OCSE: Focus sulle attività di ricerca e studio condotte dall’organismo internazionale in materia di istruzione e formazione

02 LUGLIO 2015 

Focus sulle attività di ricerca e studio condotte dall’organismo internazionale in materia di istruzione e formazione

OCSE
IL REPORT DELLA RIUNIONE DI PARIGI DEL 29-30 GIUGNO 

Si è svolta a Parigi la consueta riunione del Comitato Sindacale Consultivo sull’Istruzione presso l’OCSE (TUAC).
Per la UILScuola ha partecipato Rossella Benedetti e per la UIL Milena Micheletti.
In questo incontro, il primo dei due annuali, sono stati trattati diversi argomenti, relativi alle attività di ricerca e studio condotte dall’OCSE in materia di istruzione e formazione. Si è parlato, inoltre, degli esiti di due iniziative a livello globale, il Forum mondiale dell’Educazione 2015, organizzato dall’UNESCO nell’ambito del programma Istruzione per tutti (Education for All), e il Summit Internazionale sulla professione docente, organizzato dall’OCSE con partecipazione limitata ai Paesi maggiormente performanti secondo l’indagine PISA.
A proposito di quest’ultima iniziativa, la UILScuola ha criticato più volte l’esclusione degli altri Paesi OCSE per due motivi: durante il summit ci sono svariati momenti di confronto tra governi e parte sindacale, anche perché è regola ben precisa dell’evento che se un Paese decide di partecipare si deve portare dietro anche il sindacato; in secondo luogo, si discute su quegli aspetti del lavoro degli insegnanti che rendono un sistema scolastico efficiente, ma, solo secondo il punto di vista di un limitato numero di Paesi.
Quello che ne risulta, tuttavia, ispira le attività successive dell’OCSE, riguardanti tutti i Paesi membri, quindi anche L’Italia che, però, non viene mai invitata a partecipare. Per quanto concerne le indagini e gli studi in corso, due sono le istanze principali che li accomunano: l’esigenza di individuare quali sono le competenze professionali necessarie ai docenti del 21° secolo e le competenze degli studenti.
L’Italia partecipa solo ad alcune di queste attività (es. indagine TALIS) senza, peraltro, coinvolgere le parti sociali se non per fornire episodiche e incomplete informative.
Tuttavia, quanto emerge da tutte queste ricerche, la cui documentazione è consultabile esclusivamente in Inglese o Francese all’indirizzo www.oecd.org/education/ , è un profilo del docente quale figura professionale altamente specializzata e in continua formazione.
Naturalmente, pur analizzando l’aspetto motivazionale che soggiace alla produttività dell’insegnante, la UILScuola ha più volte sottolineato che non si tiene conto a sufficienza dell’aspetto economico della professione, né delle condizioni di lavoro che impediscono proprio l’accesso ad un aggiornamento di qualità. Purtroppo, il limite di queste indagini è proprio il fatto che riposano su informazioni e direttive provenienti dai Governi che contribuiscono a pagarne le spese.
Solo attraverso il Comitato Sindacale Consultivo si riesce ad avere informazioni aggiornate e, in qualche modo, a correggere la prospettiva e, quindi, i risultati di tali indagini. L’altro tema ricorrente, le competenze degli studenti, è in diretta correlazione con le evidenze delle indagini PISA e PIAAC Dall’inizio della crisi nel 2008 il numero di giovani tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano (NEET) è aumentato di 5 milioni di unità nei Paesi OCSE e, spesso, quelli che hanno terminato un percorso di studi non riescono a trovare lavoro. Anche qui, si cerca sovente di far ricadere la responsabilità sulla presunta inadeguatezza dei sistemi scolastici, senza chiamare in causa le politiche economiche e dell’occupazione. Tanto per fare un esempio, l’apprendistato o l’apprendimento in azienda, che seppur utile, non garantisce il posto di lavoro, né la motivazione a proseguire gli studi, è argomento ricorrente di questi incontri. Tuttavia, se si analizzassero le condizioni in cui questo viene reso possibile ed appetibile da parte di aziende e studenti, forse ci si renderebbe conto del perché in alcuni Paesi si rivela fallimentare. La UILScuola, a tale riguardo, ha evidenziato come per l’alternanza scuola-lavoro in Italia, gli istituti siano sovente lasciati a loro stessi nella ricerca di partner affidabili tra le aziende del territorio.