Valutazione, retribuzione, contratto: i temi affrontati nell’incontro
Uil: al più presto un atto di Indirizzo che possa dare avvio al nuovo contratto, che ridefinisca il profilo del dirigente, ne delinei ruolo e responsabilità, e risolva il tema della valutazione fornendo le giuste tutele.
Alla convocazione del Ministro della Pubblica Istruzione per discutere le problematiche dell’area V, per la Uil Scuola erano presenti Noemi Ranieri, Rosa Cirillo e Franco Febbraro.
Chiarito al Ministro che la Uil Scuola, per statuto, è organizzata con un Dipartimento dell’area V, autonomo rispetto al comparto scuola, abbiamo elencate quelle che sono le forti priorità della categoria: Liberare i dirigenti scolastici dai compiti e responsabilità che sono propri di altri Enti ed amministrazioni, che scaricano le responsabilità dei loro inadempimenti sui dirigenti scolastici, che ne rispondono impropriamente in via personale.
Per la valutazione dei dirigenti scolastici, la Uil Scuola, pur ammettendo un sistema di misurazione dell’azione del dirigente scolastico e delle connesse responsabilità ha fin dal primo momento rigettato il modello così come definito dalla direttiva 36 e insito nella legge 107/15.
La Uil scuola, non rileva la necessaria terzietà dei valutatori che, nominati dai direttori scolastici regionali in modo ‘fiduciario’, non rappresentano organismo indipendente. Questa cooptazione dei valutatori e il giudizio finale del Direttore regionale su una valutazione di natura burocratica, non tutelano i dirigenti scolastici da valutazioni discrezionali di carattere soggettivo.
Urge la ricerca di un meccanismo di tutela contrattuale che garantisca il dirigente scolastico da eventuali valutazioni prive dei necessari presupposti di una valutazione efficiente, equa e trasparente, visto anche che l’esito della procedura condiziona la retribuzione di risultato riducendo ancora una volta la già bassa retribuzione dei dirigenti.
In questo ambito, appare incongrua la cadenza annuale della valutazione che attiene alla dirigenza amministrativa, piuttosto che a quella scolastica i cui incarichi, sono triennali.
Si tratta di una rilevazione quantitativa che valuta le procedure e i documenti senza alcun riferimento alla qualità dei processi attivati.
In merito alla perequazione, la UIL Scuola ha ribadito al Ministro l’inaccettabile discriminazione retributiva, tra i dirigenti scolastici ed ogni altra dirigenza pubblica che gode di un trattamento doppio in relazione alle stesse responsabilità dei dirigenti scolastici.
Alla negata perequazione esterna, la UIL ha lamentato anche l’ingiusta sperequazione interna ai dirigenti scolastici, che subiscono una diversità di trattamento a seconda dell’anno di assunzione (prima o dopo il 2000) o in base alla modalità di reclutamento, con una grave penalizzazione per i nuovi assunti.
La UIL Scuola ha sollecitato l’avvio del concorso a dirigente scolastico, evitando estemporanee ‘sanatorie’ e assicurando alle scuole una giusta titolarità di direzione.
La LEGGE 107 ha ulteriormente appesantito una situazione già grave di per sé con:
la chiamata diretta dei docenti che, al di là della scelta ideologica che la sottende, non ha agevolato la funzionalità delle scuole, anzi ha accentuato la differenza tra scuole centrali e quelle di periferia spesso poco ricercate e quindi di fatto destinazione dei docenti che non sono stati chiamati dai dirigenti delle scuole più richieste. Si è sostituita la qualità della scelta con una discriminazione localistica che accentua le differenze.
L’organico di potenziamento non ha soddisfatto le richieste espresse nei PTOF, svuotandoli di senso e di valore. La circolare del 5 settembre 2016, nebulosa e, in molti passaggi equivoca, ha fatto il resto, divenendo foriera di nuovo e dannosissimo contenzioso tra dirigenti e docenti.
Alla Ministra la UIL ha chiesto di emanare al più presto un Atto di Indirizzo che possa dare avvio al nuovo contratto, che ridefinisca il profilo del dirigente, ne delinei ruolo e responsabilità, diritti e doveri e risolva il tema della valutazione fornendo le giuste tutele. Abbiamo anche sottolineato che il contratto rimane pur sempre il mezzo più flessibile, moderno e, soprattutto, democratico per la regolazione dei rapporti di lavoro.
La centralizzazione che si sta operando è inaccettabile e rischia di trasformare il dirigente in un burocrate alla continua ricerca di un risultato di facciata, con buona pace della crescita culturale dei giovani e di tutta l’istruzione pubblica statale
La Ministra ha rassicurato che già dalla prossima settimana ci sarà un tavolo per l’informativa sul nuovo concorso a dirigente scolastico che ha come obiettivo la massima semplificazione.
Inoltre sicuramente ci sarà un confronto, sia pure informale, con le organizzazioni sindacali, per l’Atto di Indirizzo, che chiaramente resta un Atto di competenza del ministro ma supportato da un confronto aperto e costruttivo.