Per l’Ocse ora siamo noi quelli bravi. La bella pagella della scuola italiana.
UIL : l’istruzione non è una merce, è funzione strategica dello Stato Turi: ora con le deleghe in discussione si possono introdurre correttivi importanti per correggere gli errori della legge del Governo
Il sistema delle scuole statali italiane, che si vorrebbe smantellare, funziona: a dircelo è l’Ocse. La scuola comunità riduce le disuguaglianze e conseguentemente le sacche di povertà.
Quella tratteggiata dall’Ocse è una scuola che svolge il suo compito – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – ingiustamente e ripetutamente denigrata, che indica la strada per orientare le scelte politiche nazionali in un senso preciso, in controtendenza rispetto ad una società sofferente di individualismo che vorrebbe una scuola a sua immagine, quella del mercato, del profitto, della competizione.
Le innovazioni introdotte dalla riforma del governo sono sbagliate, sia nell’approccio che nella sostanza. Con le deleghe in discussione – pone l’accento il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, si è ancora in tempo a modificare questo impianto, salvaguardando i principi fondamentali, quelli della costituzione.
I dati presentati oggi offrono un momento di legittimo orgoglio per il nostro sistema di istruzione, riconoscimento spesso negato a chi ci lavora.
Noi però non abbiamo – conclude Turi – l’abitudine di dare troppo peso alle indagini standardizzate, anche quelle che oggi che ci danno ragione, manteniamo la nostra impostazione basata sulla spazi di confronto costruttivo per affermare il modello di scuola statale libera ed autonoma di cui il paese ha bisogno, e questo anche oltre il segmento temporale di formazione dei giovani, che deve continuare lungo tutto l’arco della vita lavorativa.