Riconoscere il lavoro e dare continuità al lavoro: è su queste direttrici che si è mossa l’iniziativa della Uil scuola, nel corso della riunione di oggi al Ministero.
Tra i temi all’ordine del giorno quello dei concorsi: impraticabili al momento vista l’emergenza Coronavirus – spiega Pino turi – per questo abbiamo proposto che in una situazione di straordinaria emergenza si possa rispondere con strumenti altrettanto ‘poderosi” come direbbe il Premier Conte.
Ed è al Premier che la Uil scuola chiede di alzare il livello dell’interlocuzione politica perché se il Senato per il decreto Scuola decide di aprire le audizioni a 63 associazioni, al ministero dell’Istruzione il ministro compone la sua task force e incrocia le dita che vada tutto bene.
Confermare i precari negli attuali posti e procedere alla stabilizzazione con concorsi riservati per titoli: questa la proposta Uil Scuola che vale sia per i docenti che per gli ATA in cui, a pieno titolo, rientra il riconoscimento del ruolo e delle funzioni svolte con merito dai Dsga facenti funzione, che contribuiscono da anni al funzionamento del sistema scolastico.
Sono queste risposte che il governo e la politica devono decidere di dare ai lavoratori e alla scuola nel suo complesso, senza scontri ideologici: riconoscere il lavoro svolto da anni da centinaia di migliaia di docenti ed Ata.
Questa è l’unica strada percorribile, a nostro parere, per avere il personale di ruolo in cattedra già a settembre, l’unica strada che garantisce continuità e la possibilità di superare anche il periodo di epidemia.
Tutto il resto sono solo chiacchiere – osserva Turi.
Intollerabile il numero del personale precario che oggi fa funzionare la scuola pubblica statale italiana e che senza interventi coraggiosi l’anno prossimo crescerà in modo esponenziale.
Il ministro parla di innovazione e non si preoccupa di pensare a fare funzionare tutto il sistema che, attraverso il suo personale, docente ed ATA, di ruolo e precario ha dimostrato di essere in grado di gestire con i fatti, anche l’innovazione, con risorse proprie e senza bisogno di dirigismi e comitati vari.
La scuola è un sistema vivo e sempre in evoluzione mai statico.
Il personale sa bene come svolgere la propria funzione e lo fa per senso del dovere e grazie alla professionalità.
Speriamo che questa ventata di autoritarismo non serva a demotivare i docenti che rappresentano la base costitutiva del sistema. Hanno bisogno di riconoscimenti, investimenti. Le idee sarebbe bene trovarle nel sistema e non fuori.