PASSAGGIO DEL PERSONALE DOCENTE DA AMBITO A SCUOLA: La trattativa va avanti a passo di gambero

28 FEBBRAIO 2017 

La trattativa va avanti a passo di gambero

PASSAGGIO DEL PERSONALE DOCENTE DA AMBITO A SCUOLA 

UNA TECNICA NEGOZIALE CHE SI RIPETE, MENTRE L’ACCORDO È ANCORA LONTANO 

Oggi pomeriggio il ministero ha presentato alle organizzazioni sindacali una bozza di accordo che non scioglie i nodi per giungere ad un’intesa, ma addirittura ne aggiunge altri.

Per i passaggio da ambito a scuola, infatti, dall’elenco dei requisiti necessari per il passaggio sono stati eliminati quelli relativi agli incarichi organizzativi nelle scuole.
E questo, secondo la Uil scuola, è un passo in avanti.

Riguardo, invece, al ruolo del collegio docenti, che dovrebbe deliberare sull’individuazione dei requisiti, e alla mancanza di procedure oggettive, proprio non ci siamo.

Secondo la Uil Scuola le condizioni per sottoscrivere l’accordo non ci sono.

I termini della questione appaiono chiari: si ripete la tattica negoziale del Miur che continua stancamente la trattativa, seminandola di ostacoli.
Un modo di procedere che sta compromettendo l’affidabilità dell’amministrazione stessa.
Eppure, spiegano dalla Uil Scuola, le condizioni per l’accordo ci sono e sono quelle fissate nell’accordo politico del 29 dicembre 2016: oggettività e centralità del collegio dei docenti su tutti. Basta rispettarli.

Per la UIL Scuola hanno partecipato Proietti e Panzieri.

DELEGHE LEGGE 107. I VIDEO REPORT DELL’AUDIZIONE ALLA CAMERA

Vi informiamo che sono on line sul sito Uilscuola.it

Il video che fa il punto sulla legge 107 e sulle deleghe: dall’impianto della legge ai gravi errori del processo di riforma ed anche organici, reclutamento, sostegno

https://youtu.be/j2P-NfAPn5A

 Il video integrale dell’audizione in VII Commissione Cultura alla Camera sulle deleghe della legge 107

https://youtu.be/kvR2HGzpi5g.

Continua il lento quanto tenace lavorio sindacale: metodo, merito, questioni di diritto e di fatto.

GRADUATORIE D’ISTITUTO PERSONALE DOCENTE. A che punto siamo?

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UIL SCUOLA: ancora troppe incertezze
Disallineamento nelle fasce delle graduatorie di istituto e per le classi di concorso non ancora definite. Sul rinnovo delle graduatorie di circolo e d’istituto di II e III fascia del personale docente si è svolto, il 16 febbraio, il primo incontro tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali.
Un confronto che è avvenuto in assenza di una bozza di decreto. Per questo non si è potuto procedere ad un esame puntuale delle questioni aperte, limitando la riunione ad una definizione generica dei temi.
La UIL Scuola ha evidenziato le problematicità che deriveranno dalla proroga dell’aggiornamento della prima fascia di istituto prevista per il 2018 dal decreto “Milleproroghe”.
E’ evidente la discrasia che si creerà dal disallineamento dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto.

Leggi tutto “GRADUATORIE D’ISTITUTO PERSONALE DOCENTE. A che punto siamo?”

RASSEGNA STAMPA DA REPUBBLICA.IT. Scuola, i sindacati:””Nella riforma Madia, i precari sono di serie B””

SCUOLA, i SINDACATI: “” Nella riforma Madia, i precari sono di serie B””

La denuncia: i supplenti saranno licenziati se entro il 2019 non avranno l’immissione in ruolo. “”Una disparità che va corretta, intervenga il GOVERNO”” di SALVO INTRAVAIA

Due pesi e due misure o, se preferite, precari di serie A e precari di serie B. Secondo il piano Madia, per eliminare in tempi ristretti il precariato della Pubblica amministrazione basteranno tre anni di lavoro a tempo determinato anche non continuativo (e avere superato un pubblico concorso) per accedere ad una procedura che riserverà la metà dei posti disponibili al personale interno con contratti di lavoro flessibile: i precari, appunto. Gli stessi anni, tre, che basteranno ad un supplente della scuola per essere licenziato, anziché essere assunto, se entro il 2018/2019 non arriverà l’immissione in ruolo. I sindacati della scuola sono critici e sottolineano senza mezzi termini la disparità che si andrebbe a determinare se la riforma del reclutamento negli uffici statali, disegnata da Madia, andasse in porto.36 mesi” previsti dalla Buona scuola.       “Occorre disinnescare la bomba ad orologeria dei 36 mesi prima che sia troppo tardi”, insiste Pino Turi della Uil scuola che propone anche una via d’uscita: “È possibile – spiega – correggere questo errore nella delega in discussione in Parlamento sulla formazione iniziale. Ma lo faranno?”, si domanda. Perché la riforma del governo Renzi, la Buona scuola, al comma 131 prevede che “a decorrere dal primo settembre 2016 i contratti a tempo determinato” del personale scolastico non potranno superare “la durata complessiva di trentasei mesi”. Una norma che fa a pugni con l’intenzione della ministra Madia di aprire una via riservata ai precari degli uffici pubblici. Per Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil si tratta di “una disparità oggettiva che va corretta”. Anche Lena Gissi, a capo della Cisl scuola, vede all’orizzonte un intervento riparatore dell’esecutivo. Un ripensamento della ministra Valeria Fedeli. E spiega: “Il piano Madia vale anche per la scuola ad esclusione del reclutamento. Sarà quindi necessario armonizzare tutto il pubblico impiego – continua – con una norma salva-scuola altrimenti la Corte di giustizia europea ci penalizzerebbe. La disparità è collegata a due forme diverse di precariato. La nostra idea è che si debba mettere a sistema la scuola”. Nel 2015/2016 un piano straordinario di assunzioni c’è già stato e sono stati assunti 87mila docenti, con l’obiettivo di eliminare il precariato. Ma senza riuscirvi. L’anno scorso furono oltre 100mila i docenti a tempo determinato, alcuni senza abilitazione, nominati per mandare avanti la scuola pubblica. E quest’anno non dovrebbero essere meno di 70mila. Ma Marco Paolo Nigi, dello Snals, è piuttosto scettico. “Non mi convince molto il piano Madia. Perché – argomenta – prima di avviare un piano di assunzioni occorre togliere il blocco del turn over. I posti liberi si creano con i pensionamenti, ma se resta il blocco del turn-over dove troverà i posti Madia?”. C’è poi il nodo delle migliaia di supplenti non abilitati che continuano a lavorare per carenza di colleghi nelle liste provinciali I quali tra poco più di due anni verranno licenziati se non si riuscirà a trovare una soluzione. Una la suggerisce Turi. “Per i tanti supplenti di lungo corso senza abilitazione è possibile prevedere una procedura riservata per metterli nelle stesse condizioni di tutti gli altri”.

