Report Incontro al ministero istruzione del 28 maggio 2020.  16.000 nuovi posti scuola secondaria ma senza personale da assumere. Si va verso la mobilitazione

 non tutti gli effetti devastanti nel mondo della scuola sono dovuti a presto maledetto covid19…….Il mondo della Scuola ha dimostrato tutta la Sua importanza e senso di responsabilità istituzionale per come sancito dalla Costituzione Italiana, è la politica che non sa essere all’altezza di affrontare l’attuale momento storico. Non ai posteri l’ardua sentenza ma ora, oggi domani sarà troppo tardi.”””Conseguenza di una politica del rinvio e del non decidere”””” (che non ci raccontino favole questi giovani politici, dimostrino quello che hanno saputo fare nella vita prima di condizionare con la loro inesperienza la vita di migliaia di persone: cittadini, non sudditi). s.mavica.

Report: L’informativa sui dati relativi alla nuova ripartizione dovuta all’incremento dei posti, 16.000, riferiti al concorso ordinario e straordinario della scuola secondaria di primo e secondo grado, è  stata al centro dell’incontro svoltosi in mattinata tra l’amministrazione, rappresentata dal Capo dipartimento Bruschi, e le organizzazioni sindacali.

Su richiesta dei sindacati, l’amministrazione si è impegnata a sottoscrivere un verbale con le organizzazioni sindacali con la finalità, al momento delle nomine, di utilizzare la massima capacità assunzionale su tutte le graduatorie ad oggi vigenti.

A parte questo aspetto, il risultato vero dell’incontro è la certificazione definitiva che a settembre non avremo docenti di ruolo in cattedra ma assisteremo ad un forte incremento della precarizzazione del sistema scolastico italiano, almeno 200.000 supplenti, con tutto ciò che ne consegue.

La UIL scuola ha rilevato che l’unico aspetto positivo di tutta la vicenda “concorsi” è quello relativo all’incremento di 16.000 posti, di cui 8.000 da destinare al concorso straordinario, vanificato però dalle procedure volute dalla Ministra che invece richiedono tempi lunghissimi.
Tutto il resto di fatto si rinvia e, data l’attuale situazione di criticità, non si intravede all’orizzonte un limite temporale chiaro e definito.

Risultato per l’immediato: più 16.000 posti zero nomine in ruolo a settembre
A questo si aggiunge un altro elemento di criticità in vista del prossimo anno scolastico infatti, anche se ad organico invariato, vari USR hanno operato una redistribuzione territoriale creando soprannumerari e discontinuità didattica.

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Incontro Tavolo nazionale permanente per gli esami di Stato. ESAMI / MACCHINA AMMINISTRATIVA IN DIFFICOLTÀ  


Si è riunito questa mattina il Tavolo nazionale permanente per gli esami di Stato, composto da componenti del MI, della Protezione civile, della Croce Rossa Italiana e dalle Organizzazioni Sindacali, che svolge le funzioni di verifica dell’attuazione, presso le istituzioni scolastiche, delle indicazioni contenute nel Documento tecnico scientifico per gli esami di Stato.
Un primo incontro che ha visto da parte della UIL Scuola – rappresentata da Giuseppe D’Aprile – un’adesione convinta al fine di contribuire allo svolgimento in sicurezza degli esami in presenza, ben sapendo che ci sono grandi difficoltà che la macchina amministrativa da sola non potrà superare se non attraverso una grande solidarietà e collaborazione.
In questo senso la UIL ha chiesto al tavolo decisioni condivise e scevre da posizioni ideologizzate che, possibilmente, vadano nella stessa direzione e cioè la tutela a 360 gradi della comunità educante, eliminando elementi di scontro anche pregressi al fine di supportare le scuole nella giusta maniera. Comunicazioni e indicazioni stringate e chiare, senza linguaggi burocratici, anche per fornire alla dirigenza scolastica il giusto supporto che merita.
Un approccio costruttivo, collaborativo, democratico e non burocratico.
Nel merito è stata esaminata una bozza di circolare che il dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali ha predisposto per le scuole e che riguarda le “dotazioni finanziarie per la ripresa dell’attività didattica a settembre, nonché per lo svolgimento, in presenza e in sicurezza, degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione”.
La UIL Scuola, per quanto concerne la parte della circolare che riguarda gli esami di Stato, ha sollecitato il tavolo a fornire immediatamente indicazioni alle scuole onde evitare iniziative più o meno opportune.
In particolare ha evidenziato le pretese di qualche dirigente scolastico che costringe il personale che ritiene di essere in condizioni di fragilità e dunque maggiormente esposto a rischio di contagio, di chiedere di essere sottoposto a visita da parte del medico competente o medico del lavoro INAIL.
Alla luce di ciò, ha fatto presente che non c’e’ alcun obbligo per il lavoratore il quale, se appartenente alle categorie fragili, dovrà farlo dichiarare semplicemente dal medico di base.
“L’individuazione dei lavoratori “fragili” può essere effettuata dal medico di base… è previsto nel documento redatto dal comitato tecnico scientifico.

