11 MAGGIO 2015
Di Menna: sulla valutazione siamo alla scuola al contrario
DDL SCUOLA | EMENDAMENTI
In nessun paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro professori
Boschi ieri, Faraone oggi: continuano ad eludere i problemi che sono stati rappresentati con precisione e concretezza nel corso delle manifestazioni del 5 maggio e nei documenti che abbiamo presentato nelle Commissioni parlamentari e all’incontro con il PD. Il Governo non può parlare da solo. Il soliloquio è l’opposto di ciò che serve: il dialogo.
E’ in atto uno scontro tra il mondo della scuola e il Governo in un momento delicato, quella della fine dell’anno scolastico.
Gli emendamenti approvati in Commissione Cultura non hanno tenuto in alcun conto le ragioni della protesta. Nessun riferimento al contratto e alle tutele contrattuali. Rimangono gli albi territoriali con la scelta del dirigente. Gli emendamenti non portano a soluzione la questione del precariato e creano uin vero pasticcio sul versante della valutazione.
I nostri insegnanti – puntualizza Di Menna – i peggio pagati d’Europa, con il contratto fermo da anni, hanno dalla loro parte un fatto inconfutabile: sono rispettati e considerati per il rigore del ruolo professionale e per l’importanza della funzione educativa che svolgono.
Nell’ultima versione del Ddl alla Camera, si assiste al rovesciamento anche di quest’ultimo caposaldo: per valutare gli insegnanti ed assegnare loro la quota affidata al dirigente (200 milioni complessivi a livello nazionale, circa 1/3 dell’attuale fondo di istituto) si prevede la costituzione di un comitato formato dal dirigente, due insegnanti, due genitori e uno studente alle superiori.
Avremo così insegnanti in balia degli umori, dei giudizi, della valutazione dei genitori e addirittura dei loro studenti. La scuola al contrario. In nessun paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro professori.
Si continua ad eludere il fatto che la valutazione, in materia didattica, richiede competenze professionali e tecniche specifiche.
I rappresentanti del Pd, nell’incontro di venerdì scorso, hanno affermato che modifiche al disegno di legge saranno possibili alla Camera e al Senato. Già si registra una forte pressione di tutti coloro che fanno funzionare la scuola perché questo impianto confuso e ingiusto venga cambiato.
Il Governo ascolti le raccomandazioni della Commissione europea che esortano gli stati membri a sostenere e valorizzare la professione docente.