MEMORIA UIL SCUOLA SUI DECRETI ATTUATIVI DELLA LEGGE N. 107/2015

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CAMERA DEI DEPUTAT  I
7ª COMMISSIONE
Cultura, Scienza e Istruzione
MEMORIA UIL SCUOLA  SUI DECRETI ATTUATIVI DELLA LEGGE N. 107/2015 
(DELEGHE “BUONA SCUOLA”) 
AA.G. NN. 377, 378, 379, 380, 381, 382, 383 E 384

AL PRESIDENTE, On. Flavia Piccoli Nardelli

Gentile Presidente,
le otto deleghe al Governo prevedono la riforma ordinamentale dell’intero sistema scolastico.
La legge 107, nella sua filosofia di fondo, si è orientata inizialmente sulla governance del sistema, spostando sulle prerogative dirigenziali competenze proprie degli organi collegiali della scuola, operando in questo modo una mutazione genetica nella scuola definita dalla costituzione italiana.
Gli organi collegiali, invece, sono il presidio della tutela della libertà di insegnamento e di apprendimento degli alunni, garanzia di autonomia delle scuole. 
In questi principi risiede la laicità e l’indipendenza della scuola statale.
La Uil Scuola, per questi motivi, contrasta la visione e la filosofia di fondo della Legge 107.
Intende modificarla con due strumenti: 
 – la contrattazione;  
 – il confronto, la partecipazione al dibattito, con l’intento di incidere sulla stesura 
 dei testi delle deleghe.
La contrattazione, nell’accordo del 30 novembre con il Governo, si riappropria dello spazio suo proprio, sottratto in questi anni, prima dalla riforma Brunetta, poi dalla stessa legge 107.
Con questa stessa impostazione affrontiamo il dibattito sulle deleghe.
Un dibattito che non c’è stato e che invece, va attivato, e subito, e non solo nel chiuso delle stanze ministeriali, ma direttamente nelle scuole e tra la gente.
Due i capisaldi che seguiremo:
- sottrarre dall’impianto delle deleghe tutti gli aspetti che riguardano la contrattazione 
- fare proposte di merito sui singoli temi (il dettaglio nelle schede).
Le deleghe appena approvate seguono la filosofia della 107, sia pure con qualche attenuazione, dovuta ad un ripensamento ministeriale. Propongono un’operazione dirigista e lesiva dell’autonomia che si dice di voler esaltare: non si garantisce la libertà di insegnamento e di apprendimento, che è basato su un modello di partecipazione che si fonda sull’autogoverno delle scuola dell’autonomia.

Leggi tutto “MEMORIA UIL SCUOLA SUI DECRETI ATTUATIVI DELLA LEGGE N. 107/2015”

INCONTRI AL MIUR . MOBILITÀ : PER LA UIL LA PROPOSTA DEL MIUR E’ ANCORA IRRICEVIBILE

Passaggio del personale docente da ambito a scuola
INCONTRI AL MIUR | MOBILITÀ
Questa mattina ha preso avvio il confronto tra il Miur e le organizzazioni sindacali per discutere la proposta di accordo che disciplinerà le procedure di individuazione dei docenti ai fini del passaggio da ambito a scuola.
L’Amministrazione ha presentato alle organizzazioni sindacali una bozza di accordo che non corrisponde in nessun modo alle richieste di parte sindacale e non rispecchia neanche quanto previsto nell’accordo politico sottoscritto il 29 dicembre 2016.
La UIL scuola, richiamando i contenuti dell’accordo, ha ribadito l’indisponibilita’ a sottoscrivere un contratto che prevede la chiamata diretta da parte del dirigente scolastico sulla base di una pletora di requisiti (36), relegando in secondo piano le competenze del collegio docenti.
E’ necessario un accordo che accompagni questo delicato passaggio con regole condivise, che diano certezze al personale docente garantendone la liberta’ di insegnamento con un sistema trasparente delle procedure.
Il prossimo incontro, fissato per giovedì, rappresenterà “il banco di prova” per verificare la volontà dell’amministrazione di proseguire concretamente il confronto.
Per la UIL hanno partecipato Proietti e D’Aprile.

