TITOLI ABILITANTI E SPECIALIZZAZIONE ALL’ESTERO. IL MINISTRO MODIFICA L’ORDINANZA SULLE SUPPLENZE.

D’APRILE: UN DANNO DOPPIO, SI CREA DIVISIONE TRA I PRECARI E SI INCIDE SULLA CONTINUITÀ DIDATTICA DEGLI ALUNNI

Paolo è un insegnante con il titolo di specializzazione.
E’ in graduatoria da tempo. Ora potrebbe aspirare a un incarico.

Mario è un insegnante che ha percorso la strada della specializzazione all’estero.
Il suo titolo è ancora in attesa di validazione. È iscritto con riserva nelle graduatorie.

Secondo il provvedimento che sta per essere predisposto Mario potrà comunque accedere alle graduatorie, ricevere un incarico di supplenza o finalizzato al ruolo, in attesa che il suo titolo sia validato.

E’ possibile – si chiede D’Aprile al termine della riunione di questa sera al MIM sui titoli di specializzazione ottenuti all’estero – che un posto in Italia, per personale italiano, dipenda dall’esito di titoli conseguiti all’estero che rendono instabili graduatorie e immissioni in ruolo?

Questa è’ la conseguenza di una denuncia che la Uil Scuola Rua fa da tempo: mantenere il numero chiuso nelle università che specializzano sul sostegno creerà l’ennesima divisione nel personale precario, con il risultato che l’inizio del prossimo anno scolastico sarà nuovamente foriero di contenziosi.

E’ paradossale che un docente, abilitato o specializzato in Italia e inserito a pieno titolo nelle graduatorie, si vedrà in molti casi scavalcato nel punteggio proprio da chi non ha ancora un titolo valido a tutti gli effetti perché non ancora riconosciuto dal Ministero e che non dovrebbe essere spendibile nelle graduatorie.

Non si parli allora di continuità didattica – aggiunge D’Aprile – se la supplenza assegnata al docente in attesa di riconoscimento del titolo, potrà decadere nel momento in cui questo non dovesse essere riconosciuto.

Fatto che potrà accadere in qualunque periodo dell’anno con grave danno soprattutto per gli alunni con disabilità nel caso delle nomine sul sostegno. Conseguenza ancora più seria là dove la nomina della supplenza dovesse avvenire per una procedura a tempo determinato finalizzata al ruolo.

Assisteremo – torna a riflettere D’Aprile – ancora al balletto dei docenti a danno della continuità didattica che il Ministero stesso,in altro campo, e in contraddizione, sostiene invece di voler salvaguardare non permettendo la mobilità al personale di ruolo.

A fine riunione – conclude D’Aprile – abbiamo chiesto di utilizzare lo strumento del confronto per analizzare più nel dettaglio tutta la proposta dell’amministrazione in quanto la questione non è definitiva.