REPORT >>> Contratto DID: quando la realtà supera l’immaginazione.

C’era una volta un contratto scritto male e difficile da applicare al punto che si decise di scrivere una nota che lo migliorava.  Non bastò e si mise una toppa con un documento politico. 
Contratto DID: quando la realtà supera l’immaginazione
Uil Scuola: è un metodo che non condividiamo, una gestione dell’emergenza che non ci convince. Le scelte contrattuali restano, i governi passano.
In un momento così complesso i riferimenti contrattuali sono la bussola dei lavoratori. Siamo convinti che la condivisione è la scelta prioritaria.

La pandemia ha sconvolto ogni schema, è vero, ma ciò non ci impedisce di vedere e ritrovare il senso di una operazione che è frutto di una politica divisiva e di contrapposizione che proviene da un ministro con scarsa cultura di governo e con forte propensione a politiche di opposizione, che l’hanno portata a determinare una divisone sindacale, che non vogliamo definire di rottura, ma poco ci manca.
La nostra azione non si limiterà ad affermare le nostre ragioni, ma cercheremo in tutti i modi di incrociare una nuova strada unitaria, senza pregiudizi nei confronti degli altri sindacati, ma con un giudizio fortemente negativo nei confronti della politica divisiva del Ministero.  Dalla ministra Azzolina ci dividono modi, metodi di governo e delle relazioni sindacali basati su strategie divisive invece che poggiati sul confronto e sull’ascolto.

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La dichiarazione congiunta sottoscritta dall’amministrazione e da alcuni sindacati firmatari del contratto integrativo sulla Didattica a Distanza è stata l’oggetto della convocazione da parte ministeriale di tutte le organizzazioni sindacali, anche quelle che non hanno sottoscritto il contratto integrativo.
 
Per descrivere l’iter di questo contratto potremmo prendere a prestito il titolo del romanzo per ragazzi di Michael Ende: La storia infinita. Un accordo a rate.
Oggi un ulteriore passaggio per informare tutte le organizzazioni sindacali dei contenuti di un ‘documento politico’ che riguarda il ministero dell’istruzione e i sindacati firmatari dell’accordo.
Una firma a più tempi, con tanto di testo contrattuale, successiva nota esplicativa e ora il documento politico.
C’è voluto un ulteriore incontro, non contestuale alla sottoscrizione, su richiesta legittima di uno dei sindacati firmatari, per chiarire le discrasie tra il contratto e la nota.
Segnali chiari di una difficoltà nella stesura del Ccni. Non è un giudizio pregiudiziale il nostro, è volontà di poter discutere del merito di un accordo politico sottoscritto con altri sindacati.
Accordo di cui non possiamo che prendere atto.
 
Chiaramente la UIL scuola non intende aderire, perché di adesione si sarebbe trattato, ad un documento concordato da altri, un’intesa politica più che un contratto. Nella nostra storia di sindacato libero ed indipendente non abbiamo mai delegato nessuno a rappresentarci, né pensiamo di farlo ora.

 

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Puglia e apertura scuole: siamo al fai da te.


Nel perimetro della maggioranza crescono i contrasti che rischiano di diventare insanabili. A rimetterci sono docenti, dirigenti e Ata.
 Scuola è funzione dello Stato, l’emergenza sanitaria va governata in un quadro di regole generali.
Alle ordinanze, a dir poco singolari, del Presidente Emiliano, il ministro dell’istruzione risponde con una nota di vicinanza e solidarietà.
Ci chiediamo: il ministro vive in un altro paese? Non è ministro italiano e dunque anche della Puglia?

Di fronte ad un’invasione di campo del Presidente Emiliano, il ministro dell’istruzione, non si può limitare alla solidarietà, deve agire: l’ordinanza è illegittima, va cassata.
Il Presidente Conte, che è intervenuto nel commissariamento della sanità in Calabria, sa come si fa.
Dobbiamo riconoscere al ministro una affermazione fondante che ci trova concordi: la scuola italiana è quella della costituzione, non servizio a domanda individuale.
Ribadisce – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – ciò che andiamo ripetendo da tempo: la scuola è funzione dello Stato, non c’è spazio per la legislazione concorrente sulla materia scolastica.

attachments: COM caso Puglia 091020

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Il ministero complica le disposizioni del dpcm: la scuola non è sede di discriminazioni. 
Turi: su inclusione e categorie a rischio misure inadeguate e retrograde. 
Scuola reale è più avanti e richiede risposte adatte al momento di emergenza

La scuola è istruzione non assistenza. 
Non si può parlare di key worker. La scuola vale per tutti.