Decreti attuativi della Legge 107/15. Audizione VII Commissione cultura del Senato

Decreti attuativi della Legge 107/15.  Audizione VII Commissione cultura del Senato

Il giorno 2 febbraio 2017, alle ore 15,30, la delegazione della Uil scuola, composta da Pasquale Proietti e Giuseppe D’Aprile, ha partecipato, insieme alle altre organizzazioni sindacali, all’Audizione parlamentare in VII Commissione Istruzione al Senato presieduta dal Sen. Andrea Marcucci, sul tema delle deleghe della “buona scuola”.

La Uil Scuola ha rappresentato la volontà di voler contrastare la visione e la filosofia di fondo della Legge 107, ricordando che sono gli organi collegiali il presidio della tutela della libertà d’insegnamento e la garanzia di autonomia delle scuole.

Gli strumenti con i quali la Uil intende contrastare questa visione della 107 sono: prima di tutto la contrattazione, poi il confronto, attraverso la partecipazione al dibattito, con l’obiettivo di incidere sulla stesura definitiva dei decreti.

La Uil ha illustrato ai senatori della Commissione Istruzione le proposte di modifica delle deleghe, con particolare riferimento a quella sull’inclusione e a quella sulla formazione iniziale e reclutamento.

Alla fine dell’incontro i rappresentanti Uil hanno lasciato al Presidente e ai Senatori presenti una memoria scritta.

Tutti la documentazione sulla materia è rinvenibile sul nostro sito www.uilscuola.it Link diretto: http://www.uil.it/uilscuola/node/4829

 

Le deleghe della 107: LE SCHEDE DI DETTAGLIO | PRO E CONTRO | LE PROPOSTE UIL SCUOLA

01 FEBBRAIO 2017 

Le deleghe della 107


LE SCHEDE DI DETTAGLIO | PRO E CONTRO | LE PROPOSTE UIL SCUOLA 

Le otto deleghe al governo prevedono la riforma ordinamentale dell’intero sistema scolastico.
La legge 107, nella sua filosofia di fondo, si è orientata inizialmente sulla governance del sistema, spostando sulle prerogative dirigenziali competenze proprie degli organi collegiali della scuola, operando in questo modo una mutazione genetica della scuola definita dalla costituzione italiana. Gli organi collegiali, invece, sono il presidio della tutela della libertà di insegnamento e di apprendimento degli alunni, garanzia di autonomia delle scuole. In questi principi risiede la laicità e l’indipendenza della scuola statale.

    La Uil Scuola contrasta la visione e la filosofia di fondo della Legge 107.
Intende modificarla con due strumenti:
– la contrattazione;
– il confronto,  la partecipazione al dibattito,
con l’intento di incidere sulla stesura dei testi delle deleghe.

  • La contrattazione, nell’accordo del 30 novembre con il Governo, si riappropria dello spazio suo proprio, sottratto in questi anni, prima dalla riforma Brunetta, poi dalla stessa legge 107.
  • Con questa stessa impostazione affrontiamo il dibattito sulle deleghe.
    Un dibattito che non c’è stato e che invece, va attivato, e subito, e non solo nelle grigie stanze ministeriali,  ma direttamente nelle scuole e tra la gente.

Due i capisaldi che seguiremo:
– sottrarre dall’impianto delle deleghe tutti gli aspetti che riguardano la contrattazione 
fare proposte di merito sui singoli temi ( il dettaglio nelle schede).

Le deleghe appena approvate seguono la filosofia della 107, sia pure con qualche attenuazione, dovuta ad un ripensamento ministeriale. Propongono un’operazione dirigista e lesiva dell’autonomia che si dice di voler esaltare: non si garantisce la libertà di insegnamento e di apprendimento, che è garantito da un modello di partecipazione che si fonda sull’autogoverno delle scuola dell’autonomia.

Prospettano la trasformazione della scuola in un grande ufficio pubblico dispensatore di servizi, dimenticando la funzione della scuola: considerare gli alunni e le famiglie come cittadini e non come utenti da accontentare.  Un regresso sostanziale con un’apertura verso il privato e i suoi  meccanismi di funzionamento.

Si legittima la sindrome impiegatizia, con cui fu attaccato il sindacato che aveva mutuato dal lavoro privato gli elementi della contrattazione, con l’unica differenza che questa volta sono viste nell’ottica del datore di lavoro. Errore il primo, errore anche il secondo.

Sono presenti nell’attuale stesura delle deleghe palesi confusioni e contraddizioni tra i vari testi, che risentono della mancanza di coordinamento politico.  Ognuno si è scritto le norme che gli servono; quello delle scuole italiane all’estero, ne è la dimostrazione più esplicita.

Una scrittura tutta burocratica.  Si riducono le certezze per il personale (nel caso del reclutamento) e non si danno strumenti adeguati per supportare gli aspetti formativi e didattici (nel caso della cultura umanistica) che hanno, per loro natura, bisogno di partecipazione, spazi di libertà e professionalità che non sono di tipo impiegatizio.

Si trasforma e si riduce l’autonomia della scuola e la partecipazione.
Anche quella degli studenti e famiglie che tutti mettono al centro dell’attenzione, ma solo a parole.

Quella  delle deleghe appare ora come un’opportunità, ma ci sembra che il clima politico pre-elettorale e i tempi non siano sufficientemente adeguati ad una vera riscrittura del futuro sistema scolastico statale che, attualmente, si presenta  come un treno da mettere sulle rotaie giuste: quelle del rilancio e non del ridimensionamento.

