione di quarantena in concomitanza della prova e contribuisce ad aumentare il rischio dei contagi;
avvio dei percorsi abilitanti a regime per tutti e in particolare per i docenti con 3 anni di servizio.

Catania, 13 ottobre 2020

Tino Renda – Pagliarisi Ferdinando – Salvo Mavica – Luca Tempera – Giorgio La Placa.

attachments: copia documento che sarà presentato a S.E. il Prefetto: Lettera Prefetto 

SCUOLA E COVID/ Turi: ministro comunichi periodicamente veri numeri del monitoraggio.


CRESCONO PREOCCUPAZIONE E CONTAGI / UIL: QUESTA PANDEMIA SI PUÒ SUPERARE SOLO INSIEME E CONDIVIDENDO LA REALTÀ.

C’è un Tavolo nazionale per definire gli interventi nelle scuole. Perché non viene convocato?
C’è qualcosa che non quadra nella comunicazione del ministero dell’Istruzione.
Si continuano a dare indicazioni, a pianificare attività e progetti sulla base di numeri fermi al 26 settembre mentre i numeri dei contagi e delle situazioni di difficoltà delle scuole sono in crescita sensibile.  Ad essere coinvolti sono insegnanti, studenti, e le loro famiglie, in un meccanismo a raggiera che moltiplica gli effetti quotidiani del disagio.
Sono giornate piene di richieste preoccupate da parte del personale, delle famiglie in una confusione di messaggi contradditori che aumentano i sospetti.
Questa pandemia si può superare solo insieme e condividendo la realtà, bella o brutta che sia – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. Sarebbe un guaio se si insinuasse il sospetto che si sta cercando di curvare i numeri per ragioni,  anche nobili, di natura istituzionale tese a dare messaggi tranquillizzanti.
Per dare rassicurazioni bisogna aprire gli armadi e rendere trasparente la situazione.

attachments: TURI su situazione scuole e covid

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