AI SIGG.RI DIRIGENTI SCOLASTICI IST. SCOLASTICHE OGNI ORDINE E GRADO CATANIA E PROVINCIA.  LORO  S E D I.

AI SIGG.RI DOCENTI NEO ASSUNTI.

AL CONSIGLIO DIRETTIVO.

ALLA RSU E DELEGATI SINDACALI TERRITORIALI.   

Oggetto: Attività di aggiornamento e formazione, docenti neo immessi in ruolo e tutors.             In uno in allegato ci pregiamo inviare la locandina afferente quanto in oggetto, con preghiera della massima diffusione ed affissione all’Albo sindacale anche presso le sedi coordinate, succursali ecc. L’iniziativa, organizzata da questa segreteria in collaborazione con l’IRASE Nazionale, si configura attività di aggiornamento e di formazione reso da Ente accreditato.          E’ previsto l’esonero dal servizio. Verrà rilasciato attestato di partecipazione. Si ringrazia per la cortese attenzione che sicuramente verrà prestata. L’occasione è gradita per porgere distinti saluti. salvo mavica, segretario generale. IRASE NAZIONALE – ISTITUTO PER LA RICERCA ACCADEMICA SOCIALE ED EDUCATIVA. ENTE DELLA UILSCUOLA QUALIFICATO PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE SCOLASTICO.

La UIL Scuola di Catania in collaborazione con l’Irase Nazionale offre un supporto gratuito ai Docenti neoassunti di ogni ordine e grado, nell’anno di formazione e di prova, organizzando incontri periodici.Consulenza, assistenza e supporto anche ai Tutors.Il primo seminario formativo si terrà, Lunedì 18 gennaio 2016, h. 15,30/19,30 presso l’ aula magna.- I.S.I.S DUCA DEGLI ABRUZZI- POLITECNICO DEL MARE”Viale Artale Alagona, 99 – CATANIA.

Relaziona Francesca Severa,Segretaria Irase Nazionale , argomenti:

  • Percorso formativo nell’anno di prova
  • Bilancio delle competenze, analisi dei bisogni formativi e obiettivi della formazione
  • Laboratori formativi dedicati
  • Peer to Peer (osservazione in classe)
  • Formazione online (portfolio formativo digitale)
  • Adempimenti amministrativi del personale neoassunto.L’adesione all’iniziativa è gratuita e si configura come attività di aggiornamento.E’ previsto l’esonero dal servizio ai sensi degli artt. 64 e 67 del CCNL 2006/09.Verrà rilasciato attestato di partecipazione.La partecipazione è aperta a tutti, sia agli iscritti alla Uil Scuola, sia ai non iscritti. E’ gradita prenotazione entro venerdì 15 p.v. Si prega, inviare la scheda di adesione al fax 095 8324392 oppure via  email, catania@uilscuola.it.  Racapiti: Salvo Mavica, segretario generale 328 2030816; Anselmo Petrosino 392 350 8311;  Romeo Angela 329 9388514; Fiume Piero 329 8429088; Saro Bannò  349 3628075; Randazzo Carmelo 328 717 6514; Rita Scenna; Nelly Di Dio.by segreteria territoriale Uil Scuola Catania. Salvo Mavica, segretario generale

CT, 11.01.2016  I.R.A.S.E. Nazionale – Istituto per la Ricerca Accademica Sociale ed Educativa Ente della UIL Scuola qualificato per la formazione del personale scolastico (Decreto MIUR del 23.05.02 e del 05.07.05 prot. n. 1222 – D.M. 177/00). Via Lucullo, 6 – 00193 Roma.       Tel/fax 064753416. C.F. 03912501008.             e-mail: irase@tiscali.it

irase@uil.it

www.irasenazionale.it.

LEGGE 107| RIUNIONE PD | CANTIERE SCUOLA – La Uil Scuola presenta le sue proposte su attuazione e deleghe

20 NOVEMBRE 2015 

La Uil Scuola presenta le sue proposte su attuazione e deleghe

LEGGE 107| RIUNIONE PD | CANTIERE SCUOLA 

La legge sulla scuola approvata dal Governo presenta, nella sua applicazione concreta, molti punti critici.
Tra gli esempi possibili ne citiamo due tra i più diffusi in questi giorni: quanti hanno supplenze e sono chiamati ad assumere il ruolo e dovrebbero poterlo fare senza inutili intralci giuridici e coloro che devono fare l’anno di prova, caricato dal decreto di una serie di rigidità tutte formali.

Nel confronto sulla mobilità con il MIUR la Uil Scuola ha affermato con chiarezza la propria contrarietà al sistema degli ambiti: sbagliati come concetto e irrealizzabili.

Frutto di scelte ideologiche che non coincidono con la realtà un sistema che si basa sull’assunto sbagliato di qualcuno che sceglie e qualcuno che viene scelto. Per la UIL  riduce la libertà d’insegnamento e mina il pluralismo professionale.

La pratica applicazione, inoltre appare di difficile se non impossibile attuazione, almeno nell’immediato, visto anche il pino straordinario di mobilità i cui ambiti di azione sono ancora ignoti.

Per la UIL deve essere chiaro che il piano straordinario di mobilità, deve consentire a tutto il personale già di ruolo e al persone di nuova nomina, di poter scegliere oltre che una nuova provincia anche una nuova scuola di titolarità, su tutti i posti disponibili e vacanti.

Non si deve guardare ‘il dito ma la luna’: non sono le regole che consentono il trasferimento ma l’organico e il fabbisogno del personale.  Da come è costituito l’organico e dalla sua consistenza dipende l’esito dei trasferimenti.

Le regole di un contratto collettivo devono essere oggettive, astratte e tali da garantire i diritti di tutti. Le casistiche da affrontare devono considerare le diverse posizioni  giuridiche definite dalla legge 107.

La prima criticità, da risolvere nell’immediato, è rappresentata dalla necessità di dare risposte concrete al personale precario prevedendo che tutti i posti che residuano dopo le nomine della fase C, oltre 10.000, vadano assegnati alle GAE, ove non esaurite, prima del concorso, attraverso la riapertura della procedura;

Va individuata inoltre una soluzione per tutti i supplenti in possesso di abilitazione con almeno tre anni di servizio prevedendo l’inserimento di detto personale nelle GAE o, in subordine, attraverso la partecipazione alla prossima selezione concorsuale, annunciata per  dicembre, con la previsione della sola prova orale, quella relativa alla positiva novità della lezione simulata.