La scuola ha una sua vera funzione che è quella di istruire ed educare. Non si possono scaricare sulla scuola esigenze, giuste, ma che attengono ad altre responsabilità e competenze.
Gli studenti esclusi dalla didattica in presenza non possono costituire per il ministero un “problema didattico”.
Non sono bastate le politiche seguite negli ultimi vent’anni caratterizzate da tagli, contenimento della spesa, politiche neo liberiste, tese a trasformare la scuola da funzione a servizio, adesso anche le istruzioni impartite dal ministero devono dare l’idea di una scuola – dove-non-si-fa-scuola – che deve trasformarsi in un parcheggio assistenziale.

COM Nota Mi su DPCM 061120

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Turi: su inclusione e categorie a rischio misure inadeguate e retrograde. 
Scuola reale è più avanti e richiede risposte adatte al momento di emergenza”

Nota del Ministero Istruzione sulle MAD per l’a.s. 2020/21.

 La nota MI del 4 novembre la quale dispone, per l’a.s. 2020-21, la possibilità anche per i docenti inclusi nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) o in graduatorie di istituto di presentare domanda di Messa a disposizione (MAD).

La nota rappresenta un’ulteriore conferma di quanto la UIL scuola aveva preventivato e prospettato.
Avevamo infatti chiesto di regolamentare le MAD ma di non vietare, soprattutto per quest’anno scolastico, la possibilità di presentare domanda di “messa a disposizione” a coloro i quali sono inseriti nelle Graduatorie Provinciale per le Supplenze (GPS) e di istituto.
La nostra proposta in merito era suffragata dai numerosi posti vacanti e, soprattutto, dallo stato emergenziale nel quale il paese e quindi anche la scuola, versano.
Il Ministero ha “fatto orecchie da mercante” e questi sono i risultati: posti a “iosa” che tuttora non sono stati coperti né dalle immissioni in ruolo ordinarie, né dalla call veloce, né tanto meno dalle GPS.
Una nota che genera ulteriore caos a danno dei docenti i quali non hanno prodotto la “messa a disposizione” per cui il posto disponibile nella migliore delle ipotesi, è stato occupato da personale non inserito nelle GPS.
I Dirigenti Scolastici giustamente non sanno, a questo punto, come comportarsi per conferire le nomine una volta esaurite le graduatorie, dovendo infatti attendere la ricezione di eventuali domande di messa a disposizione da parte di coloro che, inizialmente esclusi, potranno ora, a seguito della nota, aspirare ad un incarico pur essendo già inclusi in una graduatoria.
Il risultato di tale caos sarà che gli alunni continueranno a rimanere senza insegnante a causa di un ministero che ostinatamente procede in modo disorganizzato e secondo le proprie convinzioni pur se smentite dagli eventi (vedi rinvio concorso straordinario).
Anche su questo la UIL scuola aveva ragione e denuncerà questa ulteriore ingiustizia che, come al solito, approderà nelle aule dei tribunali.

attachments: la nota – AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE.2020.0034635

DPCM 3 NOVEMBRE: LE MISURE PER LA SCUOLA.

Avviso UIL SCUOLA informativa vers 3.jpg
Il nuovo Dpcm è in Gazzetta Ufficiale dal 4 novembre con validità dal 5 novembre al 3 dicembre 2020.

Le misure valgono sull’intero territorio nazionale con regole e divieti diversi qualora si tratti di zone ad elevata gravità (Regioni che si collocano in uno “scenario di tipo 3” e con un livello di rischio “alto”-Arancione-) e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità (Regioni che si collocano in uno “scenario di tipo 4” e con un livello di rischio “alto”- Rossa-).
>>> Nella scheda le misure previste per la scuola.: DPCM-3-NOVEMBRE-Scheda-di-sintesi-UIL-scuola-

DPCM E CONCORSO SCUOLA / Turi: il Dpcm archivia il concorso. Ora serve una sessione su reclutamento. Concorso straordinario: la realtà ha prevalso sull’ostinazione


