Turi: impensabile introdurre aumenti dell’orario di servizio dei docenti
Serve una programmazione d’emergenza invece si introduce il ‘posto sospeso’. Serve massiccio piano assunzioni.
Siamo tutti in attesa delle determinazioni annunciate dalla commissione che sta elaborando progetti per la riapertura delle scuole a settembre e già pensiamocon apprensione alla girandola di personale da collocare per il nuovo anno. Serve che ci sia una conferma quanto più estesa del personale sui posti di quest’anno. Tra le tante anticipazioni di stampa smentiamo categoricamente che i sindacati stiano lavorando all’aumento dell’orario di servizio dei docenti. Si tratta di un vecchio desiderio di chi tende a trasformare la funzione docente in un lavoro impiegatizio , senza voler considerare che si tratta di una professione basata sull’azione e sui risultati dell’attività didattica ed educativa e non di procedure burocratiche. Ogni forma di burocrazia è da rigettare, rappresentando la mortificazione della funzione essenziale della scuola. gli obblighi di servizio sono nella media di quelli dei colleghi dell’area UE.
C’è bisogno di investimenti, di più docenti. Più personale ATA. Non avevamo certo bisogno di esperti per introdurre progetti improbabili di aumento dell’orario di lavoro che grazie alla tecnologia dovrebbero, invece, ridursi e non aumentare.
Ha ragione il premier Conte sui concorsi: è un problema che si trascina da troppi anni e serve soluzione immediata.
Dopo anni di ritardi, la situazione di migliaia di lavoratori aveva trovato una mediazione, anche grazie ad un accordo sindacale che ha attraversato due governi e tre ministri, poteva andare quando è stato pensato. Ora va rimodulato.
Stiamo assistendo ad un’azione schizofrenica: si cercano risposte di emergenza e si propone una soluzione datata che crea le condizioni per il collasso del sistema. Abbiamo un anno scolastico che ha perso metà della sua programmazione e la DaD che non è in grado di compensare se non in parte. Ci sarà bisogno di spazi, di nuove scuole in grado di mantenere le distanze, in tre mesi si può pensare ad adeguare alcune delle strutture esistenti, ma nessuno può pensare di avere tutte le strutture in grado di mantenere le distanze tra gli alunni.
Occorre un’integrazione tra le varie istituzioni, tra Comuni, Provincie ristrutturate e città metropolitane. In questo quadro di riferimento, il ministero indice concorsi che non si sa quando potranno iniziare, figuriamoci finire, in aperto contrasto con il divieto reiterato dall’ultimo dpcm di svolgere procedure concorsuali.
La realtà sembra superare ogni immaginazione: in presenza 200.00 mila precari, con il concorso ordinario si introduce il posto sospeso.
Come a Napoli si mette da parte un caffè per chi ne avrà bisogno, allo stesso modo, si fanno i concorsi per mettere da parte un posto, quando sarà tutto finito. Uno scherzo, altro che solidarietà. Una macchina organizzativa per creare nuovo precariato. Su quel posto sospeso, se non ci sarà un insegnante di ruolo, in quattro mesi, dovrà essere chiamato un supplente. Così a settembre ci saranno più supplenti, più spostamenti, più incertezze, più precarietà. Una scelta da scienziati.
Si accantonano 36.000 posti, altri 10 mila verranno ogni anno dai pensionamenti. Tutti posti sospesi, destinati alle classi del futuro. considerando i tempi di un concorso ordinario svolto con commissioni part – time. Per questo abbiamo proposto la rapida attuazione del concorso straordinario per i docenti e i dsga f.f. con 36 mesi di servizio, almeno, con una procedura per soli titoli e servizio, per cui non servono neanche le commissioni che sono formate da docenti e dirigenti che, vanno utilizzati tutti per la ripresa, per coprire tutti i posti disponibili e vacanti. La valutazione è affidata ad un anno di formazione, esame finale e prova. Se l’ammnistrazione non si fida di sè è un bel problema.