Ovviamente il 50% dei posti messi a concorso, come prevede la legge,  deve andare al personale inserito nelle GAE, nelle situazioni in cui non sono esaurite.

Nel link la memoria presentata dalla Uil Scuola su:

>>> Nuovi modelli di reclutamento

>>> Revisione dei percorsi di istruzione professionale e attuazione alternanza scuola lavoro

>>> Scuola dell’infanzia

>>> Valutazione degli apprendimenti

>>> Inclusione e integrazione degli studenti con disabilità

Procedure anno di prova e di formazione docenti neoassunti

INFORMATICONUIL, 9.11.2015

Il Miur ha diffuso dopo l’incontro  di informativa alle organizzazioni sindacali la circolare che avvia le procedure dell’anno di prova e di formazione  per i docenti neoassunti.
La UIL Scuola segnala la soluzione di alcune problematiche evidenziate.
·        I chiarimenti sul part time  e su spezzoni orari,  tramite un principio di proporzionalità  tra il  servizio effettivamente prestato  e la strutturazione  della cattedra  o del posto di insegnamento.
·        Il riconoscimento del servizio prestato su sostegno ai fini della conferma in ruolo su classe di concorso o posto comune e viceversa.
La UIL mantiene   la propria contrarietà  sulla confusa interpretazione del concetto di ambito disciplinare  rispetto al servizio riconosciuto come valido se prestato  nell’ordine di scuola per cui si è conseguita la titolarità. Storicamente  il concetto di affinità disciplinare  ha consentito il riconoscimento del servizio    ai fini della conferma in ruolo anche se prestato su ordini di scuola differenti.
La UIL mantiene la propria contrarietà all’applicazione della nuova disciplina  anche ai docenti che hanno richiesto ed ottenuto il passaggio di ruolo per il corrente anno scolastico in quanto l’applicazione della norma, oltre a fatto che non può avere effetto retroattivo, è contraddittoria rispetto alla formazione del neo docente che è già sta effettuata nel momento in cui è stato immesso nei ruoli. Una sua ripetizione è inutile e dispendiosa, costituisce inoltre un aggravio burocratico .  Per questi motivi stiamo  verificando con  l’ufficio legale nazionale i percorsi legali per impugnare l’intera circolare.

SETTIMA SALVAGUARDIA.

 settima salvaguardia. Prime comunicazioni.

Siamo appena all’esordio della legge di stabilità 2016 e sulla base delle disposizioni contenute nel testo del DDL all’esame del Senato – ovviamente suscettibile di modifiche – riteniamo opportuno estrapolare dal contesto del disegno di legge due questioni che sembrano essersi assestate quanto meno nella volontà del Governo: si tratta della proposizione della cosiddetta Settima Salvaguardia e della possibilità di esercitare la facoltà di accesso alla pensione di anzianità nel cosiddetto regime sperimentale donne per le lavoratrici che maturano i requisiti di età e contribuzione richiesti entro il 31.12.2015.

Con il presente messaggio ci limitiamo a fornire prime comunicazioni di utilità per la corretta informazione ai lavoratori e per gli aspetti di operatività che ne derivano, ancorché le disposizioni non siano ancora legge dello Stato. Sul fronte sindacale, come sapete, sono in atto le iniziative della Uil assieme a Cgil e Cisl sulla vertenza più complessiva della “flessibilità” in tema pensioni (vedi allegato).

Settima Salvaguardia
Il nuovo intervento sugli “esodati” riguarda complessivamente 26.300 lavoratori e ricalca in buona

sostanza la precedente sesta salvaguardia. Facciamo presente che con la settima salvaguardia viene previsto lo spostamento di un anno solare del vincolo della decorrenza ultima del trattamento pensionistico (dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio del 2017 – per il Comparto Scuola 1° settembre 2016). Per alcune categorie di lavoratori riscontriamo limitazioni come è il caso del congedo per l’assistenza a familiari con disabilità grave che nella settima salvaguardia sono limitati ai casi di congedo per assistenza dei figli.

Proprio in considerazione di questa casistica ricorrente nell’ambito del comparto Scuola, con la presente nota congiunta concentriamo l’attenzione sulla lettera d), comma 3, art. 18 del DDL Stabilità 2016.

Il DDL Stabilità 2016 ha previsto la possibilità – nel limite di ulteriori 2.000 soggetti – di accedere al trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima dell’entrata in vigore della Manovra Monti- Fornero, ai lavoratori che nel corso dell’anno 2011:

siano stati in congedo ai sensi dell’art. 42 comma 5 TU n. 151/2001 – limitatamente ai casi di assistenza prestata ai figli – a condizione che la data di apertura della cd. “finestra” sia collocata entro il 6 gennaio 2017.

1 DDL Stabilità 2016. Articolo 18, comma 3
… omissis …
d) nel limite di 2.000 soggetti, ai lavoratori di cui all’articolo 24, comma 14, lettera e-ter), del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, limitatamente ai lavoratori in congedo per assistere figli con disabilità grave ai sensi dell’articolo 42, comma 5, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151,i quali perfezionano i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011, entro il sessantesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del medesimo decreto-legge;
… omissis …

Pertanto I requisiti anagrafici e/o contributivi devono essere perfezionati in data utile da comportare la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 6 gennaio 2017. Per il comparto Scuola la decorrenza richiesta è entro il 1° settembre 2016.