In decine di migliaia rimasti fuori dalle prove. Il percorso è saltato: nato male è finito peggio.
Turi: Dpcm archivia il concorso. Ora serve una sessione su reclutamento.
La pandemia ha prevalso sulle narrazioni di questi mesi, sprecati ad inseguire gli eventi e supportare posizioni di parte.
La realtà ha prevalso sulla narrazione: serve un atto di responsabilità e non limitarsi alla sospensione del concorso straordinario, ma serve una sessione di discussione che riguardi il reclutamento – commenta Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, in merito alla sospensione dei concorsi pubblici prevista nel nuovo Dpcm.
Il percorso è saltato e va riprogrammato. C’è qualcuno che possa pensare ancora che la convivenza tra il concorso ordinario e lo straordinario possa ancora reggere?
Si tratta di agire e presto per non pregiudicare anche il prossimo anno scolastico.

Dpcm e concorso 041120

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RIAVVIATO IL CONFRONTO SUL PROTOCOLLO DI SICUREZZA PER LA SCUOLA . Un tavolo costituito che non ha mai funzionato

All’incontro, oltre Pino Turi, erano presenti Giuseppe D’Aprile e Rosa Cirillo. 

Finalmente, dopo più di tre mesi dall’ultima riunione, il Dipartimento delle risorse umane e finanziare del MIUR ha convocato il “Tavolo nazionale permanente sulla sicurezza”.
“Un tavolo costituito che non ha mai funzionato” – è quanto ha dichiarato Pino Turi durante l’incontro – e i risultati sono evidenti.
Dopo la sottoscrizione dell’accordo sulla sicurezza che serviva per consentire di riaprire le scuole in presenza e in sicurezza a settembre scorso, il compito del tavolo nazionale sulla sicurezza doveva essere quello di gestire e cercare le giuste soluzioni ai problemi di sicurezza delle diverse realtà scolastiche territoriali attraverso l’intermediazione dei tavoli regionali. 
Era necessario approfittarne proprio quando la pandemia aveva allentato la curva dei contagi e invece non è mai stato convocato a dispetto di scelte unilaterali a cui, evidentemente, l’apporto delle organizzazioni sindacali non era necessario.
Oggi raccogliamo i cocci di una situazione di per sé esplosiva che scarica sul personale e sui Dirigenti Scolastici tutte le responsabilità di una situazione ulteriormente complicata da nuovi problemi e da nessuna soluzione; un clima di completa sfiducia che scaturisce dalla mancanza di coordinamento e solidarietà tra i diversi Ministeri e i sindacati che, comunque, rappresentano il personale della scuola che tutti i giorni, in prima linea, si espone per far si che la scuola continui a rimanere aperta.

La UIL Scuola ha ribadito, anche nell’incontro odierno, che servivano e servono ancora presidi sanitari e di tracciamento in tutte le scuole non solo per garantire la sicurezza di tutto il personale e degli alunni ma anche per poter capire se la scuola è un luogo sicuro nel quale il virus è poco presente.

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QUESTA MATTINA INCONTRO SINDACATI SCUOLA, CONFEDERAZIONI, MINISTRO ISTRUZIONE


UIL: sulla scuola ferite aperte. Servono decisioni diverse.
Turi: c’è disponibilità ma a patto di un cambio di linea politica che passi dalle decisioni in solitudine a misure condivise.
E’ un giudizio critico sulle scelte di politica scolastica di questo governo quello che esce dall’incontro di questa mattina tra confederazioni, sindacati scuola  e il ministro Azzolina.
Una politica caratterizzata da mancanza di dialogo e confronto, tanto da avere di fatto eliminato ogni forma vera di partecipazione sindacale – così Pino Turi in apertura del suo intervento.
Le relazioni sindacali sono al lumicino. I pochi atti negoziali, come il protocollo sulla apertura delle scuole in presenza e in sicurezza, sono stati sostanzialmente disattesi.
Serve un clima di fiducia, i lavoratori della scuola sono persone perbene, agiscono responsabilmente, ma non si sentono rappresentati dalle decisioni di questo governo.
Ci sono ferite aperte nel corpo sociale della scuola: i precari che stanno facendo un concorso in pandemia, partito male che sta andando peggio. Sono oltre 7 mila le persone rimaste fuori senza prove di suppletive. Si è in tempo ancora per sospenderlo, per trovare soluzioni – ammonisce Turi.

