Cirillo: lasciare questi dirigenti fuori sede è diventato un esercizio burocratico del Ministero
Al MI sanno bene che il numero delle scuole normo-dimensionate, sommate ai pensionamenti consentirebbero a molti colleghi di ottenere la mobilità interregionale, sia nuove assunzioni per tutte le regioni, attingendo dalla graduatoria del concorso del 2017 che del concorso 2011.
«Questo paese troppo spesso lascia i nostri dirigenti soli, ogni istituto deve averne uno» così si pronunciava il Ministro Bianchi il 7 maggio di un anno fa durante una riunione proprio con i dirigenti scolastici.
Affermazione di principio giusta alla quale non ha fatto seguito alcuna decisione conseguenziale – sottolinea la responsabile nazionale del Dipartimento dei dirigenti scolastici della Uil Scuola, Rosa Cirillo.
Non è la prima volta che, quando si tratta di dare soluzioni ai problemi dei Dirigenti scolastici, si cade nel buio. La mobilità interregionale dei dirigenti scolastici non solo resta, ad oggi, un problema irrisolto, ma con l’indizione del nuovo concorso a dirigente scolastico regionale, la condizione di ‘lavoratore invisibile ai radar della normativa’ dei dirigenti fuori sede, si aggraverà ulteriormente
Restare fuori sede per questi colleghi è diventato un esercizio burocratico del Ministero dell’Istruzione. Eppure – osserva Cirillo – abbiamo prospettato più volte soluzioni percorribilissime, come l’eliminazione dei vincoli esistenti e aprendo, in tempi brevi, una sequenza contrattuale con l’Aran.
Nel PNRR – Missione 4 e successive Linee Guida del Ministro si parla tanto di rifondazione del sistema educativo del Paese, senza considerare, però, che ogni scuola – sottolinea la responsabile dei dirigenti Uil Scuola – per svolgere il suo servizio prezioso di istruzione e di educazione delle nuove generazioni, ha necessità di tutte le componenti al loro posto, anche il capo d’istituto.
Leggi nota : COM MOBILITA’ DIRIGENTI 180222
Roma, 16 feb. (Adnkronos) – “I mille presidi hanno sostanzialmente ragione, ma non formalmente. Il contratto non prevede infatti che la mobilità sia totale, ma solo al 30% dei posti disponibili. Avrebbe dovuto essere rivista la contrattazione tanto più che il concorso per i presidi del 2017 è stato eccezionalmente un concorso nazionale, non regionale come avviene di solito”. Lo dice all’Adnkronos il segretario nazionale di Uil scuola Pino Turi, che commentando le ragioni di protesta dei mille dirigenti, aggiunge: “Azzolina non ha tolto il posto a nessuno. Le cose sono andate come prevede una legge sbagliata. Da sempre rivendichiamo una mobilità su tutti i posti al cento per cento, per consentire a chi è assegnato fuori sede a potersi spostare. Ma non è stato fatto. Il contratto è scaduto e di norme di legge non ce n’è nemmeno l’ombra”.
Le reggenze delle istituzioni scolastiche ne segnano la ‘decadenza’ formale e sostanziale – spiega Cirillo. Siamo stati anche dileggiati con l’approvazione della riduzione dei parametri degli alunni iscritti da 600 a 500, in Legge di Bilancio. Misura che ha restituito l’autonomia scolastica a molte scuole, non consentendo però di mettere in moto meccanismi di mobilità e di rientro nelle sedi di molti dirigenti scolastici.
Ora il ministero, disattendendo una legge, mette a capo di queste scuole un reggente.
Ma allora è una persecuzione – commenta Cirillo. Qual è il peccato di questi dirigenti? Aver partecipato e vinto un concorso nazionale che li ha mandati ovunque, su tutto il territorio della penisola, secondo criteri diversi e non coerenti.
Noi crediamo fermamente che favorire il rientro di questi dirigenti sia il primo e sostanziale passo di ridare sviluppo, slancio innovativo alle istituzioni scolastiche – aggiunge la responsabile Ds Uil Scuola.
Al Ministero dell’Istruzione sanno bene che il numero delle scuole normo-dimensionate, sommate ai pensionamenti consentirebbero a molti colleghi di ottenere la mobilità interregionale, sia nuove assunzioni per tutte le regioni, attingendo dalla graduatoria del concorso del 2017 che del concorso 2011.
Non c’è più spazio per le inutili promesse. I Dirigenti fuori sede meritano, anche per i sacrifici fatti nel reggere lontani da casa e dai familiari, le istituzioni scolastiche in regime di pandemia, di rientrare alle loro sedi.
Il contratto della dirigenza scolastica del 2019, di cui si chiede l’apertura in tempi brevi, deve sanare definitivamente queste discrasie e porre rimedi a tutta una serie di responsabilità, con un’armonica ridefinizione del profilo del dirigente scolastico. Le attuali percentuali di blocco della mobilità devono essere eliminate, secondo un principio di apertura che consideri disponibili tutti i posti che a qualsiasi titolo siano vacanti. E senza definizione di percentuali e di nulla osta, per rendere il rientro dei colleghi fuori regione possibile già oggi. Le soluzioni ci sono, la politica ascolti e decida di renderle praticabili anche nell’interesse dell’intero sistema educativo del nostro paese.
Sul tema riportiamo il lancio dell’Agenzia ADNKRONOS con la dichiarazione del Segretario generale, Pino Turi.
SCUOLA: TURI (UIL), ‘I MILLE PRESIDI HANNO RAGIONE,
MA AZZOLINA NON HA TOLTO IL POSTO A NESSUNO’ =
Roma, 16 feb. (Adnkronos) – “I mille presidi hanno sostanzialmente ragione, ma non formalmente. Il contratto non prevede infatti che la mobilità sia totale, ma solo al 30% dei posti disponibili. Avrebbe dovuto essere rivista la contrattazione tanto più che il concorso per i presidi del 2017 è stato eccezionalmente un concorso nazionale, non regionale come avviene di solito”. Lo dice all’Adnkronos il segretario nazionale di Uil scuola Pino Turi, che commentando le ragioni di protesta dei mille dirigenti, aggiunge: “Azzolina non ha tolto il posto a nessuno. Le cose sono andate come prevede una legge sbagliata. Da sempre rivendichiamo una mobilità su tutti i posti al cento per cento, per consentire a chi è assegnato fuori sede a potersi spostare. Ma non è stato fatto. Il contratto è scaduto e di norme di legge non ce n’è nemmeno l’ombra”.