Nell’ambito del comparto Scuola, al fine di accedere al trattamento pensionistico ai sensi della Settima Salvaguardia dal 1° settembre 2016 è necessario che entro la data ultima del 31 dicembre 2015 vengano raggiunti i seguenti requisiti:

Data di perfezionamento dei requisiti entro il 31.12.2015

PRESTAZIONE

pensione di vecchiaia uomini

Età : 65 anni e 3 mesi

Contributi : almeno 20 anni

pensione di vecchiaia donne *

Età : 65 anni e 3 mesi

Contributi : almeno 20 anni

pensione di anzianità con il sistema delle Quote

Quota 97 e 3 mesi

61 e 3 mesi di età più 36 anni di contributi oppure
62 e 3 mesi di età più 35 anni di contributi oppure
le varie combinazioni intermedie

pensione di anzianità con i 40 anni

40 di contributi indipendentemente dall’età anagrafica

* per le donne la salvaguardia ha ragione di esistere solo se al 31.12.2011 non era stato perfezionato il requisito contributivo. Infatti, la lavoratrice che al 31.12.2011 aveva compiuto i 61 anni di età e soddisfatto il requisito minimo di contribuzione mantiene la vecchia disciplina non per effetto della salvaguardia ma perché aveva perfezionato il diritto al 31.12.2011

Regime sperimentale “Opzione donne”

Per quanto attiene la questione “opzione donne” la legge di stabilità 2016 “al fine di portare a conclusione la sperimentazione” stabilisce che la facoltà di accesso al pensionamento è estesa anche alle lavoratrici che maturano i requisiti di età – adeguata agli incrementi della speranza di vita – e contribuzione entro il 31.12.2015.

In buona sostanza, le lavoratrici della Scuola che matureranno entro fine anno i 57 anni e 3 mesi di età assieme ai 35 anni di contributi potranno accedere al pensionamento secondo il regime delle cosiddette “finestre mobili” dal 1° settembre 2016.

Resta ovviamente inteso che si tratta di prime comunicazioni suscettibili di tutti i dovuti approfondimenti e aggiustamenti del caso in relazione agli sviluppi parlamentari della legge di stabilità.  Seguiranno ulteriori informazioni e indicazioni.

Area Assistenza e Tutela ITAL Uil . Il Responsabile Progetto ITAL-UilScuola Michele Zerillo Francesco Sciandrone.( livello nazionale, Uil Scuola)

N.B. presso la sede della segreteria territoriale di Catania, Via Giuseppe Patanè, 15  è operativo personale esperto sulla materia e nello specifico attrezzato ai fini del controllo e verifica della posizione previdenziale di docenti ed Ata nonché calcolo sia della tempistica che delle spettanze.

E’ gradita prenotazione ed appuntamento al fine di potere organizzare e gestire al meglio il servizio.

By segreteria territoriale Uil Scuola Catania, salvo mavica, segretario generale

Convocazione informativa fase C presso USR Sicilia

23 OTTOBRE

Convocazione informativa fase C presso USR Sicilia

Carissimi, oggi abbiamo partecipato alla riunione informativa sugli organici di potenziamento assegnati dal MIUR alla Sicilia.
I presupposti immediatamente evidenziati dalla Altomonte sono stati chiari sin dall’inizio:”questa è l’assegnazione che viene fuori dagli incontri al MIUR tra tutte le direzioni regionali” evidenziando quindi che non c’è assolutamente margine di manovra perchè un qualsiasi spostamento in sicilia a cascata farebbe saltare tutto il castello.
Noi abbiamo evidenziato subito la mancanza di assegnazione in fase C di posti di sostegno primaria per la Sicilia mettendo in evidenza la disparità di trattamento.
Ho ricevuto personale rassicurazione dal Direttore che per l’anno scolastico 2016/17 i posti spunteranno fuori dall’organico di fatto trasformato in diritto.
Per determinare le classi di concorso ed i posti si è tenuto conto delle richieste delle scuole fatte per aree e della consistenza delle GAE – fondamentalmente hanno dato i posti a seconda del numero delle persone presenti in GAE.

INCLUSIONE DEGLI STUDENTI CON DISABILITA’.- DELEGA ALLA LEGGE 107

mercoledì, 7 ottobre 2015

INFORMATICONUIL
Inclusione degli studenti con disabilità | Delega alla Legge 107
UIL: Siamo impegnati a proporre soluzioni concrete
Vanno eliminate definitivamente le “cattive prassi” come l’utilizzo del l’insegnante di sostegno per supplenze. Gli interessi degli studenti e degli insegnanti sono coincidenti.
Si è svolto un incontro tra i rappresentanti del Miur, era presente il Capo Dipartimento dott.ssa Di Pasquale, e le organizzazioni sindacali su un aspetto per il quale la Legge 107 prevede la delega al governo: l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità.
Per la UIL scuola ha partecipato Pasquale Proietti.
Il Capo Dipartimento ha comunicato che su questi aspetti è in atto una interlocuzione con le varie associazioni di settore, con l’università, i dirigenti scolastici, associazioni professionali e associazioni di genitori.
Ha comunicato, inoltre, che la “Delega” dovrà prendere in considerazione soprattutto la formazione del personale poiché i tempi attuali di formazione non sono sufficienti a dare risposte in positive alle disabilità più gravi.
La UIL, insieme agli altri sindacati, ha stigmatizzato il fatto che il Miur, sia nel metodo che nel merito, non abbia considerato appieno il ruolo del sindacato, mettendolo sullo stesso piano di non meglio individuate associazioni.
Fermo restando che il MIUR ha il diritto di ascoltare e confrontarsi con chi desidera, tutti hanno ricordato che quello del sindacato è un osservatorio diverso da quello delle associazioni e anche i contributi possono essere diversi, anche in considerazione che si tratta di organizzazioni la cui rappresentatività è certificata da una legge dello Stato.
Importante la gestione delle ricadute sulla didattica e sull’organizzazione del lavoro.
La UIL ha posto il problema della ridefinizione del ruolo del docente di sostegno, aspetto che nella comunicazione del Miur è stato carente, il problema della continuità tra i vari segmenti scolastici.
Quest’ultimo aspetto, che può sicuramente rappresentare una opportunità per i ragazzi, deve però, a nostro avviso, trovare regolamentazione all’interno di una sezione specifica di contrattazione.
Per la UIL, al fine di offrire un servizio utile, vanno messe in sinergia tutti gli organismi operanti a livello regionale che afferiscono al sostegno all’handicap.
In questo quadro gli Enti Locali  dovranno garantire le necessarie risorse professionali di supporto,  in caso contrario ricondurre tutto all’interno della scuola dell’autonomia, comprese le risorse economiche.
La UIL ha proposto anche il superamento della titolarità provinciale della Dotazione Organica di Sostegno (DOS) nella scuola secondaria di secondo grado prevedendo, al fine di garantire la continuità, una titolarità di “rete”.
Infine, ha chiesto ai rappresentanti del Miur che nelle scuole vanno eliminate definitivamente le “cattive prassi” come l’utilizzo del l’insegnante di sostegno per supplenze, fenomeno che, se non arginato, rischia di diffondersi ulteriormente con l’impossibilità da parte dei dirigenti scolastici di nominare il supplente per un giorno, come previsto dalla legge di stabilità.
In conclusione dell’incontro, il Capo dipartimento ha ricordato che siamo solo all’inizio di un percorso e che, nella definizione dei decreti, sarà importante contemperare le esigenze dei docenti con quelle dei diritti dei ragazzi.
Il decreto che verrà definito dovrà rimuovere anche tutte le criticità che si sono presentate negli anni.
Il decreto, sempre secondo il Capo dipartimento, non prevederà la costituzione di una specifica classe di concorso ma un percorso concorsuale specifico.
La UIL ritiene che, invece, le esigenze dei docenti sono quelle dei ragazzi a cui vanno indirizzate tutte le attenzioni. In questo senso, respinge ogni sottesa idea per cui vi è una contrapposizione di interessi tra le esigenze della didattica e quelle del personale.