COM incontro sindacati- Azzolina 301020

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Riteniamo che qualunque determinazione, intesa a mantenere in servizio – presenza fisica – nelle istituzioni scolastiche i Docenti durante la didattica a distanza (DAD), proprio a causa dell’attuale esigenza emergenziale, debba evitarsi.

A tutti i Dirigenti delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della PROVINCIA DI CATANIA. Ambito Territoriale Catania

E p.c. alla RSU ed all’albo sindacale di tutte le istituzioni scolastiche della Provincia di Catania

Oggetto: Chiarimenti in merito alla nota 1934 del 26 ottobre a firma del capo dipartimento dott. Marco Bruschi

Egregi Dirigenti,

Alle scriventi OO.SS. sono pervenute ripetute segnalazioni relative a talune circolari che prevederebbero, durante la didattica a distanza (DAD), nelle istituzioni scolastiche la presenza in servizio anche del personale docente.

Tale interpretazione, qualora sia dovuta alla nota in oggetto, appare sconcertante perché fa riferimento ad un contratto integrativo relativo alla DDI e alla DAD che è privo di alcun valore in quanto non sottoscritto dalla maggioranza dei sindacati rappresentativi. Inoltre, facendo riferimento alle disposizioni di sospensione dell’attività didattica in presenza contenute nell’art. 2 dell’Ordinanza del Presidente della regione Siciliana n° 51 del 24/10/2020, il DL 104/2020 convertito definitivamente in legge il 13 agosto 2020 chiaramente afferma che “Al fine di consentire l’avvio e lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 e per le finalità di cui all’articolo 231-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, e al presente articolo, per l’anno scolastico 2020/2021 al personale scolastico e al personale coinvolto nei servizi erogati dalle istituzioni scolastiche in convenzione o tramite accordi, non si applicano le modalità di lavoro agile di cui all’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, tranne che nei casi di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica“. Riteniamo altresì illegittimo che alcuni Dirigenti Scolastici pretendano che il personale Docente di Ruolo debba portarsi il proprio portatile a scuola per effettuare la DAD. Pertanto, in tali condizioni, i docenti possono ed anzi devono senz’altro lavorare in regime di smart working senza alcun obbligo di presenza in servizio a scuola, in coerenza con la finalità emergenziale di riduzione della circolazione della popolazione, ma anche migliorando certamente la qualità del proprio lavoro, in quanto potranno finalmente disporre degli strumenti tecnologici e della connessione internet che molto spesso le scuole non possono garantire. Riteniamo, dunque, che qualunque determinazione, intesa a mantenere in servizio nelle istituzioni scolastiche i Docenti durante la didattica a distanza (DAD), proprio a causa dell’attuale esigenza emergenziale, debba evitarsi. Per questi motivi Vi invitiamo a rispettare quanto stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale e dalla complessiva disciplina emergenziale.

Certi di un cortese riscontro. Distinti saluti

FLC CGIL,  CISL Scuola,  UIL Scuola,  SNALS CONFSAL,  FGU GILDA UNAMS

Tino Renda,  Ferdinando Pagliarisi,  Salvo Mavica,  Giovanni Tempera,  Giorgio La Placa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Candidati al concorso straordinario si presentano ma la sede d’esame è fantasma. La metà di loro è stata costretta a lasciare la sede e non sostenere le prove.


