UIL. Merito docenti come raccolta punti è offensivo. In quale
laboratorio è stato pensato?
Duro l’intervento di quest’oggi del Segretario della UIL scuola durante l’apertura del Congresso nazionale che si
sta svolgendo a Torino presso il teatro Alfieri sulla riforma della scuola ed in particolare sulla proposta relativa al
merito.
La proposta del Governo di dare solo al 66% degli insegnanti un aumento di stipendio a seguito dell’accumulo di
crediti è una proposta “offensiva”.
Non va giù neppure la proposta di eliminare completamente la progressione di carriera in base all’anzianità. Gli
insegnanti, afferma Di Menna, non devono mettersi a caccia di punti.
“Non vogliamo sapere in quale laboratorio è stata pensata una cosa del genere. – Ha detto – Certo, se nel
pensatoio non si inserisce neanche un’insegnante, produrre tale idea è stato possibile”, ha aggiunto il sindacalista
sollecitando il governo “a trovare un’altra idea”.
“Siamo agli ultimi posti anche per il livello delle retribuzioni degli insegnanti – ha ricordato il segretario – è un buco
nero nella politica scolastica del governo che deve essere eliminato: bisogna ripristinare gli scatti e avviare il
negoziato per un contratto innovativo”.
“Va invece previsto un sistema di carriere incentrato sul riconoscimento del lavoro d’aula in classe con i ragazzi –
conclude – Serve una scossa che esalti le professionalità”.
“Se analogo impegno a quello delle consultazioni – continua il Segretario uscente – si ponesse per sostenere le
sperimentazioni, le innovazioni, i modelli didattici, sarebbe la vera rivoluzione del Miur, da produttore di circolari a
supporto tecnico professionale. Nonostante il congresso si apra con un riferimento alla leggerezza di Italo Calvino
(dalle “Lezioni americane”) che è sicuramente un valore anziché un difetto, avvertiamo tutti la pesantezza del
vivere…la scuola.”
E il ruolo del sindacato? “Un grande sindacato non deve perdere la sua anima, quella di essere libero e laico,
che pensa, che sviluppa idee, propone, si batte, non ha paura, non è conformista, che reagisce con
determinazione per la dignita’ del lavoro, che dà voce a quei tanti che ogni giorno con il loro lavoro fanno
funzionare le nostre scuole. La negazione del ruolo sindacale, la politica di basse retribuzioni, il mettere in forse il
ruolo del contratto nazionale sono aspetti che riguardano tutto il mondo del lavoro”.
Una soluzione per la scuola? “Molto semplice: il ministro Giannini avvii un incontro con i sindacati. Le materie
del lavoro, retribuzione, progressione economica, orari, organizzazione del lavoro vanno definite nel contratto.
Pensare di decidere per legge e poi comunicarlo significa considerare i lavoratori alla stregua di sudditi. In
nessuna azienda privata avviene. E’ bene che il governo non commetta questo errore. Non abbiamo bisogno di
ulteriore conflittualità.”
“Ma – continua Massimo Di Menna – non è tutto da buttare: bene l’eliminazione del precariato e l’organico
funzionale, rivedere la formazione iniziale, con ruolo di scuole e di insegnanti, per dare valore all’esperienza”.
La relazione si conclude con un riferimento al premio nobel per la pace alla studentessa pachistana, Malala
Yousafzai con la motivazione data dall’Accademia di Svezia: “Nonostante la sua giovane età combatte già da anni
per il diritto delle bambine all’istruzione, ed ha mostrato anche che bambini e giovani possono contribuire a
migliorare la loro stessa situazione. E lo ha fatto con una lotta eroica in un contesto di grande pericolo. Una scelta
dal forte significato simbolico che ci richiama anche sulla necessita’ di una piena parita’ dei diritti per le donne e di
un accesso all’istruzione che sia veramente garantito in tutti i paesi del mondo.”
(articolo tratto da www.orizzontescuola.it)