BY SEGRETERIA TERRITORIALE UIL SCUOLA CATANIA.  salvo mavica segretario generale

ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO E NORMATIVA DI RIFERIMENTO

ADDì 4 OTTOBRE.  contributo sindacale della Uil Scuola     INFORMATI CON  UILSCUOLA CATANIA

ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO E NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le ore complessive da dedicare alle attività di carattere collegiale sono 40 ore per la partecipazione al collegio docenti e sue articolazioni e altre 40 per la partecipazione ai consigli di classe, esclusi quelli per gli scrutini intermedi e finali.
Le attività funzionali all’insegnamento sono definite e regolate dall’art. 29 del CCNL/2007 nei seguenti termini:
1. L’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno inerente alla funzione docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi

2. Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative:
a) alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
b) alla correzione degli elaborati;
c) ai rapporti individuali con le famiglie.

3. Le attività di carattere collegiale riguardanti tutti i docenti sono costituite da:
a) partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue;
b) la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti; nella predetta programmazione occorrerà tener conto degli oneri di servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un impegno fino a 40 ore annue;
c) lo svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione.

4. Per assicurare un rapporto efficace con le famiglie e gli studenti, in relazione alle diverse modalità organizzative del servizio, il consiglio d’istituto sulla base delle proposte del collegio dei docenti definisce le modalità e i criteri per lo svolgimento dei rapporti con le famiglie e gli studenti, assicurando la concreta accessibilità al servizio, pur compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell’istituto e prevedendo idonei strumenti di comunicazione tra istituto e famiglie.
5. Per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a trovarsi in classe 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad assistere all’uscita degli alunni medesimi.
NUMERO E TEMPI DEGLI ORGANI COLLEGIALI
Il numero delle riunioni collegiali (collegio dei docenti, consigli di classe, informazione alle famiglie, scrutini, ecc.) viene stabilito nel Piano annuale delle attività dei docenti. Tale piano è predisposto ogni anno dal dirigente prima dell’inizio delle lezioni e deliberato dal collegio dei docenti. Con la stessa procedura il Piano può essere modificato nel corso dell’anno per far fronte ad eventuali nuove esigenze. (art. 28/4 CCNL).
La convocazione degli organi collegiali è demandata al regolamento interno d’istituto. Ogni scuola può in tal senso deliberare autonomamente. Per prassi ormai consolidata la convocazione avviene con un preavviso minimo non inferiore ai 5 giorni. Tale prassi è supportata dalla C.M. 105/1975 (circolare che dev’essere obbligatoriamente di riferimento nel caso la scuola non abbia previsto nel regolamento d’istituto le modalità per la convocazione degli organi collegiali), che all’art.1 prescrive: “La convocazione degli organi collegiali deve essere disposta con congruo preavviso – di massima non inferiore ai 5 giorni – rispetto alla data delle riunioni. La convocazione deve essere effettuata con lettera diretta ai singoli membri dell´organo collegiale e mediante affissione all´albo di apposito avviso; in ogni caso, l´affissione all´albo dell´avviso è adempimento sufficiente per la regolare convocazione dell´organo collegiale…”
DIRITTI E OBBLIGHI DEL DOCENTE
Le attività collegiali che si svolgono prima dell’inizio delle lezioni rientrano nelle 40+40 ore in quanto attività funzionali all’insegnamento. All’art 29/1 del CCNL/2007 è indicato che “L’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno inerente alla funzione docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi.” All’art 28/5 è precisato che l’orario di insegnamento cui sono tenuti i docenti è nella misura di 25 ore nella scuola dell’infanzia; in 22 ore nella scuola elementare e in 18 ore nelle scuole e istituti di istruzione secondaria. Tale orario trova però la sua applicazione “nell’ambito del calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale”. Quando si fa riferimento alle attività di programmazione o all’attuazione delle delibere collegiali che precedono l’inizio delle lezioni, si rientra pertanto nell’ambito delle attività di carattere collegiale, funzionali all’insegnamento, nel monte ore previsto all’art. 29/3 lett. a) e b), e non in quello relativo l’orario di insegnamento o in quello dei cosiddetti “obblighi di servizio”. A nulla rileva il fatto che l’attività in questione sia svolta di mattina o di pomeriggio e altrettanto irrilevante è dunque se tale attività sia svolta prima o dopo il termine delle lezioni.
Le operazioni di scrutinio ed esami non rientrano nel computo delle 40+40 ore. Tali operazioni (svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione) sono un atto dovuto (art. 29/3 punto c del CCNL). Non rientrano quindi nel computo delle 40+40 ore né tanto meno vanno retribuite.
Non esiste un tetto massimo di ore di lavoro che non si possono superare nell’arco della stessa giornata, almeno per ciò che riguarda il personale docente. Un appiglio normativo è il D.Lgs. n. 66/2003 che all’art. 8 dispone: “Qualora l’orario di lavoro giornaliero ecceda il limite di sei ore il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa, le cui modalità e la cui durata sono stabilite dai contratti collettivi di lavoro, ai fini del recupero delle energie psico-fisiche e della eventuale consumazione del pasto anche al fine di attenuare il lavoro monotono e ripetitivo. Nelle ipotesi di cui al comma che precede, in difetto di disciplina collettiva che preveda un intervallo a qualsivoglia titolo attribuito, al lavoratore deve essere concessa una pausa, anche sul posto di lavoro, tra l’inizio e la fine di ogni periodo giornaliero di lavoro, di durata non inferiore a dieci minuti e la cui collocazione deve tener conto delle esigenze tecniche del processo lavorativo”. Il CCNL/2007 non pone però alcun limite all’impegno orario complessivo (attività di insegnamento e ad esso funzionali) giornaliero dei docenti, mentre norma l’orario massimo giornaliero (e le relative pause) del personale ATA. L’art. 50/3 detta: “L’orario di lavoro massimo giornaliero è di nove ore. Se la prestazione di lavoro giornaliera eccede le sei ore continuative il personale usufruisce a richiesta di una pausa di almeno 30 minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e dell’eventuale consumazione del pasto. Tale pausa deve essere comunque prevista se l’orario continuativo di lavoro giornaliero è superiore alle 7 ore e 12 minuti”. Spetta dunque alla contrattazione d’istituto (CCNL art. 6) stabilire “criteri e modalità relativi alla organizzazione del lavoro e all’articolazione dell’orario del personale docente, educativo ed ATA, nonché i criteri per l’individuazione del personale docente, educativo ed ATA da utilizzare nelle attività retribuite con il fondo di istituto”. In tale sede quindi si dovrà, anche per i docenti, esplicitare dettagliatamente l’orario massimo giornaliero per attività didattiche e per quelle funzionali all’insegnamento.