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DL SCUOLA / Turi: di ordinato e regolare non c’è niente.Come potrà deliberare il consiglio di istituto le misure da adottare, nel periodo estivo, senza personale a disposizione? Chi darà indicazioni e supporto alle segreterie?  Non dovrebbero essere gli uffici amministrativi territoriali a dare supporti necessari? Possibile che i lavori di adeguamento e manutenzione vadano in carico alle scuole?

Turi: serve progetto per far ripartire la scuola. 
Alle scuole occorrono risposte precise e strumenti. C’è solo confusione. 
Un clima mai visto, una confusione preoccupante. Bisognerebbe cambiare titolo al decreto – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi ricordando che si sta dibattendo di «misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato».Di urgente non c’è rimasto più niente. Tutto è rinviato al prossimo anno.
Sugli esami abbiamo firmato un protocollo e lo rispetteremo perché le scuole hanno bisogno di elementi di supporto e di chiarezza. Per il resto il clima è di conflitto.
Con una decisione che ha rari esempi paragonabili, Premier e ministra, hanno stracciato due accordi sottoscritti con loro a Palazzo Chigi, mesi e mesi di lavoro, di riunioni, di confronti tecnici, emendamenti, mediazioni parlamentari.
Pacta sunt servanda. Per noi vale ancora. Ciò che abbiamo firmato rispettiamo.
La domanda oggi è: sappiamo come riapriranno le scuole?
Non a settembre, tra qualche giorno. L’ultimo Dpcm prevede la chiusura delle lezioni fino al 14 giugno. Le scuole dell’infanzia chiudono il 30. Che faranno i bambini? Dove andranno? Li affideremo ai volontari? Stiamo scherzando?

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Proclamazione dello stato di agitazione nella Sezione Scuola e Area della Dirigenza del Comparto istruzione e Ricerca e richiesta di esperimento di tentativo di conciliazione ai sensi dell’art 4 dell’allegato al CCNL 1998-2001 sottoscritto il 29 maggio 1999 in attuazione della legge 146/90.

Roma, 26 maggio 2020, Prot. n. 139/2020 flcgil FS/AS-stm.  Alla Presidenza del Consiglio Dipartimento Funzione Pubblica. Al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Al Ministero dell’Istruzione.  Alla Commissione di garanzia sul Diritto allo sciopero.  ll.ss.

Le scriventi OO.SS.: FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL, GILDA UNAMS proclamano lo stato di agitazione della Sezione Scuola e dell’Area della Dirigenza del Comparto istruzione e Ricerca per rivendicare un piano straordinario di investimenti al fine di rendere possibile la ripresa in condizioni di sicurezza delle attività scolastiche in presenza.

È indispensabile a tal fine disporre di adeguate risorse economiche, per consentire un necessario potenziamento degli organici, sia per il personale docente che per il personale Ata, condizione imprescindibile per:

  •   Ridurre il numero di alunni per classe e consentire un a didattica per gruppi ridotti di alunni. Preoccupano i segnali di una gestione in sede locale degli organici che non sembra tenere conto delle indicazioni riguardanti la necessità di prevedere una didattica gestita con gruppi classe di ridotta consistenza
  •   Rispettare rigorosamente il tetto massimo di 20 alunni per classe in presenza di alunni con disabilità
  •   Assicurare piena funzionalità alle segreterie scolastiche, garantendo sorveglianza e rigorosa applicazione delle misure di sicurezza e anticontagio in tutti i plessi e in ogni singolo piano degli edifici
  •   Consolidare a regime la figura dell’assistente tecnico in tutte le scuole del primo ciclo

P139_2020 FLC CGIL CISL Scuola, UIL SCcuola RUA, SANLS Confsal, GILDA Unams – Proclamazione stato agitazione e tentativo conciliazione Sezione Scuola e Area Dirigenza

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SUI PRECARI UN ACCORDO TOTALMENTE INADEGUATO. RISORSE INSUFFICIENTI PER TORNARE A SCUOLA IN SICUREZZA. PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE  

Mentre è in corso in Senato l’esame del Decreto scuola che, tra i suoi obiettivi, ha l’immissione in ruolo di 24..000 docenti precari con almeno 36 mesi di servizio, i cinque maggiori sindacati del settore (FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL E GILDA UNAMS), del tutto insoddisfatti delle mediazioni politiche raggiunte fra i gruppi di maggioranza, hanno inviato ai ministeri competenti una richiesta di svolgimento del tentativo di conciliazione, sancendo formalmente lo stato di agitazione della categoria.
Gli esiti dell’incontro notturno di maggioranza hanno definito un quadro che ora deve passare il vaglio parlamentare, ma dai sindacati arriva un giudizio di totale insoddisfazione.
Le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto accordi, con due governi e tre ministri, proprio su questa materia e responsabilmente hanno condiviso le linee guida su cui aprire un dibattito serio e costruttivo per riaprire le scuole a settembre. Un impegno volto ad individuare soluzioni praticabili, come nell’accordo sottoscritto qualche giorno fa per lo svolgimento degli esami di Stato.
Stiamo parlando di docenti e personale ATA che saranno pochi rispetto all’organico necessario per affrontare la riapertura, che impone fra l’altro l’adozione di misure organizzative di cui ogni giorno emergono anticipazioni più o meno fondate.
L’unica certezza, al momento, è che Il prossimo anno scolastico si presenta con un numero di precari mai visto prima, oltre 200 mila.

