Turi: questo modo di procedere vecchia maniera gli insegnanti lo conoscono già. Ed è fallito.
Siamo di fronte ad un inaccettabile intervento legislativo in materia contrattuale. Siamo stati i primi a sollevare perplessità sul decreto, venerdì, sostenendo con chiarezza che abbiamo firmato il patto per ‘cambiare il decreto’.
[ https://uilscuola.it/decreto-ristori-e-patto-per-la-scuola-turi-firmiamo-il-patto-per-cambiare-il-decreto/?doing_wp_cron=1621702002.9506459236145019531250 ]
Quello che non ci saremmo aspettati – guardando con attenzione il testo – è che, mentre si sostengono e si ristorano tutti, ai docenti si chiedono ulteriori impegni; il personale precario è ignorato e vessato, non ci sono risposte, né soluzione per i Dsga facenti funzione, senza titolo specifico e al personale di ruolo viene aumentato l’orario di servizio.
Si introduce per legge l’aumento dell’orario di servizio, già tra i più alti in Europa, lasciando gli stipendi più bassi. Dal primo settembre si considera nell’obbligo di servizio, l’orario di insegnamento anche prima dell’inizio previsto per calendario scolastico. In pratica si aumenta il carico di lavoro dei docenti (18,22,) senza neanche interpellarli.
Siamo abituati a dare giudizi di merito su dati concreti.
Ora non si tratta più di un pregiudizio, ma di un vero e proprio giudizio molto negativo. Si presentano norme che vanno a colpire i patti già stipulati con il contratto.
Nella fattispecie si interviene sulla mobilità dei docenti al fine, è scritto nel testo governativo, di tutelare l’interesse degli studenti alla continuità didattica, bloccando la domanda volontaria di mobilità per tre anni dal trasferimento o passaggio precedente, qualora in tale occasione abbiano ottenuto la titolarità in una qualunque sede della provincia chiesta.
Una vera e propria ingerenza in materia contrattuale, di rapporto di lavoro, che rientra nelle prerogative sindacali, motivata dalla continuità didattica a favore degli alunni di cui non si capisce la ratio: bloccare i trasferimenti per evitare che si lasci una scuola (e i suoi studenti) si può contrabbandare con una continuità provinciale? Continua l’attacco all’insegnamento e a chi lo svolge.
E’ un errore politico grossolano tentare di sostituirsi alla contrattazione e all’intermediazione sindacale imponendo norme assurde e fuori da ogni logica. Come si fa a teorizzare una continuità didattica su tutti gli alunni della provincia. Viviamo in una fase politica che continua a fare proposte sul modello della legge 107. Dopo il Piano scuola arriva il decreto. La reazione delle scuole e degli insegnanti sarà inevitabile.
C’è un decreto omnibus che agisce anche sulla scuola e c’è un patto per l’Istruzione che definisce l’impianto programmatico dell’azione di Governo in tema di scuola. Dicono cose diverse.
In queste ore il ministro Bianchi convoca i sindacati a Palazzo Chigi per firmare un impegno congiunto, quello del Patto per l’istruzione. Sempre oggi, lo stesso governo vara un decreto legge (il Ristori-Bis) che dovrebbe procedere in coerenza con il Patto. Non è così perché i contenuti del decreto sono altro.