Se un’attività collegiale é programmata nel giorno libero dell’insegnante quest’ultimo ha l’obbligo di partecipare perché il giorno libero è una consuetudine generalizzata nelle scuole di organizzare l’orario delle lezioni dei docenti in cinque giorni. Anche se non propriamente definito un diritto è ormai considerato tale. C’è però da precisare che nel “giorno libero” il personale docente è esentato soltanto dall’obbligo delle lezioni e non anche dalle altre attività non di insegnamento (gli impegni collegiali eventuali non comportano alcun diritto a recuperare il giorno libero con un riposo compensativo).
Le ore di un consiglio di classe o di un collegio dei docenti straordinario, quindi non inizialmente previste nel Piano delle attività, rientrano nel computo delle 40+40 ore ma è obbligatorio parteciparvi. Ne consegue che costituisce un dovere del docente a parteciparvi e a giustificare un’eventuale assenza. Così come considerarle nel monte ore previsto (40)
LE ASSENZE DURANTE LE ATTIVITA’ FUNZIONALI
Si deve giustificare un’assenza ad un consiglio di classe o ad un collegio dei docenti. Il Piano delle attività deliberato dal collegio dei docenti è obbligatorio per tutti i docenti (art. 28/4 del CCNL/2007). L’eventuale assenza ad un’attività collegiale deliberata e quindi prevista in un giorno definito va giustificata come se fosse un’assenza tipica (permessi per motivi personali, ferie, certificato medico ecc.).
È possibile usufruire dei permessi brevi fino alla metà dell’orario giornaliero e per ore di lezione intere (art.16 del CCNL) per giustificare l’assenza. Un docente che abbia in un determinato giorno ed orario degli impegni o che abbia delle “esigenze personali” ostative alla presenza in servizio, può usufruire dei “brevi permessi” di cui all’art.16 del CCNL/2007. Tali ore debbono essere recuperate in ore di lezione o in interventi didattici, così come prevede il comma 3 dello stesso articolo: “Il recupero da parte del personale docente avverrà prioritariamente con riferimento alle supplenze o allo svolgimento di interventi didattici integrativi, con precedenza nella classe dove avrebbe dovuto prestare servizio il docente in permesso”. Sembrerebbe dunque esclusa la possibilità che anche solo un’ora di permesso di cui all’art. 16 possa essere usufruita per giustificare l’assenza ad un incontro collegiale: le ore non di insegnamento sono infungibili con quelle di insegnamento. Attenzione: vi è pure infungibilità fra le attività di cui alla lettera a) e quelle di cui alla lettera b) del secondo comma dell’art.29. (Le 40 ore per riunioni collegiali sono separate dalle 40 dei consigli di intersezione, interclasse e classe). In alcune scuole però questa opportunità viene prevista e inserita nella contrattazione d’istituto. Bisognerebbe a questo punto stabilire in quale “area” deve essere “restituita” l’ora di permesso. Non è infatti pensabile convocare un collegio o un consiglio di classe solo per consentire il recupero del tempo fruito da qualche docente come permesso. Una soluzione suggerita e diffusa è quella secondo cui se erano stati previsti degli impegni eccedenti le 40 ore basterà sottrarre dalle ore eccedenti effettuate dal docente le ore non lavorate in ragione del permesso fruito. In conclusione, potrebbe intervenire la contrattazione di istituto per prevedere le modalità di richiesta dei permessi e quelle di recupero. L’importante è che criteri e modalità siano chiari e uguali per tutti i docenti. Sottolineiamo che una decisione in tal senso appare comunque come una forzatura ai dettati del CCNL, anche se prevista nella contrattazione d’istituto.
Se non ci si presenta ad un’attività collegiale programmata e non si giustifica l’assenza il dirigente scolastico può chiedere per iscritto al docente la giustificazione dell’assenza. Nel caso non riceva risposta alla richiesta di giustificazione può effettuare nei confronti del docente una trattenuta stipendiale e attivare le procedure di ordine disciplinare (sempre che il docente non abbia comunque raggiunto o superato le 40 ore previste). “tutte le assenze ingiustificate danno luogo alla non corresponsione degli assegni di attività, indipendentemente da eventuali ulteriori provvedimenti che tale assenza comporti. Ai sensi dell’art. 14 del DPR 275/1999 il decreto relativo alla riduzione dello stipendio è di competenza del D.S.; esso va trasmesso all’ufficio pagatore. La trattenuta da operare per ogni ora di assenza ingiustificata alle attività funzionali all’insegnamento da parte dei docenti è pari alla misura oraria del compenso base per ore aggiuntive non di insegnamento prevista dalla Tabella 5 allegata al contratto medesimo. Essa è pertanto di € 17,50.” In via generale ricordiamo invece che un giorno di assenza ingiustificata è considerato come aspettativa per motivi personali o di famiglia (art. 18 del CCNL) e comporta la perdita di 1/30° della retribuzione mensile. (Più la possibilità di incorrere in un provvedimento disciplinare).
ATTIVITA’ FUNZIONALI IN PRESENZA DI SPEZZONE ORARIO