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INTESA PRECARI / Turi: Un accordo che serve alla politica, anzi al potere della politica, non alla scuola, non alla società civile.


Turi: rinviare per non decidere significa lasciare migliaia di precari in una condizione di incertezza
. Un accordo che serve alla politica, anzi al potere della politica, non alla scuola, non alla società civile.
Una vera e propria  fuga dalle responsabilità di buon governo.
Se la mediazione è basata sul rinvio al prossimo anno – commenta a caldo il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – siamo in presenza di una politica autoreferenziale che contraddice se stessa. Basta vedere le innumerevoli dichiarazioni dei giorni scorsi che ritenevano prioritario avere al 1°settembre i docenti in classe.
Stiamo parlando della conversione di un decreto legge pensato nell’agosto scorso, quindi un provvedimento adottato per ragioni di necessità ed urgenza, ancora prima della pandemia.
Ragioni di necessità ed urgenza che non sono evaporati, anzi si sono accentuati per effetto della pandemia in corso.
Le ragioni della politica hanno travisato il fine con il mezzo. Il fine era, e resta, mettere in ruolo i precari al 1°settembre.     Il mezzo era lo strumento per realizzare questo obiettivo.
Si è stravolto tutto. Resta la stessa realtà: resta il balletto dei docenti, resta l’aumento dei contratti precari, resta l’amarezza di un governo che si concentra sulla gestione piuttosto che sulla strategia di fondo.

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ULTIM’ORA PRECARI – Turi: rinviare per non decidere significa lasciare migliaia di precari in una condizione di incertezza.


Stanotte, dopo la mezzanotte: 
ANSA >>>Accordo chiuso nella maggioranza sul decreto scuola. A quanto si apprende da fonti di governo l’intesa, dopo il vertice di Palazzo Chigi convocato dal premier Giuseppe Conte, e’ stata trovata: il concorso per i precari ci sarà ma dopo l’estate e non sarà più a crocette ma con una prova scritta.

Turi: rinviare per non decidere significa lasciare migliaia di precari in una condizione di incertezza
Con tutte le conseguenze che comporterà in termini di continuità didattica, a gran voce reclamata da studenti e famiglie. Ancora una volta al centro delle scelte non ci sono i cittadini, ma le ragioni della politica
 
Se la mediazione è basata sul rinvio al prossimo anno – commenta a caldo il segretario generale della Uil Scuola – siamo in presenza di una politica autoreferenziale che contraddice sè stessa. Attende per capire.
Stiamo parlando di un decreto legge, quindi un provvedimento adottato per ragioni di necessità ed urgenza, ancora prima della pandemia.
Rinviare per non decidere significa lasciare migliaia di precari in una condizione di incertezza con tutte le conseguenze che comporta in termini di continuità didattica a gran voce reclamata da studenti e famiglie.
Ancora una volta al centro delle scelte non ci sono i cittadini, ma le ragioni della politica. Speriamo di aver capito male e ci siano, invece, soluzioni di immediata assunzione in ruolo dei 40.000 precari a cui attivare, a fine anno, ogni opportuna verifica e valutazione anche con elaborati scritti, per dare pace ai fautori del merito.
Il governo farebbe bene a concentrarsi sulla ripresa a settembre delle scuole, i cui termini e soluzioni nessuno conosce e ci sembra un comportamento quantomeno colpevole.
 

SCUOLA >>> Turi (Uil): governo dentro ad un pregiudizio. Siamo pronti alla mobilitazione. Venti di guerra, quella vera.

OGGI DIRETTA FB DEI SEGRETARI GENERALI SCUOLA DEDICATA AL PERSONALE PRECARIO
Turi: siamo interessati ad un progetto per il paese e la scuola ne è il fulcro.
Per questo siamo pronti alla mobilitazione.
Se il sindacato ha trovato soluzioni, se la politica sta cercando soluzioni, si può tollerare che il Governo resti dentro un pregiudizio?
In Italia per chi commette un reato c’è la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio.
Per gli insegnanti vale la presunzione di incapacità, dopo anni di servizio. Uno storytelling che non regge più.
Così questa mattina, il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso della diretta Facebook dedicata alla situazione di grave incertezza in cui si trova il personale precario della scuola.
La quarantena sta finendo anche il sindacato smetterà di stare in quarantena – ha detto Il segretario Uil Scuola annunciando iniziative di mobilitazione, fino allo sciopero generale della scuola.
Questo sindacato ha mostrato responsabilità, il governo invece si mostra irresponsabile.
Il ministro Fioramonti si è dimesso perché ha chiesto tre miliardi. Oggi, in piena emergenza alla scuola ne viene dato uno e mezzo, in due anni. La politica deve essere responsabile.
Il nodo del confronto con il Governo è stato uno dei punti centrali della diretta con i quattro segretari generali scuola.
La mobilitazione sarà in funzione delle risposte che arriveranno dal Governo. Non dal Parlamento – ha detto senza misure Turi, registrando l’impegno parlamentare a trovare una soluzione che metta in sicurezza il rientro a scuola a settembre e dia garanzie alle migliaia di precari che ad oggi non hanno alcuna certezza rispetto al loro futuro, licenziati a giugno e ad agosto, riassunti da precari, con calma.
Siamo interessati ad un progetto per il Paese. Per questo serve una scuola libera. Si tratta di democrazia e partecipazione che cominciano a scuola Se il sindacato ha trovato soluzioni, se la politica sta cercando soluzioni, possibile che il Governo resti dentro un pregiudizio?

