ORGANICI PERSONALE DOCENTE: IL MIUR CONTINUA CON LA POLITICA DELLA CALCOLATRICE E DEI ‘TETTI’
Proietti: inaccettabile che il MEF neghi investimenti sul personale
Uil: va fotografata la situazione dell’organico delle regioni del Sud, senza tagli, e incrementati i posti nelle realtà in cui la popolazione scolastica è in aumento. Per raggiungere questo obiettivo e per dare risposte anche al personale con 36 mesi di servizio, bisognerebbe avere il coraggio di eliminare l’organico di fatto. Lo chiederemo al prossimo Governo. E’ un giudizio negativo quello che la Uil Scuola esprime dopo la pubblicazione della circolare sugli organici, da parte del Ministero dell’Istruzione. Un impianto che non convince la Uil – sottolinea il segretario nazionale, Pasquale Proietti, che da sempre segue tali questioni.Questo il quadro d’insieme presentato:-
3.530 posti comuni da consolidare in organico di diritto: pochi, a fronte dei 150 milioni definiti nella legge di Bilancio 2018 e oggetto dell’accordo del 22 dicembre 2017.
– 800 degli attuali 48.812 posti dell’organico di potenziamento saranno destinati all’Infanzia. Solo una operazione algebrica di spostamento dalla scuola secondaria.
– 1.162 posti aggiuntivi per la riforma degli Istituti Professionali molti destinati agli ITP
– Incomprensibile la scelta di non stabilizzare i posti di sostegno. Ogni anno vengono attivati posti in deroga, circa 50.000, per consentire il corretto funzionamento delle scuole, quindi posti necessari che andrebbero pertanto stabilizzati.
Per onorare l’intesa della mobilità del 22 dicembre, che prevede di facilitare i rientri dei docenti – mette in chiaro Proietti – non si può tagliare al Sud. Con la politica dei ‘tetti predefiniti’ a livello nazionale non si risolvono i problemi delle scuole.
Per la UIL va fotografata la situazione relativa all’attuale organico delle regioni del Sud, senza tagli, e nello stesso tempo occorre incrementare i posti nelle realtà in cui la popolazione scolastica è in aumento.
Per raggiungere questo obiettivo e per dare risposte anche al personale con 36 mesi di servizio, bisognerebbe avere il coraggio di eliminare l’organico di fatto che alimenta il precariato. Bisogna invertire la politica fatta con la calcolatrice e fare scelte che guardino al funzionamento del sistema che è caratterizzato da diseconomie e sprechi se solo si pensa ai ricorsi persi dall’amministrazione per la reiterazione seriale dei contratti a tempo determinato.
Lo chiederemo – sottolinea Pasquale Proietti – al prossimo governo. Solo così si pone fine al precariato e si garantisce la continuità didattica.