Turi: possiamo chiedere al governo di affrontare e discutere di questa vicenda che non può reggere all’urto della pandemia?
Mentre la pandemia accentua la sua corsa, gli imprevisti peggiori vengono dalla disorganizzazione interna che fa vittime sulle prime linee.
Con la confusione in atto si cerca di portare avanti il concorso straordinario riservato per i precari, messi alla frusta dal punto di vista psicologico, come le scuole che ne stanno gestendo la procedura.
Oggi a San Giuseppe Vesuviano*, per un specifica classe di concorso, i candidati si sono presentati in orario alle 8.00 arrivando da varie parti del paese e si sono sentiti dire che non c’era nessun concorso nazionale.
Dopo concitazioni e discussioni la scuola metteva su una procedura improvvisata, in aule improvvisate, senza nessuna garanzia, né sulla prevenzione sanitaria dei candidati, né sulle garanzie di procedura del concorso.
E’ chiaro ormai a chi vuole evitare di mettere la testa sotto la sabbia che il clima per svolgere un concorso in modo regolare non c’è. Prima se ne renderà conto il ministro meglio sarà per tutti.
Attenzione si sta riducendo, sino a sparire, la fiducia nelle istituzioni che è la base del funzionamento di una democrazia giovane ma strutturata come la nostra.
Ora, con il massimo dell’umiltà possibile, possiamo chiedere al governo di affrontare e discutere di questa vicenda che non può reggere all’urto della pandemia?
E’ possibile che lo stato assista impotente a situazioni che meritano attenzione?
Ancora una volta, di fronte alla sordità della politica, saremo costretti a rivolgerci alla magistratura per fare valere interessi legittimi che lo stato dovrebbe garantire a prescindere.
Nei giorni scorsi abbiamo rilevato che con questi ritmi di partecipazione saranno oltre 7 mila le persone che verranno espulse anche dal lavoro precario con cui vivono. Il doppio delle famiglie della Whirpool di Napoli.
Ci auguriamo che il ministero disponga un’ispezione per accertare i gravi fatti denunciati dai lavoratori candidati del concorso. La metà di loro è stata costretta a lasciare la sede e non sostenere le prove.

*Istituto Cozzolino D’Avino

DAD / Di contratto non c’è proprio niente. Cronaca di una trattativa di 48 ore con termine finale alle ore 18.00 di domenica.


Servono, e non ci sono, programmazione e un tavolo permanente di confronto per affrontare le emergenze. 
Sono gli aspetti fondamentali per mettere le scuole in sicurezza. Non svolgiamo la nostra azione a comando.
Siamo contrari a trattative strozzate, sottratte alla consultazione dei lavoratori, non firmiamo contratti per adesione ma per convinzione. Sono mesi che gli appelli all’urgenza del confronto, sulla Dad e su tanto altro, sono rimasti lettera morta.
Di un contratto integrativo sulla DaD, ovvero sulla DID, non se ne era accorto nessuno in quanto la felice ‘idea’ al Ministero è venuta nel corso di una riunione giovedì sera.
In quella riunione si portava a conoscenza delle organizzazioni sindacali, una circolare di attuazione del lavoro agile del decreto della Funzione Pubblica. Al ministero, nella riunione, si erano resi improvvisamente conto che per il personale docente non esiste giuridicamente il lavoro agile. Tac! Si è pensato al contratto integrativo sulla didattica a distanza, e venerdì sera, nel giro di poche ore – probabilmente per inseguire il nuovo Dpcm che sulla scuola parla proprio di didattica a distanza – si è chiesto di realizzare un contratto integrativo.
Proprio quel contratto che era stato rivendicato per mesi  da tutte le organizzazioni sindacali.
Un’esigenza per la verità avvertita da tutti, anche da noi della Uil Scuola, che ora ci troviamo a spiegare le ragioni di una non-firma di quella che nei fatti appare (o è) più una circolare camuffata, che un contratto in cui si stabiliscono diritti e doveri lavoratovi.

  • Un contratto è un gesto di responsabilità, conoscenza dei dettagli, programmazione, previsione. Offre diritti e tutele ma e richiede rispetto e adempimenti corretti sul fronte degli obblighi lavorativi.
    La rapidità con cui si è cercato di mettere a punto un contratto, sbarazzandosi delle conseguenze, è nel segno di un ministro che non è stato eccelso quanto ad affidabilità. Noi ricordiamo bene le diatribe sulla mobilità, sul vincolo quinquennale, sulle Gps, sul concorso straordinario.
    Eppure, a voler stare sul piano degli accordi, uno lo abbiamo firmato, anzi due.
    Uno per gli esami di Stato in presenza e l’altro per l’apertura delle scuole in presenza e in sicurezza.
    Il secondo sostanzialmente disatteso. Sono stati costituiti i tavoli in progressione da quello nazionale a quelli regionali fino a quelli provinciali, in cui si sarebbero dovute prendere decisioni condivise anche trasversali nelle competenze dei trasporti e sanità.
    L’accordo è stato sottoscritto il 6 agosto. Una convocazione per il 2 settembre è stata rinviata. Il tavolo nazionale non è stato più convocato. Su nostra richiesta la riunione si terrà tra il 28 e il 30 di questo mese.
    Ecco allora il bilancio delle ultime 72 ore di pressing ministeriale per un contratto frettoloso e mal gestito che dovrà  riguardare il lavoro di migliaia di persone:
    1. Affidabilità zero: si prosegue con il sistema del decidiamo-noi – voi fate così -subito-subito. Poi bisogna rifare tutto.
    2. Mancanza di uno scambio corretto e condiviso dai lavoratori.
    3. Responsabilità senza risorse, anzi scaricando sui lavoratori costi impropri.
    4. Nessuna programmazione, nessun progetto da condividere.