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ORGANICI ATA E PROCEDURA NAZIONALE EX LSU


Un organico funzionale e stabile, presidi sanitari e protocolli puntuali a tutela degli studenti e dei lavoratori

In data 15 maggio 2020 si è tenuta una videoconferenza tra il MIUR e i Sindacati scuola, per una prima informativa sull’ organico di diritto ATA 20 21 e sulla procedura nazionale di internalizzazione degli ex LSU.

ORGANICI ATA
I rappresentanti del Ministero hanno riferito del calo di oltre 86.000 alunni a livello nazionale che, adottando i parametri utilizzati in passato avrebbero comportato la decurtazione di circa 550 Assistenti e 1400 Collaboratori. Attraverso la previsione del D.Lgs. 66/2017 sull’ ‘inclusione scolastica degli studenti con disabilità’ la decurtazione sarà riassorbita sulla base del numero di alunni disabili certificati ed inseriti a sistema. In questo modo la dotazione organica complessiva resterà sostanzialmente immutata. I dettagli regionali, provinciali e per profilo verranno illustrati in un prossimo incontro in quanto i dati non sono ancora definitivi.
La Uil Scuola
Ha sostenuto la necessità di assicurare alle scuole il personale necessario, rilanciando la proposta di un organico funzionale alle attività previste da singola istituzione scolastica. Va superato il metodo di calcolo basato sul numero degli alunni; in alcune regioni, a fronte del calo degli alunni, abbiamo assistito ad un aumento delle classi. Come per i docenti va garantita la continuità amministrativa e gestionale, evitando lo spostamento delle persone, con la conferma delle attuali consistenze organiche a livello regionale e, ove possibile, a livello di istituzione scolastica.
Le nuove regole sanitarie sul distanziamento sociale e le dichiarazioni del Ministro Azzolina e di numerosi esponenti della maggioranza che sostiene il Governo e dell’opposizione sono orientate alla diminuzione del numero di alunni per classe. Questo è il momento di tradurre i buoni propositi in azioni concrete come quelle di un ampliamento dell’organico ATA, a partire dalla dotazione di tecnici nelle scuole del primo ciclo e di un presidio sanitario specialistico in ogni scuola. E’ necessario uscire dalla fase degli annunci e affrontare concretamente la situazione, utilizzando le risorse straordinarie che l’Europa mette a disposizione degli stati nazionali.
Per dare stabilità al sistema è inoltre indispensabile prevedere la progressiva implementazione dell’organico di area C la cui mancanza ha determinato le molte criticità nella sostituzione dei DSGA.
Tutte queste carenze, precedenti alla crisi sanitaria, sono dovute al pregresso blocco decennale della contrattazione e alla mancata applicazione di alcuni istituti contrattuali, fondamentali per rendere il lavoro ATA più rispondente alle nuove esigenze.

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Alla scuola le briciole dei finanziamenti post pandemia: 1 miliardo e mezzo su 55 disponibili Ranieri (Uil Scuola): scuola dell’infanzia scomparsa dai radar


Esami di Stato in prima posizione, poi valutazione e scrutini e didattica distanza. Ora anche lead, libri di testo, recupero dei gap cognitivi conseguenti la sospensione della didattica in presenza.
Sono i temi che più interessano i professionisti dell’istruzione mentre la confusione regna in Viale Trastevere e si ripercuote sull’intero sistema scuola.
La scuola dell’infanzia è scomparsa dai radar dell’attenzione istituzionale – denuncia Noemi Ranieri segretario nazionale Uil Scuola, responsabile del coordinamento per le politiche dell’infanzia e della sua scuola che ha prodotto un documento sulla situazione della scuola dell’infanzia in epoca di Pandemia (on line sul sito Uil Scuola).
Saranno le scuole dell’infanzia e le prime classi della scuola primaria a dover ricomporre le macerie che la perdita di familiari e amici, l’isolamento, la paura dell’altro e della malattia hanno generato nei più piccoli, con danni incalcolabili per il breve ed il lungo periodo – sottolinea Ranieri.
Per rispondervi ancora nessuna indicazione, zero iniziative. Neanche qualche spunto per gli insegnanti, alla cui professionalità e determinazione, tutto sarà ancora una volta delegato.
Una situazione complessa d interessi contrapposti: da un lato Comuni, Enti locali e associazionismo che la usano come alibi per lanciarsi nella gara all’accaparramento dei fondi che l’Europa e il paese mettono a disposizione.
Dall’altro il sistema scuola nazionale e i suoi lavoratori, l’intera comunità educante, raccolgono le briciole. Un miliardo e mezzo, o poco più, dei 55 miliardi di cui si parla in questi giorni, per i prossimi due anni.

