Il punto della giornata di Pino Turi
Il 25 Aprile, la festa di liberazione dai nazifascisti, ha sempre rappresentato un momento di incontro e di riflessione collettiva, svolta nelle piazze del paese riflessa nei volti e nella memoria di coloro che dettero vita alla Resistenza e di coloro che di quella storia si sentono ‘figli’.
Quest’anno le piazze saranno vuote, ma non possiamo lasciare vuota la memoria storica che va compensata dall’eredità che abbiamo ricevuto, non più come testimonianza diretta del tempo che fu, ma come figli di quella generazione che ci ha regalato la libertà da difendere.
Molti dei partigiani quest’anno non ci saranno più, ognuno di noi, che di quei valori si è nutrito e se ne sente erede, deve tenere vivi i valori che furono alla base della resistenza, che ha riscattato anche con il sangue la macchia delle leggi razziali che ancora ci fa vergognare.
La scuola, i docenti, anche con le modalità on line, hanno spiegato ed illustrato ai propri alunni la storia e gli avvenimenti, trattati come materia di studio, di ricerca , che nella società politica sono ancora motivo di polemica e di divisione.
Lontano dalle tentazioni mediatiche che inducono alle polemiche politiche noi festeggiamo e ringraziamo i partigiani che con la resistenza ci hanno consegnato la nostra costituzione, che con un capolavoro di alta mediazione ha ricucito le ferite e rimesso insieme una comunità. Ne ha sancito i diritti di cittadinanza mettendo al centro la libertà.
Ed è proprio la libertà, il bene supremo, anche più della vita e della salute che in questo periodo vede paura e preoccupazione.
Rinvigorire questo valore serve ad allontanare le tendenze che da sempre serpeggiano nelle società in un trade-off tra bisogno di sicurezza e le libertà; un pericolo che si accentua in presenza di una politica debole, di una crisi economica e di una caduta dei valori di riferimento. Segnali di una preoccupante attualità: si accentuano le divisioni, si incrementano le posizioni corporative, con una politica debole ed autoreferenziale.
La libertà è come l’aria, l’ossigeno per il corpo e quando manca è troppo tardi, se ne stanno accorgendo gli sfortunati colpiti dal covid19.
Noi non ci limiteremo alla celebrazione, ci prepariamo ad essere sempre pronti ad una nuova resistenza se ce ne dovesse essere la necessità, anche se siamo convinti che gli anticorpi seminati nella società in questi 75 anni, saranno anche più forti delle pulsioni autoritarie che si stanno registrando nel corpo sociale e politico. I cittadini non sono disposti a barattare il bene supremo della libertà che è l’ossigeno sociale senza il quale la società muore.