Non sono queste le premesse per fare o non fare un buon contratto:
• Un accordo che non affronta i nodi cruciali delle tutele ai lavoratori. I fragili ostinatamente ignorati.
• I quarantenati, che seppur non contagiati, vivono condizioni familiari e personali psicologicamente pesanti, affatto considerate.
• I precari per i quali non si prevedono facilitazioni per i costi di connessione e l’acquisto di device. I dirigenti scolastici che si vedono consegnare una gestione sempre più esplosiva, complicata da nuovi problemi e da nessuna soluzione e che ne rispondono direttamente della sicurezza dei luoghi e dei lavoratori (chissà se il domicilio del docente è un luogo di lavoro, e come si garantisce la sicurezza?).
• I docenti per i quali, nella didattica a distanza, si mantengono gli stessi identici orari della normale attività di insegnamento senza le pause previste per i lavoratori che svolgono lavoro al videoterminale pone enormi conseguenze anche sulla salute, delle quali qualcuno dovrà rispondere; non si considera nemmeno che l’utilizzo di numerose piattaforme informatiche li espone alla violazione della privacy di piattaforme, con sedi legali all’estero che rispondono a legislazioni straniere.
• Un testo puntuale nel richiamare norme, articoli commi e lettere, ma evanescente sui doveri e sugli obblighi non fa che aumentare la confusione già al limite del collasso.
• Il contratto deve dire con chiarezza quali sono gli obblighi e quali i doveri, non deve avere appendici di sorta e magari attuato in ‘interpretazioni’ burocratiche che aumentano confusione e contenziosi.

il report:Report DaD 261020

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Comunicazione ufficio legale: istanza richiesta prova suppletiva concorso straordinario

Pillole di consulenza. La Uil Scuola in prima linea per la difesa e la tutela dei lavoratori della scuola.

Qui di seguito, in allegato, il fac simile di diffida, per coloro i quali rientrano nella fattispecie…cioè  per tutti i docenti precari che, per come ha dichiarato candidamente il Ministro Azzolina, non ci sarebbe nulla da fare. No  prove suppletive. Qualcuno avrà chiosato così e che il ministero ha fatto proprio.

fac. simile modello diffida: DIFFIDA PARTECIPAZIONE PROVE SUPPLETIVE

IL GOVERNO FRENA L’ITALIA MA LASCIA APERTI I CONCORSI.

Turi: se settemila persone sembrano poche…
Sono gli insegnanti che non potranno sostenere le prove di un concorso impossibile da gestire.
Anche un solo precario che non è in condizione di partecipare dovrebbe fare riflettere. Si tratta di un danno che va come gli altri ristorato.
Il nuovo Dpcm, per contrastare la pandemia in atto, prevede stringenti misure in relazione all’aggravarsi della situazione. Fulcro del provvedimento è la raccomandazione – con il rafforzativo “fortemente” – rivolta a tutte le persone fisiche, a non spostarsi con mezzi di trasporto pubblici e privati, in comuni diversi da quelli di residenza o domicilio. Si desume che sia pericoloso per sé e per gli altri, ma non al punto di sospendere anche i concorsi pubblici e privati che vengono mantenuti in deroga alle prescrizioni generali. Questo concorso s’ha da fare: è il mantra del ministro Azzolina che, in maniera viscerale, lo porta avanti contro ogni buon senso e fuori dal contesto reale in atto – osserva con grande preoccupazione il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

A questo punto sorgono legittime almeno due domande:
1) sono ancora valide le procedure di sicurezza del CTS, fatte in una situazione di media gravità, ora che è aumentato l’indice di contagio al punto da richiedere una nuova stretta sulla mobilità?
2) Si può ammettere una tale contraddizione?  O dobbiamo continuare a credere alla narrazione che la scuola è il luogo più sicuro, che comunque bisogna raggiungerla, con mezzi pubblici e privati, gli stessi inibiti ai più?