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INCONTRI AL MINISTERO DEL 13 MAGGIO 2020. Garantito il diritto di rientro dei perdenti posto prima delle immissioni in ruolo.

Le nomine in ruolo sui posti liberati da “quota 100” sono state al centro del confronto tra l’amministrazione, rappresentata dal Capo dipartimento Marco Bruschi, e le organizzazioni sindacali.
 Con un commento a caldo verrebbe da dire “si sono ristretti i posti“.
 Un’operazione fatta con molto ritardo e, a nostro avviso, fatta male produce un risultato risicato rispetto alle premesse: a fronte di 9.000 pensionamenti l’amministrazione restituisce appena 4.500 posti, la metà. Questo è un elemento che si va ad aggiungere a quello relativo al concorso straordinario.
 Da una parte si annunciano nuovi 16.000 posti e oggi scopriamo che tra questi sono compresi i 4500 posti esistenti e non assegnati.
 Con l’operazione che l’amministrazione sta portando a conclusione, oltre a non coprire tutti i posti liberati, si rischiava di danneggiare il personale docente già di ruolo a vantaggio dei nuovi nominati ai quali si assegna una sede definitiva sottraendola alla mobilità.
 Rispetto a quanto prospettato dalla Amministrazione, la UIL scuola è riuscita a riportare sui giusti binari il diritto acquisito dei docenti soprannumerari i quali, rispetto a quanto prevedeva inizialmente il Ministero, potranno ambire a riavere, con diritto di precedenza, la ex sede di titolarità che non verrà occupata dal neo immesso in ruolo.
Su questo aspetto rileviamo un elemento di positività, ancorché non sufficiente, che tutela il personale soprannumerario rispetto al fatto che i posti potevano essere coperti da docenti neo immessi in ruolo.

 Rimangono comunque le altre questioni aperte e non risolte.
 La UIL ha infatti riproposto di integrare il CCNI sulla mobilità e risolvere due questioni:

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Un presidio sanitario in ogni scuola: la proposta Uil che convince i presidi.


La tutela della salute non può essere demandata al personale scolastico, che non ha competenze mediche.
È necessario che le scuole siano supportate dalla presenza costante e quotidiana di presidi medici che garantiscano le funzioni di prevenzione, vigilanza e intervento. indirizzo e supporto.
La posizione della Uil Scuola è stata chiara durante l’incontro con gli esperti del Comitato tecnico Scientifico. Siete i soli a chiedere un presidio sanitario in ogni scuola. Possibile che non ci abbia pensato nessuno?
Siamo di fronte ad una situazione che non ha precedenti. Paragonare questa pandemia ad una guerra può sembrare una forzatura ma le condizioni in cui si troveranno le scuole sono eccezionali e meritano misure eccezionali. Non si vincono le guerre senza mezzi adeguati.
 Siamo stati tra i primi ma non siamo soli. I presidi hanno compreso la portata di ciò che sta accadendo.
 Sono stati pronti ad ogni sostegno dopo la chiusura delle scuole ora, giustamente, chiedono di sapere chi farà, che cosa. Serve una assunzione di responsabilità.
 Si può chiedere ai collaboratori scolastici di prendere la temperatura di chi accederà a scuola?In caso di contagio che protocollo va seguito. Chi se ne occuperà? 
Chi dovrà vigilare, prevenire i focolai? Chi dovrà spegnerli?
 Sarà necessario un responsabile sicurezza Covid in ogni plesso, con specifiche competenze sanitarie. Molte scuole hanno più plessi, molte hanno una reggenza. Chi si prenderà questa responsabilità che va ben oltre le competenze professionali? La presenza di presidi in ogni scuola è una scelta di buon senso e di sicurezza che non può essere scaricata sul personale.
Con quali risorse?
Proprio il MES, senza condizionamenti, potrebbe rappresentare la fonte di finanziamento per una spesa, in protezione del sistema nazionale di istruzione, direttamente correlata alla sanità e al coronavirus che rappresenti anche oltre la pandemia, un sistema di profilassi che deve partire dalle scuole.


La scuola non è un ospedale: la petizione:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSf_tE3L5JaZIGn4CQykrVBTFENrksanU7pXZo0nFY_TYL38mw/viewform
L’articolo di Tuttoscuola:
http://www.tuttoscuola.com/tornare-a-stretto-giro-tra-i-banchi-la-scuola-non-e-un-ospedale-lappello-dei-presidi/

 

 

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“vertenza precari” in ordine alla richiesta di un percorso di stabilizzazione straordinario, in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021,

“Social Flash-Mob”in concomitanza con la votazione in Parlamento degli emendamenti riguardanti la richiesta di emanare il concorso straordinario per titoli.