Da un punto di vista normativo non esistono al riguardo disposizioni specifiche. E tuttora questa questione rimane controversa e oggetto di diverse interpretazioni. Ne consegue che l’eventuale proporzione delle ore per il docente che ha uno spezzone non è dovuta o effettuata in modo tacito e automatico da parte del dirigente. La prassi più diffusa vuole che i docenti con spezzone orario debbono garantire una presenza ai collegi, ai consigli di classe ecc. regolarmente programmati dal collegio dei docenti alla stessa stregua dei docenti in part time. Il problema è che anche per i docenti in part time la questione è controversa, perché da un punto di vista strettamente normativo (art. 7/7 della O.M. 446/97) tale docente partecipa alle riunioni del collegio dei docenti fino a 40 ore annue (art. 29/3 lett. a), al pari quindi di chi svolge l’orario intero; mentre partecipa alle attività collegiali dei consigli di classe (art. 29/3 lett. b) in misura proporzionale alle ore di insegnamento. Tale normativa è stata nel corso degli anni messa in discussione da diversi sindacati e dagli stessi dirigenti (scolastici e di USR), giungendo alla conclusione che per il docente in part time anche la quota di ore di cui all’art. 29/3 lett. a deve essere determinata in misura proporzionale all’orario di lezione. La questione rimane di grande confusione, tanto che alcuni USR hanno dettato condizioni specifiche e comuni per tutte le scuole. Altri dirigenti seguono invece alla lettera la normativa citata oppure rimandano alla contrattazione d’istituto la questione. Per quanto riguarda però le attività collegiali dei consigli di classe di cui all’art. 29/3 lett. b) preme una precisazione, che è indipendente dal regime del part time o dallo spezzone orario: Per questo punto è specificato nel Contratto che “…nella predetta programmazione occorrerà tener conto degli oneri di servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un impegno fino a 40 ore annue”. Ciò vuol dire che le 40 ore dei consigli di classe non si riferiscono alle 18 ore settimanali del docente (o ad un eventuale spezzone orario) ma al numero delle classi dove egli svolge lezione. Se quindi il docente ha “più di sei classi”, non dovrà superare le 40 ore annue. In conclusione, possiamo dire che il caso di cui al quesito potrebbe spettare alla contrattazione d’istituto la quale oltre ad intervenire sulle condizioni e modalità della prestazione lavorativa del rapporto di lavoro part-time, ha la possibilità di prevedere dei criteri anche per il docente che ha lo spezzone orario. Avere come punto di riferimento il regime del part time è comunque già qualcosa. Se si dovesse applicare la proporzione, nel caso in esame il numero massimo di ore per attività funzionali all’insegnamento si otterrà con: x : 40 = 9 :18 (in presenza di uno spezzone di 9 ore). Bisognerà poi stabilire se la proporzione rileva per tutte le ore funzionali all’insegnamento o solo per quelle dei consigli di classe.
Anche nel caso in cui si svolge servizio in più scuole non esiste una disposizione specifica. È fuor di dubbio però che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. Secondo questo principio, legato anche al buon senso dell’Amministrazione scolastica, i docenti in servizio in più scuole devono garantire una presenza agli incontri collegiali programmati dal collegio dei docenti (40 +40 ore) proporzionale al loro orario in ciascuna scuola, altrimenti gli obblighi conseguenti verrebbero raddoppiati. I dirigenti delle due (o più) scuole non possono infatti pretendere che il docente presti un numero di ore funzionali all’insegnamento di gran lunga maggiore rispetto a quello dei colleghi che hanno lo stesso monte ore ma in una sola sede. Se così fosse questa disparità sarebbe facilmente contestabile. Da un punto di vista pratico i dirigenti scolastici delle diverse scuole devono concordare gli impegni del docente. Se ciò non dovesse avvenire si consiglia al docente di presentare lui stesso un piano degli impegni collegiali proporzionale alle ore che presta in ciascuna scuola (Esempio: presta 9 ore nella scuola A e 9 nove ore nella scuola B: avrà 20 ore di partecipazione nella prima scuola e 20 ore nella seconda). Altrimenti una volta raggiunte le 40 ore non si è più tenuti a partecipare. (A meno che ovviamente il docente non decida di farlo volontariamente o non si assicuri che le ore eccedenti verranno retribuite). In conclusione, per questo caso si può senza dubbio affermare che le ore di attività funzionali all’insegnamento devono essere ripartite proporzionalmente all’impegno orario del docente presso ciascuna sede in cui presta servizio.
Nel caso in cui si accettati quindi si presti un orario superiore alle 18 ore fino ad un massimo di 24 ore, le 40+40 ore previste per le attività di carattere collegiale non sono maggiorate in proporzione. Dal momento che si tratta di attività d’insegnamento (24 ore anziché 18, ma potrebbero essere 21 ecc.) sono ovviamente maggiorati gli impegni “individuali” (preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; correzione degli elaborati; rapporti individuali con le famiglie) e i tempi relativi allo “svolgimento degli scrutini ed esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione”. Non sono invece maggiorati gli impegni relativi alle attività funzionali all’insegnamento, perché il tetto massimo delle 40 ore cui all’art. 29 comma 3 lett a) vale anche per il docente che stipula un contratto per ore eccedenti della durata di tutto l’anno. Ugualmente sotto il tetto delle 40 ore annue deve essere contenuta la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Le ore complessive da dedicare a dette attività di carattere collegiale sono dunque tassativamente 40+40, e quindi tale norma inserita nel CCNL non è estensibile qualora l’orario individuale di lezione superi le 18 ore.
SUPERAMENTO DEL TETTO DELLE 40 ORE
Qualora, a seguito della partecipazione alle riunioni del collegio dei docenti, il docente venga a superare il tetto delle 40 ore (CCNL art. 29/3 lett. a), ha titolo al pagamento delle ore aggiuntive nella misura stabilita dalla tabella 5 allegata al contratto stesso o all’esonero dalla partecipazione. (Art.88/2 lett. d). Il Contratto attuale (come del resto quello precedente) non prevede invece esplicitamente la possibilità di accesso ai compensi a carico del fondo anche qualora si superino le 40 ore di cui all’art. 29/3 lett. b (consigli di classe). Per queste ultime, quindi, come si è detto in precedenza spetta al collegio dei docenti regolamentarle per far sì che soprattutto chi ha molte classi (“superiore a sei” ) non superi le 40 ore annue.
ORA DI RICEVIMENTO