IL SISTEMA DELLE OTTO DELEGHE
La valutazione Uil Scuola

Mobilità: Incontro inutile e inconcludente


 

image001                                                                                                                   Mobilità.   Incontro inutile e inconcludente.  
La stretta finale rinviata a lunedì.  


Uil: possibilità per chi è passato da ambito a scuola di fare domanda nella stessa scuola
e diversità di criteri tra docenti e Ata, sono i nodi da sciogliere.
E’ proseguito questa mattina il confronto tra sindacati e Miur per definire l’articolato sulla mobilità che dovrebbe portare alla sigla di una ipotesi di accordo, probabilmente lunedì prossimo.
Restano ancora da sciogliere i nodi posti dalla Uil Scuola in coerenza con l’accordo politico del 29 dicembre.
Il testo, anche se migliorato nel corso del confronto, lascia irrisolti alcuni aspetti.
Non si può – secondo la Uil scuola – procedere con il metodo dei due pesi e due misure.
Si trattano in modo diverso il personale docente e quello Ata. Agli uni si riconosce il punteggio pieno, pre-ruolo e altro ruolo, ai fini della mobilità a domanda e al personale Ata no.
Inoltre, l’amministrazione non vuol consentire ai docenti di ruolo, trasferiti dagli ambiti, in servizio in una scuola, di poter richiedere la stessa scuola nella domanda di mobilità. Di restare dove già si è in sostanza.
Ipotesi che non viene prevista. Si arriva, quindi, ad un risultato paradossale: il docente resterebbe nella stessa scuola senza titolarità, senza posto, mentre un altro docente, titolare di altro ambito e in servizio in altra scuola, ne assumerebbe la titolarità. Questo in piena contraddizione con il principio della continuità didattica.
Su queste questioni sollevate dalla Uil Scuola, il Miur temporeggia e non dà risposte chiare e definitive. Resta incertezza sull’esito finale della trattativa.
All’incontro, per la UIL Scuola, hanno partecipato Proietti e D’Aprile.

by segreteria territoriale Uil Scuola città metropolitana Catania

Chiamata diretta, Turi (UIL): Ministero ha riproposto colloquio con dirigente, così salta contratto mobilità. Ci vogliono criteri oggettivi e valutazione anzianità no titoli

Pubblichiamo l’intervista del Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, pubblicata suorizzontescuola.it/

Chiamata diretta, Turi (UIL): Ministero ha riproposto colloquio con dirigente, così salta contratto mobilità. Ci vogliono criteri oggettivi e valutazione anzianità no titoli

 Cosa proporrà la UIL?

Di rendere oggettivo e non discrezionale il passaggio dall’ambito alla scuola. Per me la “chiamata” non esiste, esiste la mobilità dagli ambiti alle scuole. La chiamata diretta è una stupidaggine normativa. I docenti sono già assunti, hanno un contratto a tempo indeterminato, non hanno bisogno di incarico.

e chiaramente in una visione del genere il colloquio con il dirigente per essere “scelti” non garantisce l’oggettività.

Con il colloquio l’oggettività va a farsi benedire, diventa discrezionale, una scelta frutto dell’intuito del dirigente.

Dai comunicati giunti in redazione, abbiamo appreso che nella bozza elaborata dal Ministero è riportata una griglia con una lunga lista di criteri.

Sì, si tratta di una lunga lista di requisiti, ma alla fine hanno riprosposto il colloquio. E’ una provocazione. Il colloquio cozza con i requisiti, a questo punto lascino soltanto il colloquio.

Qual è l’alternativa che presenterà la UIL?

Una griglia di criteri che possa agevolare domanda offerta. 3-4 criteri al massimo, che avvicinino offerta scuola a domanda, criteri oggettivi legati all’esperienza lavorativa. Inoltre, dovrà valere l’anzianità di servizio in caso di parità di requisiti. Cosa che nella bozza del Ministero manca totalmente.

Niente titoli?

No, i titoli servono per le assunzioni, questi sono docenti già assunti.

C’è unità tra sindacati?

Sì, anche se ognuno farà le proprie valutazione. Non abbiamo un accordo sul testo e un punto di partenza che è l’accordo politico con il Ministro in cui si parlava chiaramente di un sistema oggettivo.

Com’è l’atmosfera al Ministero?

Non è quella dell’anno scorso, c’è ancora qualche giapponese che non ha capito che la guerra è finita.

L’ANP ha chiaramente detto che, se salta la chiamata diretta, si opporrà alla valutazione dei dirigenti

L’ANP ha trovato una pezza a colori per uscire da un sistema in cui si era infilato. Questa valutazione dei dirigenti è un errore, l’ANP ha colto l’occasione per dare il ben servito e riconquistare il consenso dei suoi che stava perdendo.

Che tempi si prevedono, c’è il contratto sulla mobilità non ancora firmato

Prima dobbiamo definire il contratto sulla mobilità, ci sono nodi aperti. In settimana contiamo di chiudere entrambe le cose e avviamo elaborazione del contratto sul passaggio dagli ambiti alle scuole. Ma se non c’è accordo su quest’ultimo punto, rischia di saltare la mobilità

Nodi aperti per la mobilità? Quali?

Innanzitutto la possibilità per un docente incaricato in una scuola da ambito di poter scegliere la stessa scuola per passare la titolarità dall’ambito alla scuola. Ci dicono che ci sono impedimenti tenici, secondo me sono politici. Vedremo. Infine, qualcosa da rivedere per la tabella titoli degli ATA.