#PRECARIOSCUOLA
Non potrò garantire la continuità didattica a tuo figlio,
Il prossimo anno tuo figlio avrà un altro insegnante

#PRECARIASCUOLA
Aiuto tuo figlio ad amare la MATEMATICA
a tuo figlio ora piace la matematica !

# PRECARIASCUOLA
Ci sono voluti mesi di impegno,
fiducia e professionalità per
aiutare i ragazzi a superare la timidezza.
E ora?

#SONOPRECARIOSCUOLA
insegno la Lingua Italiana 
ai ragazzi stranieri

#SONOPRECARIOSCUOLA
Sostengo i ragazzi 
con Bisogni Educativi Speciali
Un percorso stabile è alla base 
di una crescita nel tempo.
#PRECARIASCUOLA
Insegno MATEMATICA nella 5 F,
in una classe di 30 alunni, insegnando anche il rispetto reciproco. L’anno prossimo dovrò iniziare tutto daccapo.!

#SONOPRECARIOSCUOLA
Risolvo problemi “giocando” con Andrea ragazzo disgrafico. Chi sarà con lui l’anno prossimo?

# PRECARIASCUOLA
Parlo INGLESE con i vostri figli

#SONOPRECARIOSCUOLA
Sostengo l’apprendimento 
dei ragazzi dislessici

RIPARTENZA SCUOLA. UIL per la SCUOLA serve un provvedimento organico del Governo

Servono presidi sanitari, informazioni alle famiglie, certezze sulle responsabilità.
La scuola riparte se si mette a punto un piano complessivo, un progetto per l’intero sistema di istruzione nazionale che vada anche oltre l’emergenza.
Servono i dettagli tecnici per superare la contingenza ed aprire le scuole in sicurezza, ma ci vuole anche una visione di insieme della scuola che sarà.
L’investimento sulla scuola deve trovare posto in quel patto per il paese che la UIL ha più volte rivendicato – sottolinea il segretario confederale, Antonio Foccillo – quello che la pandemia e le condizioni di finanziamento in deficit oggi consentono.
Non si tratta di assistenza ma di investimenti nella struttura immateriale centrale del nostro Paese.
E’ questo il momento di decidere. Per la sanità abbiamo visto il risultato di scelte scellerate di tagli e riduzioni. Per la scuola rischiamo di trovarci nella stessa drammatica emergenza.
Senza investimenti la scuola non può ripartire. Servono politiche keynesiane che inducano un moltiplicatore elevato. L’istruzione è uno di quelli.
E’ evidente che nelle politiche di sviluppo che si sarebbero dovute fare anche prima dell’emergenza, sempre rinviate a tempi migliori – mettono in evidenza Foccillo e Turi – la scuola ora merita attenzione.
Serve un provvedimento organico, che componga tutte tessere, che il Governo ed il Parlamento assumono per mettere in sicurezza milioni si studenti, insegnanti, famiglie.
Va pensata oggi, la scuola dei prossimi anni.
Chi farà, che cosa? E’ questa la prima domanda alla quale occorre rispondere – ribadisce il segretario generale della Uil Scuola. Ci sarà bisogno di persone e di risorse economiche
Che cosa succede se un insegnante, uno studente, in preside, avranno sintomi?

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INCONTRO MINISTRO >>> Turi: ripartenza scuola è scacchiera con molti protagonisti. Servono decisioni condivise.

MISURE KEYNESIANE PER LA SCUOLA: E’ L’INVESTIMENTO PIÙ PRODUTTIVO.
  Turi: ripartenza scuola è scacchiera con molti protagonisti.  Servono decisioni condivise.
Le proposte per il confronto in atto.

“”””Turi.  Non bisogna dividersi, ma mantenere salda la maggioranza e il rapporto con il sindacato. Abbiamo proposte e faremo la nostra parte nella definizione del protocollo della sicurezza per garantire i lavoratori e gli studenti. Lo faremo in maniera unitaria.”””

Non siamo la tessera di un mosaico il cui disegno complessivo non ci ha visto protagonisti nelle scelte strategiche. Non saremo pedine. La partita si svolge su tutto lo scacchiere – è questo il commento di Pino Turi – al termine dell’incontro che si è svolto questa mattina al ministero con il ministro Azzolina
Un incontro politico e tecnico, volto a mettere a punto i dettagli della ripresa a scuola e della prossima maturità, con risvolti politici importanti.
La scelta del confronto con il sindacato, l’intreccio di responsabilità tra il Comitato Tecnico scientifico del ministero, la Croce Rossa, gli Uffici scolastici Regionali, i Presidenti delle Regioni, sono tasselli di un sistema di misure che va messo a punto insieme. Il nostro non è un approccio scettico, ma propositivo e di speranza.
Serve un progetto che travalichi le emergenze e guardi al futuro.
Senza investimenti strategici il sistema di istruzione rimarrà al palo. La scuola svolge una funzione straordinaria per il futuro economico e sociale del paese. Merita investimenti, con una politica di deficit spending di carattere keynesiano.