Prima di affrontare la questione da un punto di vista normativo (CCNL/2007), due precisazioni: È un dovere/diritto del genitore informarsi sull’andamento dei figli (art. 30 della Costituzione: “E’ dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli”). Rientra nei compiti della scuola (e quindi dei docenti) instaurare un rapporto stretto e collaborativo con i genitori dei propri allievi. Rapporto dal quale la scuola e in particolare i docenti non possono prescindere. L’art. 29/2 (“Attività funzionali all’insegnamento”) del CCNL/2007 prescrive: “Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative: a) alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; b) alla correzione degli elaborati; c) ai rapporti individuali con le famiglie”. Circa le modalità organizzative dei rapporti con le famiglie, il comma 4 prescrive: “Per assicurare un rapporto efficace con le famiglie e gli studenti, in relazione alle diverse modalità organizzative del servizio, il consiglio d’istituto sulla base delle proposte del collegio docenti definisce le modalità e i criteri per lo svolgimento dei rapporti con le famiglie e gli studenti, assicurando la concreta accessibilità al servizio, pur compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell’istituto e prevedendo idonei strumenti di comunicazione tra istituto e famiglie”. L’iter procedurale, dunque, prevede la delibera delle “proposte” da parte del collegio e quindi la delibera dei “criteri” da parte del consiglio d’istituto. Sempre l’art. 29 al comma 3 prevede: “Le attività di carattere collegiale riguardanti tutti i docenti sono costituite da: a) partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue”. Per maggiore chiarezza indichiamo che tra le 40 ore da destinare alle riunioni del collegio docenti vanno ricomprese: Per le istituzioni scolastiche (primarie e secondarie di I e di II grado): 1) l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno; 2) l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali. Nelle scuole materne e nelle istituzioni educative (di cui al capo XI “Personale delle istituzioni educative” del contratto stesso): 1) l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno; 2) l’informazione alle famiglie sull’andamento delle attività educative. Vanno inoltre ricomprese le riunioni dei gruppi disciplinari in quanto articolazioni del collegio docenti. L’art. 29 definisce, dunque, “i rapporti individuali con le famiglie” come attività rientranti tra gli “adempimenti individuali dovuti”. Per tale attività non è quindi previsto alcun compenso aggiuntivo, al pari della preparazione delle lezioni e della correzione degli elaborati. Le modalità di organizzazione delle comunicazioni con le famiglie sono definite dal consiglio di istituto sentita la proposta del collegio dei docenti. Attenzione: Non bisogna però confondere il “rapporto individuale con le famiglie” con le riunioni collegiali di tutti i docenti con i genitori per la consegna delle pagelle o per le informazioni sull’andamento dei figli. Esempio: Se il collegio dei docenti (cui compete la deliberazione del piano delle attività) ha deliberato lo svolgimento, nel corso dell’anno scolastico, di alcuni incontri di ricevimento collettivo dei genitori (cosiddetti incontri scuola-famiglia), tali ore vanne imputate al monte ore (fino a 40 annue) di cui all’art 29 comma 3 lett. a). Le ore in questo caso rientrano negli obblighi di partecipazione alle riunioni del collegio dei docenti (e qualora ne sfiorino il tetto vanno retribuite). Altra cosa sono quindi i “colloqui individuali” con i genitori i cui obblighi, come detto, sono definiti da ciascun consiglio d’istituto su proposta del collegio docenti. Per quanto riguarda tali colloqui il consiglio d’istituto dovrà tenere conto della “accessibilità al servizio”. Deve individuare cioè le soluzioni che meglio consentano ai genitori di usufruire del servizio di “ricevimento” nel rispetto delle esigenze di funzionamento della scuola (art. 29/4 CCNL/2007). Bisogna dunque individuare i tempi e le occasioni che favoriscano la partecipazione dei genitori ai colloqui con i docenti, senza però che ciò debba comportare limitazioni o compressioni nella erogazione del primario servizio di insegnamento. (Esempio: un docente non potrebbe mai “ricevere” il genitore durante l’ora di lezione). In diverse scuole esiste ancora la prassi fondata su lunga consuetudine della cosiddetta “diciannovesima ora” settimanale del docente come modalità adottata per assicurare i rapporti individuali con le famiglie. Prassi da più parti contestata in quanto la “diciannovesima ora” non si configurerebbe come recupero della riduzione dell’ora di lezione da 60 a 50 minuti, a disposizione per supplenze; o ancora per far fronte ad eventuali supplenze improvvise, con obbligo di presenza dietro preavviso e pagata solo se e quando prestata, ma come un vero e proprio “prolungamento” dell’orario di servizio settimanale. E ciò non sarebbe previsto a livello contrattuale. Come dire, un conto è che i colloqui rientrino negli obblighi del docente e quindi fra i suoi “adempimenti dovuti” (e su questo non c’è dubbio); un altro è che il docente deve mettere a “disposizione” un’ora settimanale (non retribuita) oltre l’orario di servizio previsto dal contratto, tenendo anche conto che in quell’ora non si potrebbe presentare nessun genitore (l’ora “in più” sarebbe quindi prestata in assenza di effettiva necessità). La questione non è quindi di facile risoluzione, anche se una “pacifica” proposta potrebbe essere quella secondo cui il docente adempie al suo obbligo quando è il genitore a farne richiesta. A quel punto c’è una manifesta richiesta a cui il docente non potrà sottrarsi. Però poi ci si rende conto che se la questione non è ben definita (con un giorno e un orario stabilito) è molto difficile coniugare il diritto del genitore con l’obbligo del docente e altresì con l’erogazione del servizio d’insegnamento (pensiamo per esempio al docente che insegna in diverse classi). E’ anche vero però che con una rigidità di giorno e di orario ci potrebbe essere il genitore che ad una richiesta di incontro “urgente” vede rispondersi dal docente “mi dispiace, oggi non ricevo”. In conclusione, anche questa questione continua ad essere controversa e di non facile soluzione “univoca”, anche se può essere demandata ad un eventuale accordo da regolare in sede di contrattazione integrativa d’istituto.
I docenti in servizio in più scuole dedicano ai rapporti individuali con le famiglie un tempo proporzionale al loro orario di servizio prestato nelle rispettive istituzioni scolastiche. Il criterio è lo stesso che vale per le ore funzionali all’insegnamento se si svolge servizio in più scuole: non ci può essere disparità di impegno tra chi ha una sola sede e chi ha più sedi. Fermo restando le proposte del collegio e la definizione di modalità e criteri stabiliti dal consiglio d’istituto, nel caso più comune del docente che ha due sedi e che fosse prevista un’ora in più rispetto l’orario di servizio settimanale per i colloqui individuali, vorrà dire che il docente effettuerà detti incontri in modo alternato (Esempio: un’ora nella prima settimana del mese solo nella prima scuola; l’ora della settimana successiva nell’altra scuola e così via), oppure saranno i dirigenti delle due scuole ad accordarsi o anche in questo caso la contrattazione d’istituto.