Confronto in Commissione di Garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali; Mobilità: Concluso il confronto sull’articolato la prossima settimana possibile la sigla del contratto; ULTERIORI CHIARIMENTI SULLE PENSIONI

Confronto in Commissione di Garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali; Mobilità: Concluso il confronto sull’articolato la prossima settimana possibile la sigla del contratto; ULTERIORI CHIARIMENTI SULLE PENSIONI

Confronto in Commissione di Garanzia sullattuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali,
È proseguito il 19 gennaio 2017 presso la Commissione di Garanzia sullattuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali, il confronto relativo al codice di autoregolamentazione del diritto di sciopero nella Scuola, anche alla luce del nuovo comparto di contrattazione, al fine di avviare un processo di revisione, ciò poiché l’accordo di settore e’ quello su cui si sono stratificati nel tempo tutti gli altri.
All’incontro hanno partecipato anche i rappresentati dellARAN e del MIUR.
– SulIa comunicazione delle adesioni la UIL riconosce l’utilità di pratiche più diffuse, quale strumento per conciliare diritti differenti, seppur non necessariamente contrapposti. Tali pratiche però non devono vincolare in alcun modo il diritto del lavoratore ad esprimere l’adesione secondo la massima libertà, anche in senso temporale.
– La definizione dei servizi minimi essenziali non può includere anche settori diversi da quelli attualmente regolamentati; ad esempio nella scuola primaria l’essenzialità viene garantita dai servizi di vigilanza che la scuola deve organizzare, la funzione educativa segue regole specifiche e la prima non può essere confusa con la seconda, come purtroppo è avvenuto e avviene tuttora a causa di una scorretta ed illegittima soluzione adottata per la sostituzione dei docenti assenti.
– nel dibattito generale va evitata la confusione tra azione educativa ed azione di vigilanza, in modo chiaro anche nei confronti dei cittadini. Questo elemento ingenera infatti confusione anche tra i concetti di servizio e funzione. L’istruzione è il frutto dell’azione educativa, la cui funzione è riconosciuta a livello costituzionale come fondante per lo sviluppo individuale e collettivo, che genera pertanto diritti e doveri, per la società e per lo stato;
La scuola, intesa come struttura edilizia, gli organici del personale, gli ordinamenti, le risorse finanziarie ecc. sono invece gli strumenti attraverso cui il servizio finalizzato a realizzare la funzione educativa, viene erogato. La funzione dello stato ed il servizio con cui la funzione viene realizzata vanno tenuti separati.
Gli elementi afferenti tutta la discussione restano in questa fase in un limbo teorico, tutte le organizzazioni sindacali, insieme alla UIL, hanno ritenuto infatti non concretizzabile alcuna azione modificativa in assenza di una vero avvio del percorso di rinnovo contrattuale.
Per la UIL Scuola ha partecipato Noemi Ranieri.

Glia argomenti trattati: MOBILITA’. LICEI MUSICALI. SISTEMA PRECEDENZE DI CUI ALLA L.104. INDIVIDUAZIONE E TRATTAMENTO PERDENTI POSTO. PERSONALE EDUCATIVO. ULTERIORI CHIARIMENTI SULLE PENSIONI . OTTAVA SALVAGUARDIA. LE QUESTIONI SUL PERSONALE ATA VERRANO TRATTATE IL 24 GENNAIO

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Le deleghe della 107 Turi: intollerabile la sindrome impiegatizia
L’istruzione è bene costituzionale, laico e indipendente.

Le deleghe della 107
Turi: intollerabile la sindrome impiegatizia
L’istruzione è bene costituzionale, laico e indipendente.
Bisogna tutelare la libertà di insegnamento e quella di apprendimento dei ragazzi.
Attenzione a decisioni che vanno a limitare la collegialità delle scelte nella scuola.
Contrattazione e confronto gli strumenti che utilizzeremo per le modifiche alla legge e alle deleghe

Le bozze di decreto ci propongono ancora un’a operazione che appare come una invasione di campo, – mette in guardia il segretario generale della Uil Scuola, rispondendo oggi alle domande a margine dell’’Assemblea organizzata dalla Uil di Taranto con i segretari del pubblico impiego.
E’ l’impianto di base della legge 107 che si rispecchia in quelle deleghe – ribadisce Turi – la UIL Scuola ne ha contrastato e continuerà a contrastarne le scelte con due strumenti:  la contrattazione e il confronto,  con la partecipazione al dibattito e alla stesura dei testi delle deleghe.
Con la contrattazione siamo arrivati all’’ accordo del 30 novembre, – ha detto Turi  –  con quell’intesa  abbiamo ottenuto che il Governo riporti nel confronto negoziale parte delle materie sottratte dalla legge alla contrattazione.
Questo sia per le materie legate alla riforma Brunetta che per gli effetti legati alla legge 107.
In merito alle deleghe al Governo – ha precisato Turi – stiamo studiando le bozze, abbiamo  condiviso  la volontà del ministro ad un confronto di merito, parteciperemo con proposte di emendamento.
Quel che si evince è la previsione di una gestione del personale autoritativa e tutta orientata a spostare sul personale oneri  e impegni.  Bisogna evitare poi di disperdere denaro pubblico, che va destinato, invece, alla scuola statale.

Le deleghe della 107

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L’istruzione è bene costituzionale, laico e indipendente.”

VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI A 8 DECRETI LEGISLATIVI DI ATTUAZIONE LEGGE 107

Anticipazione e per la consueta corretta informazione.
Attendiamo i testi approvati dal Consiglio dei ministri per dare un giudizio e per preparare le richieste di emendamento che potremo presentare durante le audizioni Parlamentari e nel confronto con il ministro.
I testi che sono in giro, potrebbero essere diversi da quelli approvati.
Vi manderemo i testi ufficiali, le nostre considerazioni e le nostre proposte appena possibile, intanto di seguito vi inviamo la nota di commento diramata dal MIUR.
I decreti riguardano:
· il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado;
• la promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità;
• la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale;
l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni;
il diritto allo studio;
la promozione e la diffusione della cultura umanistica;
il riordino della normativa in materia di scuole italiane all’estero;
l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

LEGGI:schede esplicative.

LE SCHEDE ESPLICATIVE

CONSIGLIO DEI MINISTRI: APPROVATI I DLGS DELLE DELEGHE DELLA SCUOLA.

Consiglio dei Ministri: approvati i decreti legislativi delle  deleghe sulla scuola
Il commento del segretario Nazionale della UIL Scuola Pino Turi: ora sarà decisivo il confronto di merito, ed ancora, 
è importante il tema del reclutamento.

Ora sarà importante il confronto di merito concordato con il ministro Fedeli all’atto del suo insediamento,  contemporaneamente al lavoro nelle commissioni.  Ci auguriamo che i tempi stretti non producano gli stessi guasti della 107 ed impediscano buoni risultati per la scuola – è questo il commento di Pino Turi, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri di oggi delle deleghe sulla scuola.

Appare positivo – aggiunge Turi – che le deleghe siano tutte inserite in un percorso organico e di sistema che scongiura il pericolo paventato di stralcio di alcune di esse che più interessavano al MEF per i risparmi, piuttosto che per definire riforme positive per il personale e per la scuola in generale.

Impraticabile la via della proroga, il Governo ha scelto di approvare uno schema leggero che affida alle commissioni il compito di mettere a punto i testi legislativi di riferimento.  Una strada – commenta Turi – che non ci trova pregiudizialmente contrari, perché ciò che più ci interessa non è ‘come’, ma cosa sarà scritto nelle deleghe. E’ una scelta che valuteremo sulla base del merito e del risultato finale.
Appare positivo il fatto che il ministro si sia impegnato a partecipare ai lavori delle commissioni.
Se nelle commissioni prevarrà l’interesse prioritario della scuola e non lo scontro politico, si potrebbe rimettere sui binari giusti una legge deragliata.

Siamo convinti – continua il segretario generale della Uil Scuola – che i molti  problemi dalla legge 107 possono  essere risolti con la contrattazione e il livello di confronto in atto con il ministro Fedeli, possa portare quegli elementi di riforma per fare una vera buona scuola.

Anche a livello legislativo, vanno superati i vincoli formali e ideologici. La scelta di uno schema leggero e di apertura di dialogo sui singoli temi ci trova pronti ad individuare soluzioni condivise soprattutto in tema di reclutamento e formazione iniziale.
Ciò  impone una forte responsabilità delle forze politiche che – mette in evidenza il segretario della Uil Scuola – mi auguro non vorranno utilizzare la scuola come terreno di scontro politico.
La Uil ha già fatto  le proprie proposte di merito, fin dall’inizio nel confronto iniziale nei gruppi di lavoro costituiti dal PD, ribadite nei banchetti del PD dello scorso anno e su questo concentrerà la propria attività e giudizio: occorre ripristinare i valori violati dalla 107.

IL MERITO DEGLI INSEGNANTI, I DEMERITI DELLA POLITICA

Il merito degli insegnanti, i demeriti della politica
MERITO DEGLI INSEGNANTI | GIAN ANTONIO STELLA RIAPRE IL DIBATTITO SUL CORRIERE | IL PUNTO DELLA UIL SCUOLA
(…) Tornando al ‘bonus premiale dei docenti’, superata l’iniziale enfatizzazione mediatica, nella sostanza si sono messi a disposizione 200 M € per premiare una platea composta da 750.000 docenti. Come dire, dopo gli stipendi più bassi d’Europa, abbiamo aggiunto anche la beffa dei ‘premi’ più striminziti d’Europa. Più che premi, una paternalistica paghetta.
A fronte di risorse insufficienti , sarebbe più corretto parlare di tentativo di diversificazione stipendiale, piuttosto che valutazione del merito che, invece, dovrebbero aprire la strada ad incrementi economici e/o di carriera. (…)
il testo integrale della nota di Pino Turi nel link http://www.uil.it/uilscuola/sites/default/files/
rassegna stampa: gian_antonio_stella_su_corriere_060117.pdf.

doc_turi_su_merito_degli_insegnanti_070117

gian_antonio_stella_su_corriere_060117

La legge di bilancio e il pubblico impiego

UIL: Nota di commento alla legge di bilancio e al decreto proroga termini 2017 a cura del Servizio Politiche contrattuali Pubblico Impiego.

IN EVIDENZA:

  1. Sul fronte Scuola è iscritto un fondo con autonoma dotazione di 140 milioni di euro per l’anno 2017 e 400 milioni a decorrere dall’anno 2018 da destinare all’incremento dell’organico dell’autonomia di cui all’art. 1, comma 201, della legge 107/15.
  2. Nell’ambito delle politiche di alternanza scuola – lavoro, al fine di promuovere forme di occupazione stabile, ai datori di lavoro privati con riferimento alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche in apprendistato, è riconosciuto, per un periodo massimo di trentasei mesi, l’esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro. Tale esonero spetta ai datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato, entro 6 mesi dall’acquisizione del titolo di studio, studenti che abbiano svolto presso il medesimo datore di lavoro attività di alternanza scuola – lavoro o che abbiano svolto periodi di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore, il certificato di specializzazione tecnica superiore o periodi di apprendistato di alta formazione.
  3. L’efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni è prorogata al 31 dicembre 2017.
  4. Le università possono prorogare fino al 31 dicembre 2017, con risorse a carico del proprio bilancio e previo parere favorevole del dipartimento di appartenenza, i contratti di ricercatori a tempo determinato in scadenza prima della medesima data, i cui titolari non hanno partecipato all’abilitazione scientifica nazionale.
  5. A decorrere dall’anno scolastico 2019/2020 (non più così dal corrente a.s. 2016/2017), l’inserimento nelle graduatorie di circolo e di istituto può avvenire esclusivamente a seguito del conseguimento del titolo di abilitazione.