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Avviato il confronto sul protocollo di sicurezza per la scuola >>> il resoconto della riunione di oggi al Miur

Coronavirus, ecco come bambini e ragazzi potrebbero tornare tra i banchi di scuola.  (foto da TGCOM24)

Avviato il confronto sul protocollo di sicurezza per la scuola
Per un riavvio sicuro della attività in presenza I sindacati chiedono anche di dare stabilità al personale e di investire le necessarie risorse

Mentre si prepara la giornata di assemblee on line del 13 maggio promossa da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams sulle problematiche poste dall’emergenza Covid-19 soprattutto in vista della ripresa delle attività in presenza, si è svolta la riunione tra la Ministra dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali per definire i contenuti di uno specifico protocollo finalizzato a garantire che tale ripresa avvenga assicurando ad alunni e personale della scuola le indispensabili condizioni di sicurezza. Il protocollo dovrà fissare un quadro nazionale di riferimento in base al quale ogni scuola, in ragione delle proprie specificità (tipologia di alunni, organizzazione del lavoro, strutture edilizie), dovrà definire puntuali indicazioni su dispositivi e norme di comportamento finalizzati ad una frequentazione sicura degli ambienti scolastici eliminando ogni rischio di diffusione del contagio.
Di particolare rilievo è il fatto che contenuti e struttura riprendano il testo sottoscritto il 24 aprile tra parti sociali e governo. Analogo è anche il metodo che si intende seguire, valorizzando il confronto con le organizzazioni sindacali, come è stata la stessa ministra Azzolina a sottolineare; dunque un buon avvio,il

documento unitario:comunicato-incontro-sicurezza-07052020

Leggi tutto “Avviato il confronto sul protocollo di sicurezza per la scuola >>> il resoconto della riunione di oggi al Miur”

CRONACHE DALLA UIL SCUOLA / 4 maggio 2020 
>>>SPECIALE VIDEO CONFERENZA STAMPA 


Il punto della giornata 
di Pino Turi


La scuola non è di nessuno. Nemmeno del ministro. 
Compito della politica è risolvere problemi. Non porli

La scuola non è di nessuno. Non è dei sindacati, non è dai partiti, non è del Governo, ma non è neanche di un singolo ministro, la tendenza ai pieni poteri sta diventando endemica– ritorna sulla questione aperta sulla gestione della fase 2 per la scuola, il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi. La scuola è istituzione costituzionale. 
E’ di tutti, di ognuno. E’ patrimonio comune.
Vederla oggi terreno di scontro politico è una vera e propria anomalia costituzionale.
Ciò che sta accadendo che va stigmatizzato, oltre che recuperato in fretta.
Non si tratta di scuse, e nemmeno di richiamo al bon ton istituzionale, anche se non farebbe male, ma le scuse non sono sufficienti, servono le risposte che il personale e i cittadini si attendono e che la situazione impone. I lavoratori, i precari chiedono provvedimenti concreti: concorso per titoli e stabilizzazione su tutti i posti vacanti e lo fanno attraverso i propri rappresentati sindacali.
E’ la politica che deve risolvere i problemi e non porre ostacoli e difficoltà. Deve recuperare la distanza con la realtà che si sta allargando sempre di più. Siamo a maggio e nulla è dato sapere sul funzionamento di un sistema che coinvolge una parte consistente dei cittadini italiani che non vogliono più assistere a beghe incomprensibili ai più ed avere risposte concrete, oggi e non domani. Sono i docenti e il personale ATA che devono poi realizzare le indicazioni del Governo e se non sono condivisi, si generano in origine, gli elementi di fallimenti annunciati. 
E’ proprio ciò che è successo con la DaD che dovrebbe avere insegnato qualcosa; ha dimostrato che solo la volontà e l’autoorganizzazione ha avuto un risultato tangibile di emergenza che non si può certo enfatizzare e mettere come base dell’organizzazione della ripresa, sarà un suo complemento e non la sua sostituzione. La scuola è ben altro. Magari si poteva fare meglio ma il meglio è nemico del bene. Sarebbe un bel segnale per il paese e non solo per i lavoratori, un accordo in Parlamento sulla concretezza e non sulla propaganda. Una legge condivisa per il futuro di questo paese.
E’ così difficile spiegare che si può alzare un ponte in tempi di record, ma che non si possono attivare procedure burocratiche da superare? E’ così difficile da non capire che servono investimenti e il cambio di registro? Per anni abbiamo subito il pensiero unico della concentrazione, della chiusura di scuole, dell’efficienza di mercato e sui tagli continui che hanno risposto alla logica del privato è bello e del pubblico è brutto. Forse si tratta di cambiare approccio culturale, ma non è facile, serve flessibilità e visione che l’attuale politica mostra di non avere.