Le cifre offerte dal ministero parlano da sole: il concorso per 1.645 docenti è già partito, 187 docenti non si sono presentati (11,4 %). Sono precari pentiti o docenti impossibilitati a partecipare?
Rimangono 62.300 docenti che si dovranno avventurare in un clima molto peggiorato.
Se consideriamo stabile il dato di partecipazione offerto dal ministero (80,6%) sulla platea totale degli insegnanti del concorso, ci saranno almeno 7 mila persone che non potranno partecipare.

Un concorso riservato che non permette a migliaia di persone a cui è destinato di poter accedere è fatto che indigna ed è inaccettabile. Un danno che subiscono senza alcuna colpa o responsabilità.
Non merita, come negli altri casi, un ristoro? Appare vergognoso avere nei confronti di questi lavoratori, l’insensibilità e il livore ideologico che si sta evidenziando.

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C.V.D. – Cabina di regia M.I. inappropriata. CIFRE INSUFFICIENTI E PREVISIONI SBAGLIATE. Si mettono pezze ma non coprono buchi. Speranze, opportunità di lavoro disilluse. Caos totale. Rettifiche di contratti a raffica. persone trattate come birilli. E il covid incalza.


Stop all’organico Covid: calcoli errati, risorse che non bastano e i contratti si bloccano
Turi: sottovalutazione delle condizioni reali e autoreferenzialità stanno spostando sulle scuole ogni responsabilità.
 Va riconosciuta la professionalità del personale chiamato, garantita la sicurezza e le risorse previste e promesse.

Alcuni Uffici scolastici Regionali (Toscana, Abruzzo, Friuli, Molise) con note scritte hanno fermato l’operazione di utilizzo dell’organico Covid. Il motivo dello stop sarebbe da ricondurre ad errori e omissioni nel calcolo dei fabbisogni in relazione alle 70 mila supplenze annunciate, realizzabili con i fondi stanziati.
Cifre insufficienti e previsioni di spesa sbagliate – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – perché per attivare l’organico Covid occorrono risorse economiche che vanno trasformate concretamente in contratti di lavoro temporaneo.
Errori grossolani, come ad esempio l’aver calcolato le somme da assegnare prevedendo 3 mesi di assunzione, da settembre a dicembre, per cui non è stato coperto tutto il periodo dal 14 settembre al 31 dicembre.
Nelle previsioni manca la copertura di eventuali sostituzioni per lunghi periodi come maternità e congedi parentali, in quanto il budget assegnato per le sostituzioni è molto limitato e non consente sforamenti.
E ancora, per dare misura dell’inadeguatezza delle cifre, nei contratti non è previsto il pagamento dell’assegno nucleo familiare. Voce dello stipendio che per un collaboratore scolastico con due figli e moglie a carico incide per 253.00 euro mensili. Lapalissiano, non occorreva l’esperto contabile e la task force pagata profumatamente, capeggiata dalla Ministra: tace.

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Scuola: Turi (Uil), concorso? Ideologia ha ucciso buon senso  =


(AGI) – Roma, 22 ott. – “Nelle cronache di oggi c’e’ anche il racconto di una insegnante di matematica da cinque anni, residente a Pantelleria, che ha dovuto rinunciare al concorso straordinario per le difficolta’ connesse ai collegamenti legati al viaggio per raggiungere la sede d’esame in Campania.Ci sembra inaccettabile che – per ragioni contingenti – non sia stata messa in condizione di svolgere un concorso per consolidare il proprio status giuridico. Il danno lo riceve la collettivita’, gli studenti”. E’ quanto ha dichiarato all’AGI il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi, a commento della prima giornata del maxi concorso nella scuola per il reclutamento di 32mila insegnanti nella secondaria di primo e secondo grado. “Cinque anni  – ha sottolineato Turi – in cui l’esperienza ha forgiato un docente sono un valore aggiunto che questo tipo di concorso non puo’ accertare. La situazione pandemica butta a mare l’esperienza professionale di quella che, invece, dovrebbe essere la docente che il sistema dovrebbe ricercare. Il concorso non e’ un fine ma un mezzo e va calibrato sugli obiettivi”.  “Nella nostra proposta – ha proseguito il segretario generale della Uil – quella messa a punto nei mesi passati, condivisa da due governi e due ministri dell’istruzione, avevamo immaginato un concorso per

