Si sono fermati i campionati di calcio, differiti gli europei e forse le Olimpiadi, si è addirittura superato il tabù del 3% di deficit in Europa, tutti moloch economici e sociali, è ragionevole pensare che la scuola possa uscirne fuori solo con la digitalizzazione?
Questa la domanda che solleva Pino Turi in una lettera inviata alle segreterie Uil Scuola dopo l’annuncio del Premier Conte di un prolungamento delle misure di contenimento del Coronavirus.
L’andamento della crisi sanitaria non è quello che si poteva attendere – aggiunge Turi – l’invito che facciamo alla Ministra è di non seguire chimere e di confrontarsi con la realtà. Eviti di citare le norme solo per la parte che conviene. Norme e Costituzione devono essere trattate come unicum, nella loro integralità, e debbono valere nel loro insieme, non solo per ciò che fa comodo.
Sarebbe meglio avere un approccio più umile e collaborativo e dotarsi di un piano B che possa raccogliere un vasto consenso democratico, mettendo le persone in condizione di capire il contesto in cui muoversi e lavorare.
A questo punto, considerato che lo spartiacque è quello del 3 aprile, serve un piano per concludere l’anno scolastico salvandone gli effetti giuridici, per tutti.
L’anno scolastico che dovrà recuperare i ritardi di questo sarà animato dagli stessi lavoratori che ora stanno facendo il massimo. Per far partire il prossimo, con il massimo della regolarità, dovranno sentirsi parte di un progetto.
Le domande a cui deve rispondere il piano sono note:
1) come si intende dare effetti giuridici all’anno scolastico, in corso;
2) come svolgere gli esami di maturità;
3) come costituire l’organico di diritto e di fatto;
4) come potere effettuare le domande di mobilità a scuola chiuse, uffici chiusi e sindacati chiusi;
5) i concorsi che servivano per superare l’emergenza supplenti;
6) i tempi di apertura e chiusura del vecchio e del nuovo anno scolastico.
In merito al concorso straordinario è indubbio che il sistema prefigurato deve essere modificato e sostituito da un concorso straordinario per titoli e servizio che è l’unica maniera per stabilizzare i 24.000 docenti precari che già sono stato oggetto di una apposita legge.
Per questo non servono polemiche, né l’inutile ricerca di nemici. Servono idee e condivisione. E anche un po’ di umiltà.