 

 

DALLE AGENZIE DI STAMPA
ANSA >>> Scuola: Turi (Uil), ministro non ha un piano. 
”Non ci sono idee, si ha paura del confronto”
 (ANSA) ROMA, 4 MAG – “Il Ministro ancora un ha un piano, c’e’ solo l’esclusione del confronto con i sindacati. In tutti i settori sono stati fatti accordi per la sicurezza e non si e’ sentito il bisogno di farlo per la scuola. Questo approccio burocratico non porta da nessuna parte. La ministra va avanti come se non ci fosse la pandemia che c’e’ stata. Non c’e’ visione”. 
Lo ha detto Pino Turi, leader della Uil Scuola in una conferenza stampa dei sindacati in corso.
”Servono piu’ docenti piu’ Ata, piu’ aule. Servira’ un medico nei presidi scolastici: serve un piano ma ad oggi non c’e’ alcuna idea, siamo nella confusione totale. Oggi con il ministero c’e’ un confronto pari a zero, un rifiuto a confrontarsi; significa che non ci sono idee, si ha paura del confronto. Si e’ approfittato della debolezza del sindacato che non si puo’ mobilitare per dire tutto e il contrario di tutto: non siamo piu’ disponibili di stare alla finestra a guardare. Inizieremo una campagna di assemblee per dare voce ai lavoratori”, ha concluso. (ANSA).
Prestate attenzione a: 
TORNARE A SCUOLA IN SICUREZZA, PER TUTTI
https://uilscuola.it/tornare-a-scuola-in-sicurezza-per-tutti/

UIL SCUOLA: MINISTRO NON HA UN PIANO E HA PAURA DEL CONFRONTO


OGGI LA CONFERENZA STAMPA UNITARIA 
“Il ministro ancora non ha un piano, c’è solo l’esclusione del confronto con i sindacati.  In tutti i settori sono stati raggiunti accordi per la sicurezza e non si è sentito il bisogno di farlo per la Scuola.   Questo approccio burocratico non porta da nessuna parte. La ministra va avanti come se non ci fosse la pandemia. Non c’e’ visione”.  Lo ha detto Pino Turi, leader della Uil Scuola in  videoconferenza stampa dei sindacati della scuola.   “Servono più docenti più personale Ata, più aule. Servirà un medico nei presidi scolastici: serve un piano ma ad oggi non c’è alcuna idea, siamo nella confusione totale. Oggi con il ministero c’è un confronto pari a zero, un rifiuto a confrontarsi; significa che non ci sono idee, si ha paura del confronto. Si è approfittato della debolezza del sindacato che non si può mobilitare per dire tutto e il contrario di tutto: non siamo più disponibili di stare alla finestra a guardare. Inizieremo una campagna di assemblee per dare voce ai lavoratori”, ha concluso Turi.

UIL: QUELLO SUI CONCORSI È UN PARTITO PRESO DEL MINISTRO. VA AVANTI CON I PARAOCCHI.

Turi: Se non si riesce semplificando, come si potrebbe?

Il ministro titolare del dicastero di Viale Trastevere continua a negare la possibilità di trasformare il concorso riservato eliminando un’inutile e costosa prova computer based, semplificandola con un concorso per soli titoli, come del resto se ne sono fatti tanti. Ultimo, in ordine di tempo, quello della mobilità del personale che è una sorta di concorso per titoli che non prevede commissioni, né situazioni che impongono la presenza di centinaia di migliaia di candidati, in giro per le diverse regioni, titolari dei posti e dei concorsi, come avverrebbe in questo caso.

Questa proposta, che il sindacato ha avanzato per valorizzare l’esperienza piuttosto che per superare una procedura che è più vicina ad una lotteria che ad un concorso – continua il segretario generale della Uil scuola – è stata oggetto di confronti durati diverso tempo.
In contesti di normalità, che avrebbero consentito una programmazione nei temi e nei modi, questa procedura si sarebbe pure potuta anche realizzare.

Ora, voler fare credere che semplificando i modi non si possa arrivare sicuramente alla meta è veramente singolare e difficile da capire.

Sicuramente ci sarà da parte del ministro una preoccupazione fondata sui tempi da rispettare, che dipendono sostanzialmente dalle procedure legislative ed ammnistrative di cui è titolare.
Non riusciamo però a non leggere queste affermazioni – sottolinea Turi – come avvertimenti agli alleati di governo che mostrano chiari segni di preoccupazione.

Ci sembra una battaglia ideologica e personale che i lavoratori, e i cittadini in generale, non capiscono e non possono condividere, tuttavia il titolare del Dicastero ci convochi e ci spieghi le motivazioni che impedirebbero la stabilizzazione a settembre.

Noi siamo ancora più convinti che serva un provvedimento specifico che consenta la continuità didattica dei docenti precari da stabilizzare, la continuità di servizio dei DSGA f.f., confermandoli sui posti occupati già quest’anno con qualche naturale adattamento.

Ciò aiuterebbe e di molto l’avvio del nuovo anno scolastico che deve operare anche un minimo di recupero didattico sulle attività dell’anno in corso che solo parzialmente sono state compensate dalla DaD.
E’ la politica che deve risolvere i problemi e non porre paletti di natura procedurale, salvo voler ammettere la propria incapacità.