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Scuola, concorso straordinario in Sicilia “Popolazione a rischio, va rinviato”

SEGRETERIE REGIONALI SICILIA
“Il concorso deve essere sospeso e riprogrammato nelle province di appartenenza. A tutela della salute dei siciliani, chiediamo un intervento delle istituzioni”.
Le prove concorsuali previste dal 22 ottobre al 16 novembre potrebbero alimentare la diffusione del virus COVID – 19. Per il concorso straordinario, migliaia di docenti precari si sposteranno da una regione all’altra. Il Ministero della Pubblica istruzione ha previsto lo svolgimento delle prove con la formula delle aggregazioni territoriali, criterio basato solo sui posti messi a bando e non sul reale numero dei partecipanti.
E così, sulla base dei numeri forniti dal Ministero, 1.111 docenti siciliani saranno costretti a spostarsi per raggiungere altre regioni. Allo stesso modo, 1.316 candidati provenienti da altre regioni entreranno in Sicilia e 2.547 candidati siciliani, pur restando nell’isola, raggiungeranno la sede del concorso in altre province.
Tra l’altro, registriamo con stupore la presa di posizione della Ministra Azzolina che, in un’intervista, ha annunciato il divieto di proroga della prova per i docenti posti in quarantena alla data del concorso. Un’affermazione che il nostro sindacato ritiene pericolosa, perché qualche candidato disperato potrebbe violare la misura restrittiva.
Le OO.SS. visto l’evolversi della situazione ritengono opportuno il rinvio del concorso, da effettuare in una fase meno acuta.

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Comunicazione ufficio legale: esito ricorso concorso straordinario

Il TAR respinge il ricorso presentato al fine di ottenere il rinvio delle
prove di esame del concorso straordinario.

Nella motivazione il Presidente della 3 sez. Bis del Tar Lazio di Roma
ritiene  che non sussistono i presupposti atteso che il calendario della
prove di esame è stato previsto sulla base di accurate indagini della
situazione sanitaria esistente e tenuto conto delle necessarie misure
finalizzate a garantire la sicurezza dei partecipanti.

Vigileremo che non vi siano conseguenze per la salute dei candidati ma, allo
stesso tempo, ricordiamo che le accurate indagini della situazione sanitaria
sono riferite a circa 20 giorni fa quando la situazione pandemica non aveva
ancora raggiunto l’attuale fase di contagi e la necessità di un nuovo
intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Ognuno si assumerà le conseguenti responsabilità delle decisioni prese.

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Con specifico ricorso depositato presso il Tar Lazio di Roma la UIL Scuola ha chiesto al Tribunale di sospendere con provvedimento cautelare monocratico il calendario delle prove di esame del concorso straordinario indetto con decreto 510/2020.

Nelle motivazioni è stata evidenziata la:  
Nullità ed illegittimità del calendario delle prove pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 29.09.2020. Violazione e falsa applicazione di legge: Art. 32 della Costituzione.  Eccesso di potere, irragionevolezza, inadeguatezza.

Abbiamo evidenziato come sia notevole il disagio per i candidati i quali, nonostante il contesto sanitario patito in tutta Italia, sarebbero costretti a spostarsi da una Regione all’altra al fine di presentarsi per lo svolgimento della prova scritta che, si ricorda, è prevista in una Regione diversa da quella oggetto di aggregazione.
Ne deriva che, nel caso di specie, la Regione Lazio ospiterà i candidati per varie classi di concorso delle Regioni Abruzzo, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, dove tra l’altro si stanno al momento discutendo ulteriori chiusure e limitazioni, in considerazione sia del recente decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, che dal quotidiano e preoccupante aumento del numero di contagi da Covid-19.
Lo svolgimento di una siffatta procedura rischia di creare una vera e propria “esplosione” di contagi che, anziché consentire la tranquilla prosecuzione dell’anno scolastico, comporterebbe l’annullamento di tutte quelle misure di contenimento che finora sono state messe in pratica, se pur con estrema difficoltà.
L’Amministrazione, continua ad ignorare le numerose istanze di tutti i candidati che si troverebbero dinanzi alla scelta tra mettere a serio rischio la propria salute da un lato e tentare di superare il precariato partecipando alla procedura dall’altro.                                                                                          

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