04 LUGLIO 2016
Lo stato della promozione della lingua italiana in Brasile
Incontro della Uil Scuola con il Console generale di Rio de Janeiro
Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola e Angelo Luongo, responsabile del Dipartimento Estero hanno incontrato lo scorso 29 giugno, il Console Generale d’Italia a Rio de Janeiro, Riccardo Battisti. L’incontro ha rappresentato un importante opportunità per fare il punto sullo stato della diffusione della lingua e della cultura italiana in Sud America e in particolare le prospettive di potenziamento degli strumenti scolastici e di promozione dell’italiano in Brasile.
Alla vigilia delle imminenti olimpiadi a Rio de Janeiro – ha sottolineato Pino Turi – appare in tutta la sua rilevanza la presenza della lingua e della cultura italiana e il ruolo che ciò può svolgere in termini di promozione del made in Italy, in questo grande paese.
Pur in assenza di risorse adeguate per far fronte alla crescente domanda di italiano, proveniente oltre che dai discendenti degli italiani, anche da migliaia di cittadini brasiliani, è forte la necessità che il Parlamento (ri)metta mano, al più presto, ad una radicale riforma del settore che possa realizzare le necessarie sinergie tra istituti di cultura, enti gestori e scuole, con interventi mirati in base alle specifiche esigenze delle diverse aree geografiche estere.
Anche la Uil Scuola ha fatto le sue proposte – ha precisato Turi – ribadendo il totale dissenso del sindacato ad interventi, come quelli in atto, che senza alcun confronto con chi tutti i giorni vive e svolge questo delicato compito si risolve in decreti dell’Esecutivo, decisi nelle stanze ministeriali, per lo più indotti da esigenze finanziarie e tagli. Occorre, invece, a parere della UIL Scuola, (ri) aprire un dibattito a cui è chiamato il Parlamento stesso: la legge 107/2015 ha in sé errori che sempre più si stanno rivelando deleteri per il futuro del paese, scelte sbagliate che vanno modificate.
Le scuole italiane all’estero, non rappresentano più un intervento assistenziale per gli emigrati italiani e per i loro discendenti. Rappresentano, piuttosto, il veicolo di una politica estera, che affermando la cultura italiana nel mondo, la introduce nel tessuto sociale ed economico con indubbi benefici per il nostro paese.