10 OTTOBRE 2014
La Commissione europea sulla scuola ascolti i sindacati
RIUNIONE A BRUXELLES
Si è riunito a Bruxelles nei giorni 7-8 ottobre il comitato consultivo permanente sulle politiche educative del CSEE. Per la UIL Scuola ha partecipato Rossella Benedetti.
Numerosi gli argomenti da discutere in agenda, tutti legati all’azione che il CSEE può esercitare per influenzare le decisioni della Commissione europea in materia di istruzione. Sono state pubblicate da poco le Raccomandazioni specifiche per ogni Paese membro allo scopo di incoraggiare riforme e miglioramenti. Tuttavia, tali raccomandazioni si basano sulle informazioni fornite solo dai governi, escludendo ogni intervento o commento delle parti sociali, sia a livello nazionale che europeo. È evidente che le riforme introdotte a seguito di tale processo rappresentano solo un’azione unilaterale e spesso inappropriata. Il CSEE sta da tempo sollecitando la messa in opera di un vero dialogo sociale sulle questioni fondamentali dell’istruzione.
Sempre in relazione al silenzio delle istituzioni riguardo a decisioni fondamentali prese riguardo alle questioni educative, è necessario menzionare le trattative in corso con Paesi extra-europei. È in dirittura di arrivo l’accordo con il Canada e sta procedendo quello con gli Stati Uniti. Entrambi includono la formazione sotto la voce servizi e ciò porterebbe ad una vera e propria invasione di fornitori di servizi educativi non previsti nei nostri contratti collettivi, nè tanto meno dalla nostra legislazione in materia di istruzione e formazione professionale. In virtù degli accordi, però, i Paesi europei si troverebbero a dover omologare l’offerta educativa di tali organizzazioni a scopo di lucro.
Che i nostri Ministeri siano assenti o distratti rispetto a tante problematiche è stato verificato dal CSEE attraverso i propri rappresentanti nei gruppi di coordinamento aperto istituiti dalla Commissione europea (la UIL Scuola è presente nel gruppo sull’Istruzione degli adulti). In queste sedi, dove dovrebbero essere elaborati gli elementi fondamentali per le Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio europeo, spesso i Paesi membri inviano rappresentanti che non hanno alcun potere politico e che si limitano a fornire dati spesso approssimativi sul proprio sistema educativo. Anche qui i sindacati, il CSEE nella fattispecie, sta dimostrando una maggiore serietà, in quanto si preoccupa di coordinare le attività di tutti i suoi rappresentanti e di divulgare le informazioni raccolte in questi incontri, in modo che i rappresentanti nazionali possano agire tempestivamente nei confronti dei propri interlocutori istituzionali. Quello che è emerso dai report dei vari rappresentanti è il crescente pericolo di privatizzazione dei servizi educativi, con la conseguente impossibilità di controllarne la qualità effettiva, l’impoverimento degli operatori costretti ad accettare stipendi inferiori al pubblico, già basso di per sé in Italia, e la possibile perdita di posti di lavoro, a cominciare dal settore dell’istruzione degli adulti. Infine, rischio ancor più grande, è probabile, come già accade altrove, che l’offerta formativa si limiti al solo addestramento ad una professione, soffocando con ciò ogni tendenza al pensiero divergente e, quindi, all’innovazione,
Il CSEE, oltre a continuare la sua attività di lobbying, esplorerà la possibilità di organizzare unitamente all’ITUI (l’istituto di ricerca sindacale internazionale) attività di formazione per i propri iscritti sui meccanismi dell’Unione europea perché possano agire più efficacemente sui propri governi.