Mobilità primaria, ci sono errori. Turi, UIL: Centinaia di persone allo sbando chiedono trasparenza dell’algoritmo
Al telefono Pino Turi affronta la questione dei trasferimenti della primaria in modo concitato, mi racconta delle sedi UIL assediate da iscritti che chiedono conto e ragione. “C’è qualcosa che è andato storto”.
E’ dunque assodato che ci sono degli errori?
A giudicare dalle numerosissime telefonate degli iscritti e le struture assediate dai docenti che chiedono spiegazioni, direi proprio di sì. Come, tra l’altro, già successo per l’Infanzia. Il problema è che i docenti non hanno la possibilità di verificare con trasparenza e sarà compito nostro chiedere conto di tutte le procedure al Ministero.
Può fare un esempio concreto?
Ad esempio il caso di una docente che insegna a “La Spezia” e che inserisce solo due ambiti di Taranto ma non viene soddisfatta nella richiesta.. Il sistema, secondo il principio di vicinorietà alla sede richiesta (quindi Taranto), la posiziona a Venezia. Possibile che non ci fossero posti in tutta la Puglia?
Il tutto è stato gestito da un algoritmo …
Già, ma mentre le banche superano gli stress test, la scuola dimostra che ci sarebbe bisogno di più prudenza. Quando si avvia un sistema nuovo, bisogna concordarlo. Gli algoritmi non sono leggibili da tutti, i movimenti riguardano le persone che hanno diritto di sapere cosa è stato deciso per il loro destino. Com’è possibile che persone con più punteggio si trovano lontano rispetto alla sede richiesta, mentre persone con meno punteggio hanno ottenuto la sede desiderata. C’è qualcosa che è andato storto.
Cosa farete?
Chiederemo di capire per poter spiegare alle persone. Oggi siamo stati contattati da una sessantaduenne che dopo anni di precariato si ritrova a Reggio Emilia e non sa perché. La gente ha diritto di sapere. Il problema è che si è abbandonata la concertazione.
In che senso?
Nel senso che il Ministero vive in una torre d’avorio, lontano dalla realtà. Il sindacato ha sempre fatto mediazione, che è venuta a mancare. Hanno voluto fare a meno di noi e adesso diano delle risposte.
Vi rivolgere ai tribunali?
Eviteremo i ricorsi, non ce n’è bisogno. Il contenzioso rischia di bloccare la scuola, se si considera che alla mobilità è legata anche la chiamata diretta, le assegnazioni e le utilizzazioni. Qui rischiamo il caos. Chiederemo la responsabilità collettiva al Governo, mentre al Ministero risposte per centinaia di persone allo sbando.