31 AGOSTO 2016
Di fronte a errori palesi e ingiustizie da sanare il Miur non ha risposte
IN SALITA RIPIDA IL NUOVO ANNO SCOLASTICO. FUMATA NERA DOPO L’INCONTRO DI IERI POMERIGGIO.
Siamo al prendere o lasciare delle conciliazioni. La burocrazia ministeriale è sorda ai suggerimenti e incapace di gestire una situazione difficile e complessa. Si continua a dimenticare che dietro a quei numeri ci sono le persone, gli alunni e le scuole e nessuna spiegazione né garanzia. E’ evidente che occorre equità. Un’azione decisa a cui la politica ora non può più sottrarsi.
Una riunione surreale – quella di ieri pomeriggio al Miur – durante la quale alle proteste e alle obiezioni delle organizzazioni sindacali sono corrisposte solo strette di spalle e nessuna soluzione.
Ciò che è emerso – denuncia la Uil – è una burocrazia ministeriale incapace di gestire una situazione oggettivamente difficile e complessa. Ancora una volta le soluzioni e la gestione del personale è stata demandata di fatto alle aule del tribunale.
L’unica possibilità per le persone danneggiate e sono tante (migliaia) è affidata ai ricorsi giurisdizionali che oltre che creare effetti perversi in termini di spostamento in corso di anno scolastico con prevedibili ricadute negative sulla continuità didattica, rappresentano un costo individuale ed uno sociale per la gran mole di lavoro che ricadrà sui Tribunali.
Una situazione insostenibile che merita un intervento deciso e rapido che ridia credibilità all’azione amministrativa di un settore strategico per il Paese come l’istruzione. Durante la riunione – alla quale hanno partecipato per la Uil Scuola Giuseppe D’aprile ed Antonello Lacchei, il Ministero era presente con la Direzione Generale del Personale scolastico – è stato evidente che le procedure di conciliazione non hanno sanato gli errori anzi hanno moltiplicato le ingiustizie e le iniquità.
Solo le istanze di correzione della fase “C” verranno parzialmente sanate, a differenza delle altre fasi totalmente ignorate, così come quelle della scuola secondaria di secondo grado.
Sulla mobilita si sono addensate e sommate le scelte politiche e tecniche che hanno caratterizzato l’attuazione di una legge, la 107/2015, una legge sbagliata ed inattuabile, segnata da errori ed incongruenze che meritano di essere corretti.
Bisogna rifare integralmente tutte le operazioni – adeguando l’algoritmo, ha detto la Uil Scuola nell’incontro – unico modo per restituire diritti ai lavoratori e serenità alle scuole. L’insieme delle proposte Uil Scuola avrebbe consentito di:
• garantire uniformità di comportamento dei diversi uffici, attraverso comunicazioni oggettive e tracciabili.
• ritardare la presa di servizio nell’ambito assegnato per i docenti in attesa di assegnazione provvisoria, fino all’esito della stessa
• dare la possibilità ai docenti di richiedere il part – time al momento della presa di servizio nella provincia di nuova titolarità.
• Risolvere – attraverso interventi diretti degli Uffici scolastici competenti – i casi di docenti che per errori nella procedura non compaiono nei tabulati e, pertanto, risultano in soprannumero e di coloro che sono stati trasferiti in numero maggiore rispetto a quelli del relativo ambito
• Ricostituire l’organico potenziato per dare effettiva funzionalità alle scuole.
L’amministrazione non ha dato alcuna apertura, probabilmente per impossibilità di trovare soluzioni valide alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico che si preannuncia pieno di incognite non solo per ciò che ha rappresentato la vicenda della mobilità, ma per la palese incapacità di gestione futura.
La responsabilità e le risposte non possono che essere rivolte alla politica che ha attivato una riforma senza confronto e con scelte inaccettabili che devono essere assolutamente cambiate per il bene della Scuola, messa a dura prova, ma che ancora mostra la vitalità per risolvere al suo interno, i problemi irrisolti.
La UIL Scuola, resta impegnata a trovare interlocutori interessati per ripristinare i diritti dei lavoratori e riportare un clima di necessaria serenità nel sistema scolastico.