AT DI CATANIA: Personale docente. Conferimento ulteriori incarichi a T.D. su posti di sostegno. Classi di concorso A030-A017-A059

09 SETTEMBRE 2015

AT DI CATANIA: Personale docente. Conferimento ulteriori incarichi a T.D. su posti di sostegno. Classi di concorso A030-A017-A059

Personale docente – Pubblicazione avviso di conferimento ulteriori incarichi a T.D. su posti di sostegno. Classi di concorso A030-A017-A059

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AT DI CATANIA: Scuola secondaria di II grado. Rettifiche graduatorie utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie

29 AGOSTO 2015

AT DI CATANIA: Scuola secondaria di II grado. Rettifiche graduatorie utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie

Scuola secondaria di II grado – Pubblicazione rettifiche graduatorie di utilizzazione e assegnazione provvisoria comprensivi delle utilizzazioni nei licei musicali

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AT DI CATANIA: Scuola secondaria di I grado. Ripubblicazione utilizzazioni e assegnazioni provvisorie sostegno a.s. 2015/2016

28 AGOSTO 2015

AT DI CATANIA: Scuola secondaria di I grado. Ripubblicazione utilizzazioni e assegnazioni provvisorie sostegno a.s. 2015/2016

Scuola secondaria di I grado – Ripubblicazione utilizzazioni e assegnazioni provvisorie sostegno a.s. 2015/2016

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RASSEGNA STAMPA. “”Pino TURI, uilscuola, unificare fasi B e C. paventato danno e beffa dei primi in GAE.

27 agosto 2015

Dall’agenzia ANSA
Scuola: assunzioni, per fase B 16.210 posti, meta’ di sostegno
Pubblicate tabelle su sito Ministero
(ANSA) – ROMA, 26 AGO – Sono 16.210 complessivamente i posti
disponibili per la fase B del piano straordinario di assunzioni
previsto dalla Buona scuola, oltre la meta’ (8.797) riguardano il
sostegno.
Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato le tabelle con i
posti rimasti vacanti e disponibili dopo le fasi zero e A del
piano di immissioni in ruolo, per regione/provincia, grado di
istruzione, tipo di posto (comune o sostegno). I dati sono stati
convalidati dai direttori generali degli Uffici scolastici
regionali.
 Per quanto riguarda i 7.413 posti comuni, 3.705 sono nella
secondaria di primo grado, 3.693 nella secondaria di secondo
grado e 15 nella primaria.
La gran parte dei posti comuni non ancora assegnati sono da
Roma (720) in su. 472 se ne registrano a Milano, 433 a Torino,
243 a Bergamo, 215 a Brescia, altri 215 a Treviso. 
   Anche per quanto riguarda il sostegno la maggior parte delle
disponibilita’ residue e’ al Nord: 1.818 posti a Milano, 824 a
Roma, 536 a Torino, 408 a Brescia, 385 a Bergamo, 304 a Como,
291 a Genova, 290 a Vicenza.   (ANSA).

Scuola: assunzioni; Turi (Uil), unificare fasi per equita’
(v. “Scuola: assunzioni, per fase B 16.210 posti..delle 18.20)
(ANSA) – ROMA, 26 AGO – “Per avere equita’ bisognerebbe
unificare la fasi B e C del piano di assunzioni” previsto dalla
Buona scuola. Lo ribadisce il segretario generale della Uil
scuola, Pino Turi, alla luce delle tabelle sulle disponbilita’
residue di posti di insegnamento diffuse oggi dal Miur.
“Riteniamo sbagliato il sistema per cui – spiega –
continuiamo a insistere perche’ si mettano insieme la fase B e C
del piano: solo cosi’ si garantirebbe una equita’ che non c’e’.
Facendo due fasi separate in pratica si costringe chi ha piu’
punti a muoversi e chi ne ha meno a rimanere. Alla luce di
questa situazione – aggiunge Turi – sicuramente ci saranno
ricorsi e saranno i giudici a quel punto a decidere. Ma io
insisto nel dire al Governo: ‘ci sono errori correggeteli. C’e’
il tempo e il modo per farlo”. (ANSA).RASSEGNa

By segreteria territoriale uilscuola catania

salvo mavica segretario generale

AT DI CATANIA: Scuola secondaria di II grado – Sostegno. Utilizzazioni provinciali e interprovinciali. Assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali

26 AGOSTO 2015

AT DI CATANIA: Scuola secondaria di II grado – Sostegno. Utilizzazioni provinciali e interprovinciali. Assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali

Scuola secondaria di II grado – Sostegno – Pubblicazione utilizzazioni provinciali e interprovinciali – Assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali

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