Il commento dei due provvedimenti

La legge di bilancio approvata agli inizi del mese passato si è collocata in discontinuità con le precedenti leggi finanziarie, infatti notevoli sono stati i passi in avanti su svariati settori e una luce, finalmente, si è intravista anche per il pubblico impiego dopo “sette anni di vacche magre”.
Oltre all’accordo siglato lo scorso 30 novembre che ha l’obiettivo principale di riequilibrare gli assetti della regolamentazione del rapporto di lavoro alle dipendenze della P.A. tra normativa e contrattazione, il Governo con questa manovra apre il portafoglio e stanzia così le prime risorse utili a rispettare l’impegno preso con le parti sociali, ossia assicurare un incremento contrattuale a regime dell’attuale tornata non inferiore a 80€. Dopo gli anni del blocco della contrattazione nel pubblico impiego si gettano, quindi, le basi per tornare a sedersi ai tavoli dei rinnovi contrattuali. Il fondo, inoltre, consentirà, a decorrere dal 2018, nuove assunzioni a tempo indeterminato nelle amministrazioni statali. Nuovi finanziamenti sono stati previsti per la Scuola onde destinarli all’incremento dell’organico dell’autonomia di cui alla legge 107. E ancora certamente positiva la promozione, tramite esonero contributivo, delle assunzioni a tempo indeterminato facenti seguito a percorsi di alternanza scuola lavoro. Vengono stanziate, poi, risorse al fine di incentivare le attività di ricerca di docenti e ricercatori delle università statali. Una legge, insomma, che, in controtendenza, non chiude i cordoni della borsa.
Sul finire del 2016 è stato poi depositato il c.d. Mille-proroghe, il quale ha confermato la via indicata dall’accordo sul Pubblico Impiego e, in particolare, ha riservato la sua attenzione all’esigenza di tutela occupazionale di tutti quei precari della pubblica amministrazione che vedevano il loro rapporto di collaborazione minacciato dalle scadenze stabilite dalla nuova disciplina dei rapporti di lavoro. Ma non solo! Non possono che apprezzarsi sia la proroga della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato già banditi sia la riconosciuta possibilità di nuove assunzioni per le P.A., riservandone una quota al personale precario già in servizio, per far fronte ai diversi fabbisogni di risorse umane.

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BILANCI E SFIDE | SCUOLA | UIL: che accade ora dopo l’accordo di Natale

Pubblichiamo qui di seguito la nota o meglio il commento per paventato pericolo per atti, atteggiamenti, comportamenti e fatti, deleteri quanto devastanti, da parte dei soliti ignoti e/o politici e/o pseudo sindacalisti, che di tutto possono parlare tranne che della “”vera buona scuola”” quella fatta dalle “”Persone””. Pericolo di lite sociale. Occorre tenere alta la guardia da parte di tutti. Sollecitazione alle menti pensanti di prestare attenzione, di essere attenti alle note ed attività sindacali, la Uil Scuola è in prima linea accanto e per la scuola e i suoi componenti: Docenti, Ata, Dirigenti, Alunni, Famiglie,  a tutela e difesa di tutti i diritti costituzionalmente garantiti.  Quanto qui di seguito rappresenta la prima avvisaglia a che non accada quello che non deve accadere.

salvo mavica, segretario  generale territoriale Uil Scuola città metropolitana Catania 

 UN ACCORDO CHE GUARDA AL FUTURO,  nota di Pino Turi, segretario generale nazionale. 

Mentre l’accordo politico con il ministro Fedeli è ancora fresco di inchiostro, ecco riapparire i sostenitori della prima ora della cosiddetta ‘buona scuola’.                                                                                                                                                      Sono quelli che teorizzavano la ‘chiamata diretta’ con la pretesa di costituire collegi dei docenti accondiscendenti e comunque da gestire con metodi poco democratici (teorizzati quelli ispirati ai metodi dei marines americani del Dont’ ask, dont’tell ) e dei novelli economisti che pensano di aver trovato la ricetta per risanare finanziariamente il Paese, in nome di una non meglio precisata libertà educativa. I primi, attaccano l’accordo perché consegnerebbe la scuola statale nelle mani dei docenti, i secondi vedono nei costi standard una misura salvifica anche per le malmesse casse dello Stato, sulla falsariga del modello sanitario nazionale (misura più invocata che attuata), per un mal celato desiderio di sempre maggiori risorse al sistema delle scuole private. Entrambi i fronti di attacco utilizzano, a nostro avviso, strumentalmente l’interesse degli alunni e delle famiglie, arrivando a teorizzare un autentico conflitto con quello dei docenti statali. Insomma una scuola fatta di procedure burocratiche e con il pericolo concreto di indottrinamento, senza dire che sottrarre 17 miliardi (questo il risparmio stimato) al sistema scolastico italiano equivarrebbe ad entrare nel novero dei paesi sottosviluppati, visto che già oggi tra i paesi dell’OCSE siamo ultimi insieme alla Bulgaria per spesa di istruzione. Ancora una volta si considera l’istruzione un costo e non un investimento.     Se queste sono le critiche, vuole dire che siamo proprio sulla buona strada!

