Non se ne può più di parlare di guerra tra poveri, di creare divisioni tra insegnanti, quando la scuola è comunità educante – commenta il ns segretario generale della Uil scuola, Pino Turi.
Ci sono ancora pezzi di Paese che credono che la scuola debba restare nella vecchia ottica dell’attesa.
Noi pensiamo che è sbagliato guardare al passato per trovare soluzioni adatte alla scuola di oggi.
Chiudere la piaga sempre aperta del precariato significa mettere in sicurezza l’intero sistema scolastico statale. Il faro è anche per la UIL Scuola la qualità, quella legata alla libertà, per evitare ogni forma di condizionamento – commenta il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi dopo le reazioni politiche all’intesa sui precari sottoscritta al Miur.
Principi che dovrebbero far riflettere anche nella definizione delle regole del reclutamento, che – sottolinea Turi – deve trovare il modo di essere realizzato su basi oggettive, mai discrezionali come quelle dei concorsi classici che hanno mostrato i loro limiti. L’ultimo, in ordine di tempo è quello dei dirigenti dove, per esempio, si è pensato di valutare il merito con domande ‘trabocchetto’, che meritano risposte da lascia o raddoppia. Abbandoniamo la mistica del concorso che è veramente stucchevole.
Servono, quindi, concorsi adeguati – continua il segretario Uil scuola.
Questa è stata la nostra impostazione che ha portato all’accordo e che ha messo da parte liste, graduatorie, e introdotto una selezione adeguata, per 25 mila posti, che non mette insieme ‘studenti’ e lavoratori che svolgono questo lavoro da decenni, che andranno in cattedra a settembre e non devono essere mortificati sul piano morale e professionale dal pregiudizio sulla loro capacità. Ci sarà una selezione.
In caso di incidente aereo – esemplifica Turi – si chiede quante ore di volo aveva il pilota e non dove ha studiato per diventare pilota. L’esperienza ha un valore in ogni professione, in quella del docente è veramente strategica ed importante.
Siamo convinti che va messa la parola fine alla tassa occulta sul precariato a favore di università e di faccendieri anche annidati in particolari associazioni politiche e sindacali. Per questo motivo abbiamo deciso di svincolare il PAS dalla selezione (stabilizzazione).
Il nostro impegno degli ultimi anni è stato rivolto a ridare alla scuola, quella dignità complessiva che si è guadagnata, e che l’ha resa libera ed indipendente. Da qualche legislatura si vorrebbe tornare agli anni bui dell’amministrazione burocratica della scuola, quella che delega alla magistratura il reclutamento – commenta Turi.
Quanto al merito, nessuna retrocessione: solo che non va collegato alla demagogia, né agli scontri politici, né alla ricerca di pezzi di consenso.
Abbiamo dovuto convincere il ministro e il suo staff di consulenti ed esperti, in una trattativa lunga (troppo) ed estenuante. Abbiamo impiegato tempo prezioso. Ora, non vorremmo che questo lavoro, che il Governo precedente (Renzi) si rifiutò di fare con i sindacati, trovi la sua rilevanza concreta solo sui giornale e nella propaganda partitica, in una divisione anacronistica e pregiudiziale che la scuola non merita.
Siamo certi che la scuola deve restare fuori dallo scontro politico. La Uil sta dimostrando con i fatti che ha cambiato gli schemi di gioco – conclude Turi – ci auguriamo che lo faccia anche la politica.