Molto realisticamente, siamo in presenza di un primo buon accordo che, senza voler restaurare nulla, mette in pratica, finalmente, un dialogo tra le parti aperto al confronto.  Questo non può essere influenzato dagli egoismi corporativi di chi vorrebbe mettere in discussione il ruolo che la stessa scuola statale svolge.

I novelli liberisti ignorano il contributo che questa ha dato al Paese sia in termini economici che sociali, attuando i dettami della Costituzione, che ne riconosce il profilo e ne eleva il livello sino a inserirlo nei compiti fondamentali dello Stato.

Del resto, il grado di apprezzamento del sistema scolastico italiano e dei suoi addetti (dirigenti scolastici, docenti e personale ATA) è una costante di ogni studio e/o sondaggio che in questi anni è stato fatto da autorevoli istituti indipendenti. Ma la conferma giunge dal fatto che oltre il 93% degli studenti frequenta le scuole statali.

Il disegno riformista insito nella legge 107/2015, è sembrato più il pretesto da parte di alcuni settori ben identificati di utilizzare l’esigenza di modernizzare il sistema scolastico, che è anche un nostro obiettivo, per realizzare, invece, un processo di restaurazione vero e proprio. Un progetto teso alla burocratizzazione del sistema che ci porterebbe non solo indietro nel tempo, ma ci esporrebbe in maniera esponenziale al rischio di realizzare quello sciagurato disegno di privatizzazione vera dell’istruzione.

Quello che ci preme qui riaffermare è che la Costituzione rimane un punto fermo e da questa bisogna partire, impensabile tornare indietro, occorre guardare avanti!

In questa azione vanno riaffermati i principi fondanti che sono rappresentati dalla libertà di insegnamento e di apprendimento, in un sistema scolastico che non può e non deve scendere sul terreno del mercato alla stregua di un qualsiasi servizio a domanda individualizzata. Deve invece rimanere la sua vocazione originaria, quella voluta dai padri Costituenti: quella di funzione dello Stato che non può essere governata dalle regole del libero mercato, che può e deve convivere con l’offerta privata, a condizione che non determini oneri per lo Stato.

Appare sterile, oltre che anti storico, tentare di contrabbandare come posizioni neo riformiste le vecchie e sempre più inattuali visioni di quel modello di scuola duale bocciato dalla Costituzione e dal Paese reale.

In conclusione, l’accordo tra sindacati e Governo, ci mette, ulteriormente, al riparo da questi pericoli per il semplice fatto che la filosofia che lo sostiene è chiara: fare funzionare sempre meglio il sistema scolastico italiano che ha dimostrato di saper competere con gli altri sistemi e, affidarsi ai docenti liberi da condizionamenti e motivati, ne è l’antidoto migliore per fermare derive regressive.

Certo, una valutazione finale si impone: sarebbe più produttivo, dopo aver colto il volere dei lavoratori della scuola e dei cittadini di questo Paese, lavorare sulla continuità di questi valori, perfezionando e migliorando il modello di scuola pubblica statale in essere.

Tutto il resto determina solo conflitti dannosi e sprechi di tempo. Di questo è bene prendano atto i soliti noti.

Pino Turi Segretario generale UIL SCUOLA

DECRETO LEGGE MILLEPROROGHE 30.12.2016 N.244…stralcio

DECRETO-LEGGE 30 dicembre 2016, n. 244
Proroga e definizione di termini. (16G00260)
(GU n.304 del 30-12-2016)
Vigente al: 30-12-2016: milleproroghe.

…omissis…..
Art. 4
Proroga di termini in materia di istruzione, università’ e ricerca
omissis…
2. Il termine di adeguamento alla normativa antincendio per gli
edifici scolastici ed i locali adibiti a scuola, per i quali, alla
data di entrata in vigore del presente decreto, non si sia ancora
provveduto al predetto adeguamento e’ stabilito al 31 dicembre 2017.
3. All’articolo 1, comma 10-octies, del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2016, n. 21, le parole: «31 dicembre 2016» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2017» e le parole «delle tornate 2012 o 2013» sono soppresse.
4. All’articolo 1, comma 107, della legge 13 luglio 2015, n. 107,
le parole: «2016/2017» sono sostituite dalle seguenti: «2019/2020».

Anticipazioni e Brevi note a commento.
sta a significare che:

sarà ancora possibile inserirsi in III fascia delle graduatorie di istituto con il solo titolo di laurea, purchè naturalmente il titolo abbia i requisiti previsiti per l’accesso alle classi di concorso;
chi ha il titolo potrà inserirsi in III fascia;
chi è già iscritto in II o III fascia potrà aggiornare i titoli, cambiare provincia o scuole scelte, o aggiunge nuove classi di concorso;
considerato che l’aggiornamento del precedente triennio è stato tra maggio-giugno 2014, la procedura dovrebbe essere avviata in pari data;
il nuovo aggiornamento dovrebbe avere cadenza triennale;
Stante l’attuale normativa è possibile inserirsi in un’unica provincia, con 20 scuole da scegliere;
I titoli valutabili e punteggi relativi alla vigenti tabelle, se non saranno modificate in sede di emanazione della specifica ordinanza:

tabella-b-valutazione-titoli-iii-fascia;

tabella-a-valutazione-titoli-ii-fascia-gi_